Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails è quella cosa che arriva all’improvviso quando tutto sembra perduto. Il mondo è chiuso in casa e lo smart working è la messa alla prova dei lavoratori che ora possono operare in pigiama o con il gatto sulle ginocchia, con accanto il proprio tazzone con la tisana fumante al finocchio, la sigaretta che brucia su quel posacenere che non sta sul davanzale dell’ufficio ma sulla scrivania del soggiorno, quella pausa-bagno che non ha orari.
Oggi il Coronavirus ci ha resi tutti pantofolai e comodi, ma non è esattamente così. Il mondo, la gente, i fan, i lavoratori che abbiamo già citato, anche i disoccupati e i precari, gli insegnanti e i freelancer hanno paura. I nostri device recitano sempre di più la parte delle finestre verso il mondo esterno, che tanto esterno non è. Ecco, dunque, gli artisti.
C’è chi dà lezioni di chitarra su Instagram (Brian May dei Queen e Alex Britti, per citarne alcuni), c’è chi intrattiene i propri follower con esibizioni in diretta social (l’iniziativa #iosuonodacasa di cui anche Optimagazine è media partner) e c’è chi lancia nuova musica.
Questo venerdì 27 marzo è anche il giorno di Gigaton dei Pearl Jam, ma quando parliamo di Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails non può non venirci in mente qualcos’altro. Fermi, ci arriveremo a tutta quella prima parte che era Ghosts I-IV (2008): la stessa mossa era stata messa in atto da quel saggio e pazzo Nick Cave che con i suoi Bad Seeds aveva improvvisamente annunciato Ghosteen semplicemente perché un fan aveva chiesto all’artista quando sarebbe arrivato il nuovo album. “Taac”, direbbe Pozzetto: Nick Cave aveva risposto con artwork, tracklist, titolo e data di uscita di Ghosteen. Un gran bel disco etereo, dobbiamo dirlo.
Per parlare di Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails dobbiamo fare un passo a ritroso di qualche anno. No, non troppo: sappiamo bene quanto siano ancora preziosi i capolavori The Downward Spiral (1994) e The Fragile (1999), tutti siamo innamorati di Hurt, Closer e Piggy (per citare le tre canzoni che tutti conoscono).
Un primo esperimento nel 2008: Ghosts I-IV
Sì, Ghosts V-VI continua un discorso interrotto in un 2008 che per Trent Reznor e soci era l’anno della rottura con la produzione con le case discografiche. Quasi come a questo giro, Ghosts I-IV era un’opera interamente strumentale in cui i Nine Inch Nails si erano rinchiusi per 10 settimane per un’emesi sonora in totale libertà creativa, un materiale pronto per essere servito in modo non convenzionale al pubblico che si ritrovava, di punto in bianco, di fronte a 36 tracce suddivise in 4 momenti.
Ghosts I-IV uscì sul sito ufficiale dei NIN in versione gratuita per lo step Ghosts I e a 5 dollari per tutta la raccolta, oltre alle versioni su CD anche nella confezione deluxe a tiratura limitata. In quel tempo anche i Radiohead fecero una cosa simile con In Rainbows, che nel 2007 venne pubblicato in download digitale prima e in copia fisica poi, sul sito ufficiale della band di Thom Yorke. Il sistema era quello del pay what you want: in pratica i fan potevano scaricare le tracce singolarmente senza per forza downloadare tutto il disco.
Ghosts I-IV era l’interludio tra Year Zero (2007) e tutto ciò che venne dopo e la novità stava nella licenza Creative Commons non commerciale, stessa cosa che avvenne sempre nel 2008 con The Slip: gli ascoltatori potevano riutilizzare le loro musiche.
- Ghosts I - IV by Nine Inch Nails (2008-04-08)
- Audio CD – Audiobook
In tutte le 36 intense tracce dell’opera prima di Ghosts non si poteva parlare di canzoni. I NIN di Trent Reznor avevano creato veri e propri lampi sonori e atmosfere suggestive, buttandoci dentro rumori ed elettronica, ma anche intensi episodi di melodia e spirali visionarie. Ascoltare i 4 momenti dell’opera significava penetrare in profondità la testa di Trent Reznor e perdersi nei suoi labirinti mistici.
Un’opera, la prima di Ghosts, che ancora oggi fa storcere il naso agli appassionati dei Nine Inch Nails: l’espressione colorita “strategia commerciale” è più volte rimbalzata di tabloid in tabloid e di cranio in cranio con giudizi esplosi a denti stretti e teste ciondolanti da destra a sinistra.
12 anni dopo i Nine Inch Nails hanno trovato spazio per continuare quel discorso: Ghosts V-VI aggiunge altre due parti ai paesaggi sinusoidali già tracciati nei 4 capitoli precedenti. A questo giro le tracce hanno un nome e anche i due nuovi album. Ghosts V ha come titolo Together mentre Ghosts VI è riassunto nella parola Locusts.
La dedica dei Nine Inch Nails ai fan impauriti dal Coronavirus
Sul sito ufficiale della band di Trent Reznor un messaggio postato nella giornata di ieri, 26 marzo, accompagnava il lancio dei due album:
Con le notizie che sembrano farsi di ora in ora più cupe, ci troviamo a vacillare tremendamente tra un sentimento di speranza e uno di totale disperazione, che spesso si alternano di minuto in minuto. Anche se ci definiamo delle persone antisociali che preferiscono stare da sole, questa situazione ci ha fatto davvero apprezzare il potere e la necessità del contatto umano.
La musica – ascoltarla, pensarla, crearla – ci ha aiutati ad affrontare qualsiasi momento, buono o cattivo. Con questo pensiero abbiamo deciso di lavorare fino a tarda notte e completare questi due nuovi ‘Ghosts’ per aiutarci a mantenere in qualche modo la salute mentale.’Ghosts V: Together’ è per quando le cose sembrano andare bene e ‘Ghosts VI: Locusts’ beh, potete immaginarlo. Creare questi album ci ha fatti sentire meglio e ci fa bene condividerli. La musica riesce sempre a farci sentire un po’ meno soli al mondo, e speriamo che sia così anche per voi. Ricordate, siamo tutti insieme in questa situazione e anche questo passerà. Non vediamo l’ora di vedervi.
Siate vigili, state al sicuro e prendetevi cura l’uno dell’altro.
Con affetto, Trent & Atticus
Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails
Pad, archi, pianoforti, rumori, synth e sequenze infinite. Pochi ma complessi elementi per un altrettanto complicato compito di riuscire a stringere i fan – idealmente, si intende – in un abbraccio che promette che tutto andrà per il meglio.
Together è la prima parte di Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails e si struttura in brani mediamente lunghi – Apart tocca e supera i 13 minuti di durata – apparentemente in ordine illogico ma, se prestiamo attenzione, siamo di fronte a un crescendo. I pad ossessivi di Letting Go While Holding On sono disturbati da accordi eseguiti da un timbro che somiglia a quello di un idiofono. Accordi in maggiore che minacciano di soffocare sotto un suono che si fa sempre più presente sfumano, poi, verso un finale in cui si insinuano cori misteriosi.
La title track si apre con un pianoforte dolcissimo e da quel momento dobbiamo accettare il nostro precipitare verso un oceano di vuoto interstellare. Le percussioni si fanno attendere fino al finale di Apart, in cui uno strano martello si insinua per poi tacere, ma incontreremo la più nostalgica delle visioni dei Nine Inch Nails in Still Right Here, ultima traccia di Ghosts V: Together. Still Right Here è elettronica, industrial e quasi violenza, forse un modo di Trent e Atticus per tormentarci dopo averci quasi reso sordi con i suoni striduli di Hope We Can Again.
Titoli pieni di speranza, in poche parole, sono la peculiarità di Ghosts V: Together, visto che nella tracklist leggiamo anche una With Faith che in effetti ha tanto di mistico data la presenza di cori campionati.
Locusts è la seconda parte di Ghosts V-VI. A questo giro troviamo più tracce e più assortimento: 15 brani di cui uno decisamente molto breve – Right Behind You dura appena 1 minuto e 42 – e l’ennesimo episodio lungo e diluito lo troviamo in Turn This Off Please con 13 minuti di abbandono.
The Cursed Clock apre le danze e ci ritroviamo di fronte ad un pianoforte acustico. Una nota suona ossessivamente e ad essa si uniscono sospiri, note più gravi e un suono che si fa sempre più presente e disturbante fino a inghiottire del tutto l’avorio, che sparisce dietro un riverbero.
La minacciosa Around Every Corner è degna di una colonna sonora di qualche horror italiano degli anni ’70 e in Run Like Hell accade di nuovo di incontrare lo spirito diabolico dei Nine Inch Nails, ma possiamo trovarlo anche nella soffocante A Really Bad Night.
A differenza di Toghether, Locusts ospita stanze meno illuminate e paesaggi più spettrali. Non è un caso se i due dischi si presentano con uno sfondo chiaro e uno scuro, in netto contrasto tra loro e in piena attinenza nello stesso momento. Se in Together troviamo soluzioni più pacate e dinamiche più soffici e rilassanti, in Locusts tutto si fa più nervoso e disturbato.
Dove trovare Ghosts V-VI dei Nine Inch Nails
Visitando il sito ufficiale dei NIN all’indirizzo https://nin.lnk.to/GhostsDownload è possibile ottenere il download gratuito dei due album semplicemente compilando un form con i propri dati. Un’email notificherà l’avvenuto ordine e conterrà un link di indirizzo al download del materiale. Si consiglia di disattivare AdBlocker.
Nelle ultime 24 ore, inoltre, GhostsV-VI dei Nine Inch Nails è stato caricato sui principali servizi di streaming musicale.