Il weekend appena lasciato alle spalle ha avuto come protagonista il farmaco giapponese Avigan (questo il suo nome commerciale ma il relativo principio è noto come Favipiravir). Un video social molto diffuso avrebbe sottolineato l’estrema efficacia dell’antivirale in Giappone contro il coronavirus (come indicato in un nostro primo approfondimento) ma, di contro, l’AIFA (Agenzia italiana del Farmaco) avrebbe raggelato gli animi con la sua ultima dichiarazione in cui il medicinale non viene per nulla descritto come quello deputato alla sconfitta del Covid-19.
La posizione dell’AIFA sull’Avigan
Cosa dice esattamente l’AIFA dell’Avigan? L’Agenzia chiarisce come il farmaco sia utilizzato in Giappone dal marzo 2014 come nuovo antivirale in aiuto in quelle forme di influenza nuove che non rispondono ai comuni medicinali. Detto questo, va chiarito che proprio questo principio non è stato finora mai autorizzato né in Europa, né negli Stati Uniti.
Perché l’Avigan potrebbe non essere efficace contro il coronavirus? L’AIFA precisa che non ci sono studi clinici pubblicati sulla bontà del medicinale e pure sulla sicurezza da garantire ai pazienti in caso di di somministrazione. I dati a disposizione fino a questo momento si definiscono pre-proof (cioè non ancora sottoposti alla revisione di esperti a livello globale). In ogni caso questi ultimi riguardano solo un ristretto numero di pazienti affetti però da Covid-19, in uno stato non grave e pure contagiati da non più di 7 giorni.
L’AIFA precisa ancora che proprio l’Avigan è stato confrontato pure con un altro antivirale non autorizzato come lo lopinavir/ritonavir. Entrambi sono stati associati a a interferone alfa-1b per via aersol. Le informazioni a disposizione sembrano pure suggerire le potenzialità del favipiravir (nell’ottica di far scomparire il virus dal sangue prima del tempo) ma non è chiara l’efficacia intrinseca del medicinale e soprattutto l’aspetto della sucessiva evoluzione della malattia. Va chiarito che pure gli stessi autori di questo studio preliminare hanno ammesso che, trattandosi di test non controllati da tutta la comunità scientifica, potrebbero esserci delle distorsioni nella selezione del reclutamento dei pazienti.
Nuovo intervento dell’AIFA il 23 marzo
Nonostante tutte le precisazioni riportate nella nota ufficiale delle scorse ore, l’AIFA non vuole lasciare del tutto intentata la possibile strada dell’Avigan come antivirale contro il coronavirus. L’Agenzia ha chiarito che proprio in questo lunedì 23 marzo non mancherà di pronunciarsi in maniera ancora più approfondita sulla soluzione farmacologica. Il compito dell’AIFA resta quello di fornire evidenze scientifiche sull’utilizzo di tutte le soluzioni possibili contro il Covid-19, con attenzione particolare al controllo di notizie false e non certificate in circolazione soprattutto sui social.
Sperimentazione dell’Avigan in Veneto?
Sulla questione sperimentazione dell’Avigan in Veneto c’è una sorta di giallo in essere. Nelle scorse ore, il governatore della regione Luca Zaia (di certo travolto come tanti italiani dall’entusiasmo nei confronti del farmaco giapponese) ha rilasciato delle dichiarazioni molto precise. Zaia ha parlato di emergenza in corso come quella di una vera e propria guerra mondiale che potrebbe non terminare prima di giugno. Di qui la necessità di tentare anche strade nuove come quella del nuovo farmaco giapponese.
Il punto saliente delle dichiuarazioni di Zaia è esattamente il seguente. Il massimo rappresentante della regione del nord-est (come riportato anche da anche su Il Messaggero) afferma che l’AIFA avrebbe dato già l’autorizzazione proprio per il medicinale tanto chiacchierato e spera che i primi test partano già oggi 23 marzo.
Come sottolineato nel paragrafo precedente, proprio l’AIFA non si è mostrata per nulla certa dell’efficacia dell’Avigan per il trattamento contro il cornavirus e solo quest’oggi si pronuncerà ulteriormente sulla questione. Difficile ma non impossibile che ci sia un via alla sperimentazione in Veneto come in altre regioni d’Italia ma ogni notizia al riguardo non potrà che giungere proprio dall’Agenzia del farmaco. Non ci resta che attendere l’evoluzione della vicenda nelle prossime ore.