Salvare l’industria calcio ed il rito sociale più amato dagli italiani. Reagire al Coronavirus per non far morire l’Italia. Il rinvio delle semifinali di Coppa Italia Juve-Milan ed Inter-Napoli ha messo in ginocchio il calcio italiano. Ormai nessuno governa più la situazione. Ogni partita diventa un enorme punto interrogativo, privo di qualsiasi logica. La serie B gioca e la serie A resta ferma: perché?
Il Coronavirus ha fatto emergere l’incapacità dei dirigenti del calcio, una delle principali aziende del Paese. A fronte di un’emergenza sanitaria, economica e sociale come quella del Coronavirus il calcio avrebbe dovuto dare un contributo a rassicurare la popolazione con decisioni serie, logiche, coerenti. Era doveroso definire una linea unitaria che opponesse al Coronavirus una reazione idonea a garantire la sicurezza di atleti, tifosi, popolazioni in uno con gli interessi economici pur rilevanti dei club.
Finora questa linea unitaria non è stata trovata. Litigi, insulti, decisioni controverse e contraddittorie; questo ha prodotto il calcio italiano al tempo del Coronavirus.
Se fino a ieri era in dubbio la regolarità delle competizioni, adesso c’è in gioco il futuro del calcio e del sistema Italia pesantemente colpito dall’infodemia nei suoi settori nevralgici: moda, design ed arredamento, wine&food, turismo.
Se gli scienziati consigliano di evitare per un mese assembramenti potenzialmente contagiosi, si decida immediatamente di disputare tutte le partite a porte chiuse con trasmissione dell’evento in chiaro. In questo modo si garantirebbe la sicurezza nazionale, la regolarità delle competizioni e la tutela degli interessi economici legati ai diritti tv. La pubblicità da inserire durante le trasmissioni (immaginate gli ascolti in chiaro di Juve Inter) garantirebbe un importante ristoro per i mancati incassi e per la quota dei diritti tv.
Un provvedimento logico e coerente, equilibrato dal punto di vista economico, che darebbe un contributo serio alla lotta epidemiologica ed economica contro il Coronavirus. Possiamo sperare che i dirigenti del calcio siano pronti ad adottarlo e che le televisioni pubbliche e private coinvolte siano pronte a collaborare?