Come potremmo sintetizzare un giudizio su Doom Eternal in poche righe (ammesso che sia possibile)? Beh, sicuramente che il gioco di id Software e Bethesda è un prodotto che non ha alcun timore reverenziale dei tempi moderni e del progresso tecnologico. Ma cosa vuol dire questo in soldoni? C’è un intera recensione per approfondire ogni singolo aspetto, argomentandolo a dovere. Ma alla fine, in sostanza, la verità è quella di apertura.
Doom Eternal arriva infatti sul mercato in questo esordio di 2020 con una grande ambizione: quella di mantenere altissimo il nome del franchise. Per farlo non vuole stravolgere alcuna dinamica ludica, in barba ai progressisti che guardano magari con favore ad altre tipologie di produzioni.
Non provate dunque a fare paragoni di sorta con i vari Call of Duty o Battlefield: Doom resta orgogliosamente Doom anche in questa sua nuova iterazione.
- Disintegra intere armate di demoni, ognuno dotato di specifici...
- Con modalità multiplayer
Eternamente Doom Eternal
Le premesse narrative alla base di questa nuova avventura non si discostano da quelli che sono gli schemi classici della serie. La terra è ancora una volta minacciata da un’invasione demoniaca. Orde di spiriti malefici ne hanno infestato la superficie, sconvolgendone la morfologia. E la panoramica offerta al protagonista,Il Doom Slayer, a bordo della sua navicella nello spazio, è un preludio al peggio. Fuoco e fiamme dominando la superifice del nostro geoide, con pentagrammi satanici di migliaia di chilometri quadrati che si mostrano in tutto il loro scintillante bagliore. Cosa fare dunque? Attendere l’inevitabile fine oppure contrapporsi a schiere di letali entità ultraterrene?
Una domanda metaforica, ovviamente. E che non ha opzioni di sorta se non la seconda. D’altronde sono ormai 27 anni che id Software, senza remore, lancia nella mischia i suoi personaggi. E Doom Eternal non fa di certo eccezione. A distanza di quattro anni dal predecessore (2016) e a sedici dal terzo capitolo della serie regolare (2004), la tradizione si appresta a continuare. E per le presenze demoniache non è che si metta proprio benissimo.
Il Fast ‘n Furious degli sparatutto
Chi non ha mai giocato a un capitolo della serie necessita di un avviso importantissimo: in Doom Eternal non si pensa. Si spara. Uno dei consigli dati proprio dal tutorial, nelle fasi iniziali dell’avventura, riguarda la mobilità del Doom Slayer. Fermarsi vuol dire esporsi al fuoco nemico, e non è di certo cosa buona, vista la quantità di danni che, cumulativamente, le forze nemiche sono in grado di arrecare.
Le fasi iniziali, in cui i nemici saranno pochi e rarefatti, lasceranno molto presto spazio al marasma sullo schermo. La diversificazione degli avversari messi in campo da id Software in Doom Eternal costringerà gli utenti a una camaleontica operazione di adattamento del proprio stile combattivo.
Ogni specifico demone avrà personalissimi punti deboli, da sfruttare per averne ragione in battaglia. A tal scopo serve la grande varietà di armi pronta all’uso, richiamabile tramite la pressione prolungata del tasto L1. In questo frangente il tempo rallenterà (un pochino, non sperate in dilatazioni eccessive, ndr), con la scelta della sputafuoco ideale che sarà quindi concessa in moderata calma. Shotgun, mitragliatori, lanciarazzi e fucili al plasma: ce n’è davvero per tutti i gusti, con i punti di forza di ognuna delle armi che sarà cruciale nel buon esito della battaglia, soprattutto ai livelli di difficoltà maggiore. Non aspettatevi realismo assoluto in questo frangente, dal momento che il titolo non punta a quel target. Le armi non avranno sistemi di ricarica: si svuoterà il caricatore e si cercherà di riempirlo al più presto. Così, senza soluzione di continuità. E per tutta la durata dell’esperienza ludica.
Pazienza ne abbiamo?
Uno scoglio da affrontare è sicuramente quello della scelta della difficoltà a cui affrontare l’avventura. “Troppo Giovane Per Morire”, la quella base di Doom Eternal, rappresenta (più o meno) una passeggiata di salute, sarà con i livelli maggiori che il grado di sfida impennerà vertiginosamente. Già con “Fatemi Male” le cose saranno molto diverse, mentre in “Ultra-Violenza” e “Incubo” non si potrà scherzare. Roba da veri hardcore gamer, o da giocatori con portafogli abbastanza gonfi da comprare nuovi pad.
Negli ultimi casi infatti non sarà più uno sparatutto, ma un vero e proprio valzer con la morte. I giocatori saranno infatti impegnati letteralmente a ballare sul campo di battaglia, scansando proiettili e fendenti nemici. Anche il più piccolo danno subito può significare, in questo caso, una rapida escalation verso il game over.
Imparare quindi il numero di avversari e la loro tipologia sarà uno snodo cruciale nel proficuo avanzamento nella storia. A rendere più agevole il compito dei giocatori ci pensa poi la possibilità di potenziare le abilità del personaggi, unitamente agli attributi speciali, alle armi e alla tuta in dotazione. Un fattore non da poco, viste le possibilità offerte da Doom Eternal, con fuochi secondari parecchio utili. Senza poi dimenticare le abilità “passive” della tuta, che renderà magari più agevole l’uso delle granate o il reperimento dei collezionabili sulla mappa.
A spasso per l’inferno in terra
Il level design è sicuramente uno dei punti forti della serie. E la conferma arriva puntuale anche in Doom Eternal. Chiaramente largo merito va dato agli hardware dell’attuale generazione, che hanno permesso agli sviluppatori di avere basi lavorative più che solide su cui costruire il proprio piccolo (ma nemmeno tanto) capolavoro. Le ambientazioni, nel loro cruento gore, si prestano a esplorazioni rapide o a pattugliamenti certosini. Se nel primo caso il fine ultimo è il raggiungimento dei titoli di coda, la seconda opzione sarà quella preferita dagli hardcore gamer. I livelli confezionati da id Software, per quanto sostanzialmente lineari, sono infatti ricchi di anfratti tutti da scovare, con i collezionabili che premieranno la pazienza e la meticolosità dei più audaci tra gli esploratori videoludici.
A fare compagnia ai giocatori, nel corso dell’avventura, ci penserà poi una colonna sonora d’altissimo impatto. Che, tra le altre cose, si sposa alla perfezione con i ritmi forsennati dell’azione sugli schermi. Impossibile per il momento esporsi sulla Battlemode, la modalità multigiocatore competitiva. Questa sarà infatti disponibile in via esclusiva a partire dall’uscita ufficiale del gioco.
In sostanza, dunque, Doom Eternal è un grandissimo e potentissimo tributo a una generazione videoludica che non vuol saperne di passare. Quella dei titoli altamente punitivi nei confronti dei giocatori. Ma anche quella che ha allevato annate e annate di utenti che non si danno per vinti dinanzi alle prime difficoltà. Quegli utenti che hanno fatto del trial & error il proprio mantra. E che, con Doom Eternal, potranno nuovamente avere a disposizione un titolo capace di metterne alla prova le abilità. E la pazienza. Soprattutto quest’ultima.
Pro
- Ritmo di gioco indiavolato
- Buona caratterizzazione dei nemici
- Grande tributo ai giochi d’un tempo
Contro
- A tratti eccessivamente punitivo