Uno degli argomenti più caldi del momento è senza ombra di dubbio legato alla questione plasmaferesi. La cura al plasma, che ha ripreso piede a Mantova grazie soprattutto al medico De Donno, richiede infatti un approfondimento, considerando le solite bufale e l’elevata mole di disinformazione che ha preso piede sul web di recente. Un rimedio a dir poco promettente sul fronte Covid-19, che tuttavia va analizzato più in profondità, soprattutto dopo catene come quella che ha investito Mauro Rango. A tal proposito, trovate nel nostro magazine un articolo specifico.
Tutti i chiarimenti sulla questione plasmaferesi
Ritengo che la questione plasmaferesi possa essere inquadrata al meglio tramite l’approfondimento di Medical Facts. Anche perché da Burioni non sono mai arrivati segnali di chiusura sulla cura al plasma a differenza di quanto si crede sui social in questi giorni. Partirei col dire ai complottisti che i media non ignorino la questione, se non altro perché gli articoli in rete si sprecano, mentre ieri De Donno è stato ospite in collegamento durante la trasmissione “Porta a porta”. Senza dimenticare il fatto che lo stesso Burioni ne abbia parlato da Fabio Fazio domenica durante “Che tempo che fa”.
Il secondo errore che si commette parlando di plasmaferesi consiste nel fatto che le case farmaceutiche avrebbero snobbato l’argomento, a causa di mal celati interessi economici. Così non è, perché la cura al plasma è già oggetti di studi da parte di importanti brand, senza i quali non si arriverà mai ad una terapia utilizzata ad ampio raggio. Il punto due si ricollega al tre, in quanto per qualcuno la plasmaferesi entrerebbe in contrasto con il vaccino per il Coronavirus, con relativo conflitto d’interessi: così non è, perché la prima resta una cura, il secondo una forma di prevenzione.
Andando avanti, faccio presente che per la plasmaferesi servano i guariti accertati (con test che dureranno non meno di un mese dopo la guarigione). Ed il numero di casi non è così elevato come si possa pensare. Ancora, i guariti accertati dovranno poi dichiarare di essere dei donatori volontari, ed il rischio è di andare incontro ad una scrematura ulteriore. C’è poi una limitazione numerica, in quanto dovrebbero essere necessari circa due donatori per curare un malato.
Oltre a circa trenta giorni di test, serviranno anche tantissimi esami preventivi per capire se i donatori siano compatibili coi guariti. La plasmaferesi, ad oggi, non è una soluzione definitiva, ma temporanea. A differenza di quanto dichiarato da alcuni politici, il trattamento non sarà gratis, in quanto le prime informazioni ci parlano di una spesa non inferiore ai 120 euro.
Il nono punto si concentra sul fatto che i test al momento sono stati condotti su un numero troppo esiguo di pazienti. Infine, come sostiene Burioni, per arrivare a risultati certi a proposito della plasmaferesi, saranno necessari importanti investimenti economici.
Conclusioni sulla plasmaferesi: situazione oggi 6 maggio
Per farvela breve, ci sono riscontri a dir poco promettenti sulla plasmaferesi, al punto che questi studi avranno sicuramente un seguito. Tuttavia, la cura al plasma va intesa per quello che. Una cura, appunto. La questione vaccino resta pertanto parallela e indipendente, rendendo poco attinenti ragionamenti complottisti. Non resta che attendere test su campioni più estesi di infetti, sperando che da Mantova continuino ad arrivare buone notizie e meno polemiche tra gli esperti del settore.