Più di qualche lettore sarà in procinto di acquistare uno smartphone a rate Vodafone o TIM, magari allettato da una delle ultime promozioni con le quali tanti dispositivi sono proposti con anticipo pari a zero. Nonostante quest’ultimo plus, chiunque sia intenzionato a sottoscrivere un contratto con uno di questi due operatori dovrebbe pure tener conto del costo di attivazione obbligatorio, non sempre menzionato nelle comunicazioni dei vettori. Giunti alla fine di questo 2019, chiariamo esattamente quali siano le condizioni esatte per i clienti, grazie pure ad un approfondimento diffuso da Mondomobileweb.
Il primo operatore ad aver introdotto il costo di attivazione per uno smartphone a rate è stato TIM, esattamente dallo scorso 29 aprile. A prescindere dal brand di un dispositivo mobile e dal suo modello specifico, ecco che, anche in caso di offerta con anticipo zero, gli interessati ad un nuovo telefono si sono ritrovati a dover pagare appunto 9,99 euro in più alla sottoscrizione di un nuovo contratto. Il contributo viene pagato direttamente al negoziante presso il centro dove si sottoscrive la rateizzazione appunto.
Anche gli smartphone a rate Vodafone prevedono un costo di attivazione? Purtroppo si. Il vettore rosso ha sposato la causa del collega TIM dallo scorso 9 luglio. Inizialmente il costo di 9,99 euro veniva risparmiato a chi procedeva alla rateizzazione con addebito su carta di credito e non su conto. Al contrario, dal 4 settembre scorso tutti i clienti interessati a pagare un telefono appunto a rate, si sono dovuti adeguare all’esborso extra, nonostante il professato anticipo zero. Quest’ultimo viene aggiunto alla prima mensilità post acquisto in modalità automatica, senza ulteriore comunicazione da parte del vettore.
Chiunque si appresti appunto ad acquistare uno smartphone a rate Vodafone e TIM farà bene a non sottovalutare anche questo costo iniziale. Seppur minimo, rappresenta un di più da tenere in conto.