Gli audio WhatsApp sul coronavirus in circolazione in questi giorni potremmo definirli come una seconda pandemia “virtuale” che sta dilagando davvero di chat in chat, creando falsi allarmismi, soprattutto tra i gli utenti più impressionabili e meno informati. L’ultima nota vocale in circolazione in queste ore fa riferimento a 27 nuovi casi presenti al Policlino Umberto I di Roma. La notizia sarebbe gravissima se solo fosse vera ma così non è per nulla.
La situazione attuale italiana relativa al contagio giunto dalla Cina non ha nulla a che fare proprio con l’audio WhatsApp sul coronavirus ora in circolazione. Gli unici casi accertati nel nostro paese sono quelli dei due turisti cinesi ricoverati si a Roma, ma solo presso l’ospedale Spallanzani della capitale. Solo quest’ultima struttura è predisposta a raccogliere pazienti con i sintomi riconducibili alla grave infezione.
Nell’audio WhatsApp sul coronavirus ora in circolazione (dunque) vengono fornite solo informazioni false: seppure a parlare è una donna che si professa essere un’infermiera, le sue dichiarazioni sono senz’altro frutto della sua “invenzione”. I 27 casi conclamati al Policlinico non sono reali, per nulla.
Sarebbe meglio non dare peso mai a note vocali giunte sull’app di messaggistica e prive di fonte, ancor più in questo caso ossia quando la diffusione massima di certi audio mette in allarme la popolazione.
A conclusione di questo doveroso chiarimento e per dissipare ancora una volta ogni dubbio sull’audio WhatsApp sul coronavirus, ecco riportato l’ultimo bollettino diramato qualche ora fa da Emanuele Nicastri, infettivologo dello Spallanzani: come già detto, i casi accertati restano solo due ma presso la struttura sono ricoverate altre 32 persone, in forma precauzionale. Solo 12 di queste presentano dei sintomi possibilmente riconducibili all’epidemia, altre 20 sono in osservazione ma nessun segnale fa pensare alla stessa infezione. Per finire, ulteriori 9 persone tenute sotto osservazione nei giorni scorsi sono state invece dimesse.
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