Il festival di Cannes 2020 è stato rimandato. Gli organizzatori hanno resistito finché hanno potuto, continuando a sostenere che la decisione ufficiale sarebbe giunta soltanto con la conferenza stampa del 16 aprile. Poi la situazione è precipitata, col mutare della posizione del presidente Macron e dell’atmosfera generale del paese di fronte all’emergenza. E quasi in serata, finalmente, anche dalla più celebrata e mondana delle kermesse cinematografiche è giunta la prevedibile conferma, preannunciata da un tweet. “A causa della crisi sanitaria e dello sviluppo della situazione francese e internazionale, il Festival di Cannes non potrà più svolgersi nelle date previste, dal 12 al 23 maggio“.
Nel comunicato stampa allegato, il festival di Cannes ha specificato che “in questo momento di crisi sanitaria globale, il nostro pensiero va alle vittime del Covid-19 ed esprimiamo la nostra solidarietà verso tutti coloro che stanno combattendo il morbo. Oggi abbiamo preso la seguente decisione: il festival di Cannes non si svolgerà nelle date previste. […] Stiamo considerando diverse opzioni per consentirne lo svolgimento, la principale è una semplice posposizione, a Cannes, entro la fine di giugno o l’inizio del mese di luglio”.
Come si vede, dunque, il festival fa delle ipotesi ma non ha inteso fornire una risposta e una data definita, il che è anche comprensibile, vista la grande incertezza di questa fase di transizione che si preannuncia non breve.
Infatti, continua il comunicato ufficiale, “non appena lo sviluppo della situazione sanitaria francese e internazionale ci consentirà di valutare le reali possibilità, renderemo nota la nostra decisione, in conformità con le consultazioni in corso con il governo francese e il municipio di Cannes, con i membri del Board del festival, i professionisti dell’industria cinematografica e tutti i partner dell’evento”.
Nella storia di Cannes è un evento quasi senza precedenti: dalla nascita del festival, nel 1946, soltanto l’onda lunga del maggio del ’68 era riuscito a bloccare il festival, con in prima fila i registi della Nouvelle Vague François Truffaut e Jean-Luc Godard che insieme ad altri interruppero lo svolgimento della kermesse in solidarietà con gli studenti e gli operai.