Immortale il Samsung Galaxy S7: avvio distribuzione patch di marzo

Adesso anche con la patch di marzo il Samsung Galaxy S7: al pensionamento penseremo poi

Samsung Galaxy S7

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Non speravamo che i Samsung Galaxy S7 potessero ricevere la patch di sicurezza di marzo, almeno non così presto, eppure così è stato: la vecchia gloria del colosso di Seul si dimostra ancora una volta all’altezza della sua fama, iniziando ad accogliere proprio l’ultima SMR (Security Maintenance Release). Tenete, però, presente che il precedente aggiornamento non ha fatto la propria comparsa in tutti i mercati, e che lo stesso potrebbe accadere con questo di marzo (speriamo proprio l’Italia rientri tra le designate).

Naturalmente di nuove funzioni neanche a parlarne: c’è di nuovo solo il significativo incremento apportato alla qualità della sicurezza offerta dai Samsung Galaxy S7 raggiunti dalla serie firmware G93xFXXS8ETC6, contraddistinta da un peso di 41MB. La patch di marzo di quest’anno introduce 23 correzioni (di cui solo una di livello critico e 6 non direttamente afferenti ai prodotti del colosso di Seul, che potrebbero averle inglobate con un precedente upgrade) del sistema operativo Android in generale, e 25 di carattere particolare, ovvero implementate dall’azienda sudcoreana per i propri dispositivi (relative a touchscreen, modalità DeX, vulnerabilità dichiarata del processore Exynos con i terminali equipaggiati con Android 9 Pie e notifiche della schermata di sblocco). Se volete consultare il bollettino ufficiale di tutte le modifiche introdotte, visitate questo indirizzo.

Non potevamo che accogliere bene la notizia dell’avvio della distribuzione dell’aggiornamento G93xFXXS8ETC6 comprensivo della patch di sicurezza di marzo a bordo del Samsung Galaxy S7, dispositivo che ricordiamo essere stato lanciato ormai 4 anni fa (per uno smartphone sono un’eternità, non servirebbe nemmeno precisarlo). Come vi dicevamo, non è detto che l’upgrade venga rilasciato per tutti i mercati in cui è stato venduto il Samsung Galaxy S7, ma non fasciamoci la testa prima di rompercela, magari l’Italia rientra tra quelli per cui l’upgrade è stato predisposto.