Serj Tankian contro Donald Trump dopo l’attacco in Iran: “Bisogna dire no alla guerra”

All'attacco anche Tom Morello, che su Instagram ricorda che il tycoon criticava Obama per lo stesso motivo


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Un tweet di Serj Tankian contro Donald Trump è comparso nelle ultime ore e nel contesto dell’uccisione di Qassem Soleimani, avvenuta il 3 gennaio 2020 nell’aeroporto di Baghdad a seguito di un raid aereo lanciato con un drone MQ-9 proprio dal presidente degli Stati Uniti.

Nell’attacco, che ha colpito proprio due auto di un convoglio che si allontanava dall’aeroporto iracheno dopo un atterraggio dalla Siria, sono caduti Qassem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis: il primo è stato capo delle Forze Kuds mentre il secondo era vice capo delle Forze di Mobilitazione Popolare. L’attacco è avvenuto all’1 del mattino e successivamente rivendicato dal presidente Donald Trump. Il Pentagono ha giustificato l’attacco come un’azione di protezione del personale americano all’estero mentre Nancy Pelosi, dalla camera, ha affermato che Donald Trump ha ordinato il raid senza consultare il Congresso.

La risposta dell’Ayatollah Ali Khamenei non si è lasciata attendere, e infatti attraverso il suo consigliere Ali Akbar Velayati ha fatto sapere: “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam.

Proprio in questo contesto si colloca il tweet di Serj Tankian contro Donald Trump, che nelle ultime ore ha scritto:

Un mese prima del suo processo per l’impeachment in Senato e durante l’anno elettorale Trump ha ordinato di assassinare un leader delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane. Una mossa che replica Clinton, bombardando l’Iraq prima dell’impeachment del Senato. Noi diciamo no a un’altra guerra.

Harakiri
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Dopo aver letto l’invettiva del frontman dei System Of A Down contro l’inquilino della Casa Bianca vengono in mente tutti i brani della band di Toxicity che girano intorno al tema della guerra: da War possiamo spostarci su BYOB, ma anche Hypnotize e Attack e soprattutto Boom, un prontuario di canzoni che collocano i System Of A Down in una posizione fortemente pacifista e critica nei confronti di ogni repressione e ogni attacco militare.

Lo scontro tra il presidente degli Stati Uniti e il mondo del rock, a questo giro, si alza di livello: nel 2019 non sono mancate le invettive di Bruce Springsteen, Taylor Swift, Mick Jagger e Billie Joe Armstrong, ma abbiamo conosciuto episodi che interessano anche i Nickelback, i Sum 41 e il militante Tom Morello. Recentemente si è pronunciato anche Oli Sykes dei Bring Me The Horizon e la lista continua ad allargarsi.

Tom Morello, inoltre, nelle ultime ore ha ripresentato un vecchio tweet di Donald Trump risalente al 2011 in cui il tycoon affermava: “Obama attaccherà l’Iran per avere consenso alle elezioni”.

Le parole del frontman dei System Of A Down si presentano come un inizio di una nuova ondata di proteste contro il presidente statunitense da parte del mondo della musica.

Nel frattempo la band di Chop Suey non sembra intenzionata a ritornare in studio in quanto i singoli membri non trovano più una via da percorrere insieme, ma potremo trovarli sul palco degli iDays di Milano insieme ai Korn il 12 giugno 2020.

L’attacco su Twitter di Serj Tankian contro Donald Trump apre un triste 2020 in cui ancora si parla di guerra e minacce di rappresaglia.