Paolo Fresu è oggi forse il trombettista jazz più noto al mondo. Di recente ha pubblicato sulla sua pagina un brano di Peter Gabriel “What Lies Ahead”.
Durante il Barone Rosso Solo Flight del 20 aprile, mi sono collegato con Paolo, forzatamente a casa in questo periodo (normalmente è in giro per il mondo a suonare), per farmi raccontare da lui della condivisione con Peter Gabriel del brano “What Lies Ahead” e del futuro di Time in Jazz. Ogni anno, infatti, dal 1988 Paolo organizza questa rassegna jazz a Berchidda, suo paese nativo tra Olbia e Sassari in Sardegna. Oggi Time in Jazz è tra le più importanti manifestazioni al mondo.
La storia di “White Lies Ahead” è stata così’ raccontata da Peter Gabriel quando ha condiviso il video sulla sua pagina:
“A volte in tour ho suonato nuove canzoni prima
che finiscano. Penso che il processo possa essere interessante come il prodotto
finale. “What Lies Ahead” è una canzone che ho sviluppato da una
melodia che stava suonando mio figlio Isaac e non avevo ancora finito le parole
quando l’ho eseguita ad alcuni degli spettacoli Back to Front.
Sono rimasto molto sorpreso quando Paolo Fresu mi
ha mandato una versione che aveva fatto con dei musicisti meravigliosi con cui
stava lavorando. L’avevano portato in un altro territorio jazzier ma si giocava
con tale sensazione che ho dato a Paolo il permesso di pubblicarlo. Ha un cuore
vero.”
Paolo ha scritto questo sul brano:
E’ nella primavera del 2014 che chiesi a Peter
Gabriel di partecipare con un video alla campagna di raccolta fondi a favore
degli alluvionati della Sardegna. Peter non solo raccolse immediatamente l’invito ma si scusò di averlo
mandato tardivamente in quanto stava diventando nonno : “Ho perso la testa”, mi
scrisse allora, come ci conoscessimo da sempre…
La dimostrazione di una grande umanità, oltre
che di un grande spessore artistico.
Il 21 novembre dello stesso anno tenne un
concerto all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno alle porte di Bologna alla
quale assistettero mia moglie Sonia Peana e il mio collaboratore Luca Devito.
Lo raccontarono come uno spettacolo magnifico.
Sobrio e poetico nel medesimo tempo. Con una ritmica d’eccezione che
coinvolgeva Manu Katchee e Tony Levin.
Ma per tanto tempo mi raccontarono soprattutto
del brano di apertura in cui Peter, con il suo pianoforte e con la sua
inconfondibile voce, era accompagnato da una meravigliosa violoncellista oltre
che dal contrabbasso.
Il racconto era così avvincente che acquistammo
il concerto di quella sera e diventò uno dei reiterati ascolti di quel periodo.
Il brano iniziale si intitolava “What Lies
Ahead”, una specie di corale sobrio e profondo che Peter definiva “una sorta di
antipasto” per le portate musicali successive condite con brani come “Don’t
give up”, “Mercy Street”, “Daddy Long Legs” e “Biko”.
Quando nel maggio del 2015 entrai in studio con
Omar Sosa per il disco “Eros” proposi di registrare “What Lies Ahead”
aggiungendo il violoncello di Piero Salvatori.
Il brano non era nel programma delle
registrazioni né tantomeno Omar lo conosceva, ma quando glielo feci ascoltare
al pianoforte impazzì di gioia.
Solo dopo averlo registrato mi posi il problema
di chiedere il permesso a Peter scoprendo che il brano, scritto da suo figlio
Isaac, era inedito e mai stato registrato ma solo eseguito dal vivo in quel
tour.
Oggi “What Lies Ahead” è in un disco per noi
fortunato dell’etichetta Tuk Music, che coinvolge in veste di ospiti anche
Natcha Atlas, Jacques Morelenbaum e il Quartetto Alborada.
Al tempo del coronavirus ho chiesto ancora a Peter Gabriel il permesso di poterlo registrare ancora una volta
A casa e da solo, utilizzando la base originale
di allora e posizionandovi sopra una nuova tromba dopo cinque anni.
Ciò che ci aspetta non lo sappiamo ma siamo
coscienti del bisogno di vita e di comunione oltre che di sguardi e di carezze.
Le mie di oggi sono in questa nuova versione.”