Un argomento assai delicato è quello del ritorno a scuola, che richiede una serie di riflessioni importanti per poter giungere alle giuste decisioni. Come riportato da ‘adnkronos.com‘, tre sono i possibili scenari cui fare riferimento, in base sempre all’andamento della curva epidemologica. Partiamo dal presupposto che gli ordini scolastici non sono tutti uguali, e che i discenti più piccoli hanno bisogno del ripristino della relazione in presenza.
La scuola primaria (elementari) e secondaria di primo grado (medie) necessitano del ritorno a scuola, magari attraverso la riduzione dei gruppi classe (scindendo in due la classe originaria) ed aggiungendo ai curricula tradizionali altre attività educative (musica, sport, arte, laboratori, creatività digitale, etc.). La viceministra dell’Istruzione Anna Ascani ha anche ribadito il fatto che gli studenti un po’ più grandi riescono meglio a gestirsi da soli, con una parte dell’attività didattica fatta in presenza ed una parte di didattica a distanza che andrà a comporre il loro curriculum (la didattica a distanza ha funzionato meglio proprio con gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, e non è un caso).
Le nuove attività per il ritorno a scuola necessiteranno di figure professionali qualificate, e quindi occorrerà potenziare l’organico attuale. Il confronto con il ministero dell’Economia è sempre aperto, fermo restando che anche i Comuni vantano relazioni di un certo tipo con enti del Terzo Settore ed associazioni varie che potrebbero occuparsi di riempire tali attività educative. Gli scenari possibili per il ritorno a scuola è quello che vi abbiamo sopra delineato, tenendo sempre presente che bisognerà restare sempre attenti alla curva dei contagi per poter concretizzare il tutto (sarebbe impensabile gettarsi nel ripristino delle lezioni nel caso in cui sussistessero casi di una qualche inversione di tendenza rispetto alla decrescita attuale).