Mentre ero a Venezia per l’inaugurazione della mostra “Colore Movimento Illusione” con Torquist, Costalonga, Hsiao nella Galleria di Piazza San Marco, ho notato un gruppo di ragazzi di una certa età che erano entrati nella galleria soprattutto per il buffet. Mi sono soffermato a parlare e mi hanno raccontato di essere veneziani DOC che si intrufolavano nelle inaugurazioni per il piacere di stare insieme e di mangiare.
Poi hanno intonato “Inno a San Marco”, canzone scritta nel 1912 quando Venezia iniziò la ricostruzione del campanile di San Marco crollato nel 1902 a seguito di un terremoto. Allora ho chiesto loro di poter filmare proprio lì in Piazza San Marco questo inno storico che rappresenta l’orgoglio veneziano, anche in un momento storico in cui la città soffre per l’acqua alta. Con sorpresa ho visto che questo inno lo cantava anche una ragazza giovanissima.
L’inno è conosciutissimo a Venezia, anche nelle osterie dove una volta veniva cantato sempre, tanto da essere soprannominato “El canto dei imbriaghi” e si racconta venisse intonato ad alta voce, tanto che chi lo cantava più forte si aggiudicava il titolo di Maestro. L’inizio della canzone è stato cambiato ed è stato aggiunto “Viva il Doge, Viva il mar” che non esisteva nella composizione originale.
Alla fine i simpatici “ragazzi” hanno intonato un altro canto tradizionale, “Sarde in Sàor”, piatto tipico veneziano, che hanno detto essere oggi, vista la moda, l’inno delle sardine. Il cantante solista è un vecchio pescatore che ha più di 80 anni.
Ecco i testi integrali delle due canzoni tradizionali veneziane:
Viva San Marco
Viva el Doge, viva el mar
Viva el Doge, viva el mar
L’inno di guerra, San Marco dei prodi
Il nostro vessillo vogliamo sui mar,
Il nostro vessillo vogliamo sui mar!
Si fa il silenzio fra tanti canali
Vogliamo la voce del suo gondolier.
Che spinge la barca vogando sul remo
cantando con voce la mesta canzon.
Mia cara Venezia, mia patria diletta,
Fosti regina possente sui mari.
Fosti regina possente sui mari
cinta di glorie, speranze d’amor.
Viva Venezia, viva San Marco.
Evviva le glorie del nostro leon.
Viva le glorie del nostro leon.
Sarde in Sàor
Sò nato a Venessia
gò el pare pescaor
par quindese giorni sé magna el saor
Scarpe e calsetti, piati e pironi
porte e balconi, sà da freschin
Ogni cassea e sotto el stramasso
spande par tutto l’ odor da freschin
Fame un piasser
fame un piasser,cambia mestier: NO!
par quindese giorni sé magna el saor
spini e buei, gransi impestai
i garagoi sui muri ghe xe
fiame che brila come a teatro
dentro sta casa sò come un gato
fame un piasser
fame un piasser,cambia mestier:NO!
el saor, piato rinomà
come un fior ghe lo gò presentà
sarà stà le sardee a fare efeto soto ea
pele
baxi,caldo e stele sè gavemo inamorà
Che passion che ne gà ciapà
che impression co la me gà presentà
minestra de patate,serveo e figà
no ghe gò visto altro, che gò divorsià
resto col saor,che la torna casa col trator
vago tor Sardine,ti curite le gaine
me piaxe le canoce,ti và rostir panoce
dove l acqua no se vede resto col barchin e la
rede