Quello di Guido Maria Brera è un nome ormai affermato nella cultura italiana, eppure è negli ultimi mesi che è diventato pressoché impossibile non imbattersi nel suo romanzo d’esordio. Parliamo naturalmente de I Diavoli: La Finanza Raccontata Dalla Sua Scatola Nera, pubblicato nel 2014 e pronto al debutto televisivo su Sky Atlantic nell’omonimo adattamento con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey.
Nel thriller finanziario che ci ha già conquistati c’è Derek Morgan, potente trader di una grande banca americana, pronto a tornare alla casa madre di New York e cedere il posto a un più giovane, ambizioso italiano, Massimo De Ruggero. Assaporati finalmente il successo e il potere, a quest’ultimo si svela la reale natura della finanza, non soltanto un vertiginoso gioco di prestigio, ma anche il microcosmo in cui si celano i tessitori del nostro destino.
Guido Maria Brera, si legge nella sinossi del romanzo, ce li mostra per la prima volta da vicino, portandoci esattamente al centro della zona grigia dove nascono le decisioni, dove si esercita l’unico vero potere del nostro tempo. Questo è il romanzo che vi fa vedere dall’interno il ciclone che sta arrivando e dal quale nessuno potrà ripararsi.
E in effetti è difficile scampare al tam-tam mediatico che avvolge l’adattamento televisivo di Diavoli. Una produzione dai connotati inconfondibilmente italiani e che però schiaccia l’occhio a un pubblico internazionale grazie a un cast curatissimo di cui fa parte una star d’indiscussa popolarità, un Patrick Dempsey finalmente libero dal fantasma di Derek Shepherd in Grey’s Anatomy.
- Brera, Guido Maria (Author)
L’arrivo di Diavoli sugli schermi giova all’intera produzione letteraria di Guido Maria Brera, che torna sotto i riflettori e si apre alla curiosità di nuovi lettori. Nel 2015 Brera fonda la casa editrice La nave di Teseo insieme a Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco, e nel 2017 scrive Tutto è in Frantumi e Danza in collaborazione con Edoardo Nesi.
Questo secondo romanzo, lontano dal mondo della finanza osservato ne I Diavoli, abbraccia invece l’enormemente percettibile passaggio fra il passato e il presente in un’epoca di globalizzazione, l’immigrazione e le sue ramificazioni in ogni ambito dell’esistenza. Ricordi quando vivevi nel migliore dei mondi possibili, e non te ne accorgevi neanche?, si legge nella sinossi.
Il mondo richiamato è quello in cui ci si aspetta che il futuro sia migliore del presente, che i figli possano trovare lavoro a pochi passi da casa, che i sogni siano sogni e non illusioni. Un mondo in cui si è convinti di poter dimenticare terrorismo e immigrazione, poiché ormai prossimi a un’esistenza del tutto condivisa e prospera. Un mondo in cui le piccole aziende non chiudevano, le banche non fallivano, centinaia di migliaia di persone non perdevano il lavoro e non si moriva affogati pur di arrivare in Italia.
- Brera, Guido Maria (Author)
La contemporaneità, con i suoi sconvolgimenti grandi e piccoli, resiste anche in La Fine del Tempo, romanzo del 2020. Al centro degli eventi c’è qui Philip Wade, professore di Storia contemporanea ma anche analista in una grande banca d’affari. Un uomo profondamente legato al proprio sapere e alle proprie intuizioni, e la cui vita si ritrova sconvolta da una forma di amnesia a causa della quale non riesce a ricordare i fatti recenti che lo riguardino. Con i toni e i ritmi di un giallo, La Fine del Tempo ripercorre i tentativi di Wade di ricostruire la propria storia, e in particolare i contenuti di un saggio rivoluzionario sul quale era al lavoro.
L’uomo si dedica dunque alla ricomposizione del mosaico del suo libro, il quale potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi corporation che governano l’economia mondiale. E che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull’eliminazione della principale variabile del gioco finanziario – il tempo – condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l’aristocrazia delle app.
Al pari de I Diavoli, La Fine del Tempo sembra mostrare una buona propensione a un eventuale adattamento televisivo. E in effetti il legame fra Guido Maria Brera e la serialità non sembra destinato a limitarsi all’avventura di Diavoli su Sky Atlantic. In virtù di un recente accordo, infatti, il collettivo I Diavoli, di cui lo stesso Brera è a capo, sottoporrà qualsiasi idea, concept, format e soggetto sviluppato a Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli in via prioritaria ed esclusiva. L’obiettivo sarà valutare la realizzazione di eventuali film o serie tv.
Per I diavoli raccontare storie significa leggere tra le righe del reale, illuminarne i lati più oscuri, ma soprattutto giocare d’anticipo, intercettare le tendenze, cogliere nell’oggi ciò che sarà domani. Restituire visioni del futuro a partire dal presente. Lo facciamo incrociando saperi diversi in una geometria narrativa comune, sperimentando una pluralità di chiavi espressive: dai libri al web, dalla letteratura alla multimedialità, ha spiegato Guido Brera.
L’accordo di first look con Fremantle, tra le società leader mondiali nel campo della creazione e la produzione, e una realtà produttiva del valore di Wildside rende finalmente possibile raccogliere la sfida oggi più ambiziosa sul terreno delle grandi narrazioni e dell’intrattenimento di qualità: quella dello sviluppo di contenuti audiovisivi per il cinema e la serialità televisiva, ha concluso.
Il futuro, insomma, sembra carico di opportunità e sorprese. Tanto per Guido Maria Brera quanto per gli spettatori, che nell’attesa hanno tutto il tempo di dedicarsi a Diavoli, al debutto su Sky Atlantic il 17 aprile.