Ringrazia Che Sono Una Signora di Romina Falconi è la nuova lezione della cantautrice romana, quella che ha inaugurato il suo teatro psico-pop con l’album Biondologia, ha dato un calcio ai bassifondi agli odiatori seriali con Magari Muori, – con un servizio completo per anime dannanti offerto da Taffo – ha dato una randellata in testa all’ipocrisia con Buona Vita Arrivederci e si è smazzata tutte le paturnie del suo popolo con il Centro D’Ascolto.
Non una mossa commerciale per spianare la strada a un ipotetico Vinci Romina, ma una vera e propria azione umanitaria per spalancare la propria persona al mondo che dice di amarla. Ha voluto ricambiare, Romina Falconi, l’amore dimostrato dal pubblico offrendo il suo, una coccola per azzerare ogni declivio tra l’artista con tanti follower e l’ascoltatore con tanti demoni da esorcizzare.
Ringrazia Che Sono Una Signora è anche la storia del guerrilla marketing di cui Romina si è dimostrata campionessa anche questa volta: dai cartelli che recitavano: “Attenzione: caduta saponette” alla sposa sconsolata prima del lancio del singolo Le 5 Fasi Del Dolore, la cantautrice romana a questo giro ha letto la pancia delle donne disilluse e rabbiose e ha offerto loro la possibilità di riconoscersi nella vendetta contro chi ha infranto il loro cuore.
Milano, dunque la città in cui Romina ha stabilito il suo quartier generale, ha ospitato cartelli e volantini che mettevano alla gogna un certo Romano Falchetti, colpevole di aver tradito la sua donna che, dunque, aveva scelto di esporre il suo viso per tutta la città.
Dalle testate più accreditate ai curiosi più febbrili, l’Italia intera è cascata nel tranello. C’era anche quell’auto rossa imbrattata di scritte fatte con la vernice bianca, fino alla risoluzione del mistero: era la campagna di marketing del nuovo singolo di Romina Falconi.
Non un’incitazione alla violenza e al pubblico ludibrio – questo è ciò che molti uomini e molte donne hanno captato – bensì un messaggio chiaro: sono una signora, non farò niente di tutto ciò che vorrei fare, ho una dignità.
Tutti abbiamo sognato di esporre il nostro traditore o la nostra traditrice alla pubblica piazza, scarnificare la loro superficie, estirpare loro le unghie per grattare sulla carne viva, attendere la mosca sarcofaga per constatare la loro morte e poi pianificare di mingere sulla loro tomba. Tutti, nessuno escluso. Romina Falconi lo sa bene, ma ci dice che tutto ciò si può fare solo in uno mondo di fantasia, perché per tutto il resto ci sono le canzoni.
Ecco, infatti, che Ringrazia Che Sono Una Signora di Romina Falconi diventa il prontuario delle cose non fatte ma che diventano parole catartiche, favorite da un arrangiamento che strizza l’occhio all’elettropop degli anni ’80 e da un testo che non tradisce la tagliente ironia della cantautrice.
Ringrazia Che Sono Una Signora di Romina Falconi è anche quel video, un teatro degli amori con immagini che mostrano i musicisti divisi tra una performance attinta dalla pornografia – hey! C’è Franco Trentalance nel video! Quello di Claudia’s Holiday – e l’atto di suonare, riprendendo un video in forte tendenza sui social. L’atto di suonare e l’arte di cantare, in questo singolo, arrivano nella migliore espressione.
Nessuna incitazione alla violenza, ribadiamo: solo tanta rabbia che nel singolo Ringrazia Che Sono Una Signora di Romina Falconi dona voce a tutti i cuori infranti e che vorrebbero brandire un’ascia e decapitare il proprio dolore.
Ringrazia Che Sono Una Signora – Testo
Non rispondo alla tua guerra
Io so essere migliore
Vuoi vedermi a terra
Ma non do soddisfazioneRingrazia che sono una signora
Nella schiena ho il tuo pugnale
Resto calma ma ti colpirei sai pure dove
Ringrazia che sono una signora
Non voglio essere volgare
A quello ci pensa tua madreM’inca–o come un’ape
Ti buco tutte le ruote
Niente vendetta, prometto
Fuori sorrido ma dentro
Dentro ti vorrei frustareTutti professano il perdono
Ma non ci crede mai nessuno
Perdona tu, un paio di palle
Dopo un calcio in c–o
Fai la pace solo dopo
Quando passa tutto l’odio
Sì però avrei preferito
Non soffrire proprioRingrazia che sono una signora
E qui lo dico e qui lo nego
Voglio colpirti da dietro
M’inca–o come un’ape
Ti buco tutte le ruote
Niente vendetta, prometto
Fuori sorrido ma dentro
Dentro ti vorrei scuoiare(Ce l’ho con te)
Ma la mia vera vendetta è riderti in faccia
(Ce l’ho con te)
Io sarò molto elegante, indifferente
Ma poiM’inca-o come un’ape
Ti buco tutte le ruote
Niente vendetta, prometto
Fuori sorrido ma dentro
Dentro ti vorrei scuoiare(Ce l’ho con te)