Sui social, e molto più su Facebook, si sta facendo largo uno scritto firmato da un certo Eracleonte da Gela, presumibilmente risalente al 233 a.C. Abbiamo tentato di attestare l’identità di questo sconosciuto, cercandone cenni storici o qualcosa che ci faccia almeno presumere sia mai esistito, ma su Wikipedia e quant’altro, non ce n’è alcun riscontro. La trama dello scritto di Eracleonte da Gela si allaccia alla primavera del 233 a.C., in riferimento alla colonia attica che si accingeva a festeggiare Dioniso (le celebrazioni facevano capo alle ‘Antesterie‘, di filo ionico-attiche, che collegavano la degustazione del vino alla primavera). Ad un certo punto sopraggiungeva un male virale, che costringeva i cittadini a rintanarsi in casa per bere, mangiare e dormire, affinché il tempo passasse in fretta ed il male sparisse (non sarebbe più stato possibile festeggiare la primavera, ma di altre scelte non ce n’erano, all’epoca, dando per buono lo scritto così come ci è stato presentato, ed adesso). Come si legge su ‘cosenostrenews.it‘, l’invito di Eracleonte da Gela, sia esistito oppure no, non potrebbe essere più attuale (forse proprio perché scritto nel 2020 d.C., chi può dirlo): bisogna restare a casa per dare al tempo l’opportunità di scacciare via il male.
Il testo dello scritto di Eraclonte da Gela del 233 a.C. è il seguente:
Non ci sono riscontri che confermino che questo famigerato Eracleonte da Gela sia mai esistito, e più precisamente nell’anno 233 a.C. La fonte, al più, associa a quel nome la figura di un vescovo eretico cristiano scomunicato nel corso del primo concilio vescovile in Sicilia, sotto il papato di Alessandro I tra il 105 ed il 116 d.C. Poco importa che Eracleonte da Gela del 233 a.C. sia effettivamente nato e morto, e nel mentre abbia trovato il tempo, il modo e l’ispirazione per quello scritto, dal sapore antico ed attualissimo al tempo stesso, per il periodo corrente.
La morale resta, vivida e calzante: bisogna restare a casa per non contrarre quel male, che resterebbe con noi e da noi poi passerebbe ai nostri parenti, od a chiunque con noi entrasse in contatto (sappiamo quanto il Coronavirus possa essere contagioso, non serve ribadirlo ancora una volta). In definitiva, non è importante sapere se Eracleonte da Gela sia o meno un personaggio inventato, i corsi e ricorsi storici, in questo caso, non ci interessano (a voi cambia qualcosa per caso?): seguite le indicazioni scrupolosamente, perché sono l’unico modo per provare a tenere bada questo nemico invisibile che a dura prova sta mettendo la nostra salute e la nostra pazienza. Ogni occasione è buona per esortare tutti, anche le teste calde (purtroppo c’è ancora chi sta prendendo sotto gamba la situazione, continuando ad uscire indisturbato anche per cose futili, e sprezzante del pericolo che sta correndo), a non andare incontro ad un rischio reale.
Ha sortito più effetto questa “bufala” che le giaculatorie del povero Gabrielli, che dovrebbe delegare la lettura delle sue comunicazioni a qualcuno che abbia un tantino più calore. Non faccia conferenze stampa, organizzi la protezione civile.
L’autore è certo un burlone ma non gli manca sensibilità e un poco di cultura classica.Tra le bufale che pascolano sul web la trovo la migliore.
Il post originale è il seguente:
http://www.palermofelicissima.it/2020/04/01/piacere-mi-chiamo-eracleonte-di-marcello-troisi/
…è vero, l’ho scritto di mio pugno per il nostro blog. Se vi va, leggete il post originale
Ringrazio l’autore dello scritto che ha permesso all’Italia intera di fare conoscere la bella città di Gela, vi invito a visitarla non ve ne pentirete ci sono delle unicità al mondo oltre naturalmente a toccare da vicino la casa dove Eracleonte ha vissuto, vi aspettiamo numerosi
grazie per l’attenzione: eracleonte siamo noi. abbiamo scherzato e ci siete cascati tutti…. http://www.palermofelicissima.it/2020/04/01/piacere-mi-chiamo-eracleonte-di-marcello-troisi/
Magari non ci sono “cascati” proprio tutti… Senza nulla voler togliere alla bravura degli autori c’erano diversi indizi che facevano capire che si trattava di un falso, peraltro molto ben scritto: questo Eracleonte aveva delle conoscenze incredibilmente (!) avanzate per l’epoca sia di epidemiologia analitica (un male nell’aria che respiriamo se siamo loro vicini il male ci tocca e resta con noi e da noi passa ai nostri parenti) che di infettivologia (restiamo nelle case e tutti insieme vinciamo). Inoltre è una topica fargli dire nel 233 a.C. “Siamo forti” quando 50 anni prima Gela era stata conquistata e distrutta da Agrigento… In ogni caso, se tutte le “fakes” fossero di questo tipo ci sarebbe da congratularsi e non da combatterle!
Comunque siete e rimarrete soltanto degli stolti… Ricordate che esiste e resiste quel detto molto antico: Risus abundare in ore stultorum.. Niente vi calza meglio, inoltre vi considero dei poveracci.. Sbellicarvi dalle risate in un momento così drammatico dove tante vite sono spezzate e tanto sangue è stato e sarà versato! Stolti..
e fattela ‘na risata che magari domani non ti svegli neanche. E se devi citare una frase latina almeno scrivila bene.
Le uniche bufale che apprezzo sono quelle che danno il latte ai caciari. Tuttavia Il genio italico con la sua tipica fantasia ha generato un certo Eracleonte, personaggio mai esisitito fino a prova avversa, che è diventato più virale del Sars-Cov-2 tanto da essere più persuasivo delle cervellotiche ordinanze.
È comunque una bella poesia… anche se non è di Eracleonte … esistito o meno….
Bravissimo colui che l’ha scritta!!!!!
Grazie !!!! A chiunque esso sia!!!!
Scusate, dov’è il testo greco originale?
Molto brava! Sia come autrice dello scritto eracleontèo che della presentazione, filastrocca compresa (e forse anche del 1° commento…)
qualcuno si starà sbellicando dalle risate per aver piazzato il colpaccio!
:-)
Ma soprattutto per aver sentito declamare in TV la “sua” poesia:
https://www.tgverona.it/pages/880332//cronaca/zaia_recita_eracleonte_da_gela_223_a_c_perche_dobbiamo_fare_cosi.html
Chissà quanti la condivideranno!
Ma, soprattutto, chissà quanti conoscono la vera storia di Eracleonte, che viveva sotto un ponte, sotto il ponte sopra il lago, perché era un grande mago. Grande mago inesistente, raccontato nel presente. Ma le bufale si sa, vanno a gran velocità!
Indo