Ai tempi del coronavirus, l’autocertificazione secondo Laura Boldrini è discriminante per il genere femminile? Nelle ultime ora è stata volutamente diffusa una bufala attribuita all’ex presidente della Camera, prendendo spunto da un’intervista rilasciata al programma “Un giorno da pecora” su Radio 1. L’argomento in questione è stato trattato on air ma non certo nei termini della fake news poi veicolata sui social.
Riascoltando l”intervento di Laura Boldrini nella puntata del programma radiofonico, i toni sono ben diversi da quelli espressi nell’ultima catena fake promossa da alcuni profili social vicini alla Lega e veicolati pure attraverso un articolo de Il Giornale. La deputata non ha affatto parlato di priorità ad un’autocertificazione per gli spostamenti che includa anche il genere femminile (e non solo quello maschile) in questo momento di estrema emergenza per la pandemia Covid-19. Piuttosto, come dimostrabile dall’ascolto del suo intervento(intorno al minuto 45 del contenuto qui riportato) la ex presidente della Camera (pure incalzata dai conduttori) ha sottolineato che la mancanza dei riferimenti al genere femminile nel documento per gli spostamenti è frutto di una cultura che stenta a mettere radici nel nostro paese. Non si è parlato affatto di priorità della vicenda in questo momento, né di un impegno specifico della politica per un ulteriore cambio del modello di autocertificazione.
In merito alla questione autocertificazione per gli spostamenti secondo Laura Boldrini va anche specificato che la smentita della bufala è giunta pure dalla diretta interessata. La priorità assoluta, in questo momento, resta la lotta al Covid-19, nient’altro. Nell’intervento social ufficiale riportato solo poche ore fa, c’è anche l’invito ad evitare perdite di tempo nel diffondere notizie false che non interessano nessuno. Non è certo la prima volta che Laura Boldrini diventa bersaglio di campagne virali che le attribuiscono dichiarazioni (nella maggior parte dei casi) menzognere e comunque dall’indubbia interpretazione. Il caso odierno, di certo, non sarà neanche l’ultimo.