Intervista con Le Ore per il nuovo singolo 9:47 PM

Da oggi è disponibile il nuovo singolo de Le Ore, 9:47 PM. OM incontra Matteo e Francesco!

le ore

INTERAZIONI: 251

9:47 PM è il nuovo singolo de Le Ore, il duo composto da Francesco Facchinetti e Matteo Ieva. Il brano è disponibile da oggi, distribuito da Artist First e prodotto da Nardelli/Colombo.

Sono entrati nella Viral 50 di Spotify con La Tenerezza e a Sanremo Giovani li abbiamo ascoltati con La Mia Felpa È Come Me. YouTube Italia li ha nominati tra i 10 Artists To Watch del 2019 e negli scorsi mesi li abbiamo ascoltati in Radio Maria e Oh Madonna. Oggi esce 9:47 PM.

OM intervista Le Ore:

Oggi esce il vostro nuovo singolo, 9:47 PM. Perché questo titolo?
Francesco: Perché è il morto che canta. Nella smorfia 47 è il morto che parla e 9 suonava bene. Tra l’altro era mattina quando ho chiuso il testo ma il pezzo si intitola 9:47 PM (serale) perché credo che abbia un’atmosfera più giusta per la notte. Anche il sound che Matteo ha creato lo sento molto notturno.

Autobiografica anche questa, vero?
Francesco: Sì, non è una storia tanto diversa da Radio Maria (il singolo precedente, ndr).

Quindi “lei” è la stessa di Radio Maria?
Francesco: Esatto, è la stessa! Ma più che altro mi sono lasciato ispirare dal mondo musicale di questo pezzo; Matteo ha creato una base molto caratteristica che detta inevitabilmente la direzione del testo che ci ho scritto sopra. Avessi ascoltato un mood felice mi sarei ispirato ad altre cose ma avendo questo mood ho iniziato a scrivere cose più malinconiche. Mi sono reso conto che inizialmente ho parlato di me, delle notti senza sonno; quando poi sono arrivato al ritornello e ho aperto (“Odiavi la gente, pestavi le mer*e”) mi sono proprio sfogato e se ci penso adesso realizzo che mi sono collegato alla “botta al cruscotto” di Radio Maria a livello di atmosfera.

Come avete lavorato invece sull’arrangiamento?
Matteo: Ho lavorato facendo in modo che ci fossero tanti elementi di contorno che legano strofa e ritornello, ritornello e strofa. Sono andato a tagliuzzare vecchi suoni di trombe e di canzoni soul, di cori ecc.. Li ho lavorati e pitchati per raggiungere questi suoni che escono ogni tanto, suoni che non si capisce che strumenti siano. Sono questi gli elementi che hanno caratterizzato il pezzo perché da lì ho realizzato la base che ha poi ottimizzato Nardelli. Poi ci sono delle voci pitchate, anche quelle cantate da Francesco, che rendono l’atmosfera un po’ più pazza. Anche il video sarà abbastanza pazzo, fuori di testa…

Video che non potrete realizzare prima della fine della quarantena…
Matteo: In realtà lo abbiamo già girato. Lo abbiamo girato tutto nel salone di casa, da soli col telefono, e abbiano dato spazio alla fantasia.

Anche la foto che avete utilizzato per la copertina è stata scattata in casa?
Francesco: Sì, è simbolica di quello che stiamo vivendo. Piedi alla finestra e palazzo di fronte: è la condizione in cui tutti ci troviamo in questo periodo. Quello che vediamo del mondo fuori è quello che vediamo dalla finestra. Anche sui social non stiamo usando foto precedenti a questo periodo né foto di shooting. Volevamo rappresentare ciò che effettivamente stiamo vivendo adesso e la copertina è parte di quel loop in cui siamo entrati tutti.

Come state passando la quarantena?
Matteo: Stiamo guardando un sacco di porno (ride, ndr).
Francesco: No, non è vero. Abbiamo depennato tutta la parte della vita outdoor ma la parte creativa non l’abbiamo abbandonata. Tante cose sono rimaste invariate solo che le comprimiamo tutte in una giornata e ne facciamo di più. Invece di un paio di film a settimana ne guardiamo uno al giorno ad esempio. Il nucleo creativo invece non solo non si è fermato ma forse lavora ancora più velocemente.
Matteo: Dall’inizio della quarantena abbiamo chiuso tre pezzi. A livello creativo non ci siamo fermati.

Avete partecipato anche voi ai flashmob sui balconi? Avete suonato/cantato?
Matteo:
No però hanno messo delle canzoni nostre. La cosa carina è che hanno messo prima Baglioni, poi la nostra Oh Madonna… Eravamo, in un certo senso, legati a Baglioni.

Avete scritto un brano per la serie TV Disney Penny On M.A.R.S. Come è nata la collaborazione?
Francesco: È nato tutto per caso da un incontro con Enrico Palmosi. L’anno scorso abbiamo lavorato con lui su un paio di brani in italiano. Poi poco prima di andarcene Matteo ha detto: “Ti faccio sentire questa cosa”. Ha tirato fuori una demo di un pezzo che avevamo scritto in inglese due anni prima. Palmosi lo ha sentito e mi ha chiesto di cantarlo, solo dopo abbiamo capito il motivo: stava curando la colonna sonora per una serie TV Disney e cercavano una ballata per chiudere la serie. Il nostro brano è Let Myself Go ed è il pezzo che gli attori cantano nel saggio finale della serie TV Penny On M.A.R.S. va in onda su Disney Channel in 21 Paesi, a breve anche su Disney +.

LE ORE – 9:47 PM (testo)

Il sonno che ho perso io
lo troverà qualcuno
ma tanto non ci farà niente
Sì vabbè, fanc*lo
È pieno di chiamate fatte
senza risposta
Ho scritto una canzone nuova
è pure brutta
Mi dicono di riposare
ma non m’importa
è un po’ come portarsi i soldi
nella tomba
Non mi risulta sia un successo
morire riposati
Ora del decesso:
quando m’hai lasciato.
9:47
sono il morto che canta.

Odiavi la gente
pestavi le mer*e
quando uscivi con me
Adesso non togliere
gli occhi da terra
Che poi pesti anche te.
E restiamo zitti e muti
qui in un parcheggio
quando potevamo stare
zitti e nudi in un letto.
Se ti va di parlare
qualche cosa non va.

Capita soltanto a me
di scrivere a nessuno?
Rileggere un paio di volte
poi cancellare tutto.
Assurdo era un legame forte
tipo le bombe
ma con l’anno nuovo è esploso
tipo le coppie
Va a capire poi di chi
è stata la colpa
ma semmai tornassi indietro
solo una pom**
9:47
sono il morto che canta.

Odiavi la gente
pestavi le mer*e
quando uscivi con me
Adesso non togliere
gli occhi da terra
Che poi pesti anche te.
E restiamo zitti e muti
qui in un parcheggio
quando potevamo stare
zitti e nudi in un letto.
Se ti va di parlare
qualche cosa non va.

E restiamo zitti e muti
qui in un parcheggio
quando potevamo stare
zitti e nudi in un letto.
Quei discorsi rimandati
a dopo a dopo per sempre
tutti chiusi a tre mandate
tanto adesso non serve.