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I Segreti Di Brokeback Mountain, il film che ha riscritto i confini del western

Alle 21.10 su Rai Movie il film di Ang Lee che nel 2005 sorprese con una storia d'amore omosessuale tra cowboy. Il racconto innesta credibilmente il melodramma sul western, grazie a due interpreti indovinati, Heath Ledger e Jake Gyllenhaal

di Stefano Fedele
28/04/2020
INTERAZIONI: 1152

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I Segreti Di Brokeback Mountain

È sempre interessante quando un film si assume il rischio di ridefinire i confini di un genere cinematografico consolidato, intervenendo sulle attese dello spettatore. Accade questo con I Segreti Di Brokeback Mountain (2005) che forza il western, meccanismo narrativo al maschile per definizione, e lo trasporta in un territorio queer, raccontando una appassionata storia di amore omosessuale.

Certo, non parliamo del west classico, il film diretto da Ang Lee ha un’ambientazione moderna, che parte nel 1963. I due protagonisti, Ennis e Jack e (interpretati rispettivamente da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, per entrambi il film costituì una consacrazione) sono due ventenni provenienti dalle aree rurali dell’America profonda – il film si svolge in Wyoming –, sono dei cowboy sopravvissuti fuori tempo massimo. Campano facendo i mandriani o partecipando ai rodeo, come fossimo in uno di quei film che raccontavano uno stile di vita orgogliosamente residuale, Il Temerario (1952) di Nicholas Ray, Solo Sotto Le Stelle (1962) con Kirk Douglas, L’Ultimo Buscadero (1972) di Peckinpah – tutte opere, sia detto di passaggio, magnifiche.

I due ragazzi accettano un lavoro estivo in montagna, per condurre al pascolo un gregge di pecore. In quella completa solitudine di spazi sterminati, che Ang Lee sottolinea con inquadrature panoramiche che esaltano la dimensione sublime del paesaggio e delle nuvole (“il grande cielo”, lo chiamava un maestro del western come Howard Hawks), scoppia, inattesa, quasi brutale, la passione. Che per Ennis e Jack si trasforma sorprendentemente in un sentimento profondo, anche se laconico – sono cowboy, quindi, soprattutto Ennis, poco propensi all’introspezione –, che resiste alla prova del tempo, ma non delle convenzioni sociali.

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Dopo l’incontro a Brokeback Mountain per anni i due non si vedono più, nel frattempo si sposano, mettono al mondo dei figli, si confrontano con le difficoltà materiali di vite proletarie (soprattutto Ennis, Jack ha un matrimonio più fortunato). Quando si ritrovano, dopo quattro anni, si rendono conto dell’intensità del loro legame. Che resta però confinato ai weekend solitari che si concedono in montagna, senza mai intaccare il quotidiano di mariti e cowboy tutti d’un pezzo.

La novità tematica de I Segreti Di Brokeback Mountain è dimostrata dalla difficile gestazione del progetto. La sceneggiatura fu scritta da Larry McMurtry e Diana Ossana, anche produttrice, tratto dal racconto Gente Del Wyoming di Annie Proulx, uscito nel 1997 sul New Yorker. Ma prima di giungere alla regia di Ang Lee – che aveva affrontato in tono di commedia l’omosessualità in un suo film taiwanese, Il Banchetto Di Nozze – e ai protagonisti Ledger e Gyllenhaal, si era ipotizzato che a dirigerlo fossero Gus Van Sant o Almodóvar, e diversi attori si erano rifiutati di interpretarlo, Matt Damon, Joaquin Phoenix, Mark Wahlberg, che ammise di essere abbastanza a disagio di fronte a quei ruoli.

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I risultati hanno dimostrato come i timori di partenza fossero immotivati e come l’opinione pubblica fosse pronta alla supposta novità. Costato 14 milioni di dollari, I Segreti Di Brokeback Mountain ne incassò quasi 180 globalmente, vincendo il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia e facendo incetta di riconoscimenti, compresi tre premi Oscar su otto nomination. Questo perché il film è stato recepito esattamente per ciò che era: un melodramma reticente di sentimenti compressi, per il quale la cornice western non è un fattore posticcio, usato magari ad arte per scandalizzare. È invece utile ad amplificare la sensazione di costrizione, di situazione senza uscita in cui sono i due protagonisti, motiva i loro silenzi, rende più intenso il disagio di personaggi alle prese con un modello culturale nel quale un desiderio eterodosso non può trovare, realisticamente, alcuna collocazione.

È una vicenda, come quella di qualunque melodramma, di amore negato, omo o etero che sia. Anche se è poi proprio la cornice western a offrire una soluzione. I vastissimi spazi del paese interno e selvaggio diventano infatti il teatro in cui è possibile esprimere i propri sentimenti: perché quello che una società irrigidita nei suoi codici culturali non può accettare, la saggezza implicita della natura sa accogliere senza opporre alcuna regola costrittiva.

Tags: Jake Gyllenhaalwestern
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