Del padre della psicoanalisi si sa tutto e niente. E che una figura così rivoluzionaria sia al contempo arcinota a livello professionale e ambigua in termini personali sembra essere la premessa ideale per una serie tv.
Freud, su Netflix dal 23 marzo, sembra voler sfruttare questa ambivalenza posizionando una figura reale in un contesto fittizio. Il risultato è un mystery thriller in otto episodi diretto da Marvin Kren, in cui un giovane Sigmund Freud collabora con una medium e un ispettore di polizia per risolvere alcuni casi d’omicidio nella Vienna del 1886.
Quest’amalgama tra realtà e finzione è frutto di un’analisi scrupolosa della vita di Freud fra il 1885 e il 1990. L’obiettivo della serie, spiega Kren, è assicurarsi che gli elementi fondamentali della sua gioventù siano riportati fedelmente sullo schermo, e solo a partire da ciò trarne spunti che possano intrattenere e incuriosire il pubblico.
L’ipnosi è stato il primo grande interesse della sua carriera, una pratica non ben vista dai suoi contemporanei. C’è questa famosa immagine di lui accanto a un paziente sdraiato, una metodologia che ha sviluppato proprio dall’ipnosi. Freud ha cambiato il modo in cui si organizzano le sale degli psicologi e la maniera con cui essi parlano ai loro pazienti.
È noto che intendesse controllare strettamente il modo in cui si raccontavano la sua storia e la sua biografia. Sappiamo che nella vita privata era fortemente dipendente dalla cocaina e che era un dottore ebreo molto ambizioso, un grande intellettuale di famiglia certo non benestante.
A Vienna si osservava un antisemitismo crescente in quegli anni, e lui era ossessionato dall’idea del subconscio. Sono questi gli elementi importanti della sua storia. Da qui abbiamo creato la figura di questo giovane uomo straordinario che vuole trovare il suo posto nella società.
Grazie a questo stratagemma Freud su Netflix cerca di scansare la classificazione di serie storica per diventare invece un thriller carico di suspense e mistero, capace di attrarre un pubblico giovane, alla ricerca di costanti colpi di scena e rovesciamenti narrativi. E farlo significa mescolare il vecchio al nuovo, generando atmosfere volutamente anacronistiche.
Sigmund Freud è interpretato da Robert Finster, l’ispettore Alfred Kiss ha il volto di Georg Friedrich e la misteriosa medium Fleur Salomé quello di Ella Rumpf.
Anche quest’ultima figura è una reinterpretazione di un personaggio realmente esistito. La Salome nella vita di Freud è infatti Lou Andreas-Salome, una psicoanalista sua amica e confidente. I due hanno intrattenuto per anni una fitta relazione epistolare e alla collega Freud ha sempre attribuito la capacità di comprendere gli altri meglio di quanto riescano a fare essi stessi.
Gli otto episodi di Freud sono disponibili su Netflix a partire da lunedì 23 marzo. Questo il trailer ufficiale della serie: