Sanremo 2020: anche Amadeus ha problemi con la figa

Tra le Nuove Proposte di Sanremo, solo due saranno donne. E non ditemi che ci saranno dieci donne con lui sul palco, perché le donne saranno vallette, mentre i superospiti, sono ovviamente tutti uomini, da Benigni a Fiorello


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Siamo alle solite. È il 20 dicembre, è il 20 dicembre di un anno in cui il calendario allunga lievemente le vacanze, almeno quelle scolastiche, regalandoci un weekend da attaccare alla vigilia. Vorrei quindi star qui a pensare alla cena della vigilia, agli ultimi regali da fare, a amici e parenti che riabbraccerò a breve, invece mi trovo a dover nuovamente alzare la voce, per sottolineare il solo scempio.

Ieri è andata di scena la serata dedicata a Sanremo Giovani. Sapete già tutto, immagino, quest’anno le Nuove Proposte, questo il nome scelto dal direttore artistico Amadeus, saranno otto. Da ieri sappiamo anche i nomi. Gli otto in questione arrivano da tre situazioni diverse. Una, Tecla, è arrivata alla gara direttamente da Sanremo Young, concorso andato in onda su Rai 1 che l’ha vista vincitrice. Cinque arrivano da una selezione che proprio ieri sera è giunta a un verdetto finale, da un gruppo di partenza di ottocentoquaranta partecipanti, ha tenuto più volte a far sapere Amadeus. Due sono state selezioni da Area Sanremo, e stavolta i partecipanti erano circa settecentocinquanta. Quasi millecinquecento partecipanti, quindi. Tantissimi.

I nomi che saliranno sul palco dell’Ariston, però, saranno otto, e di questi otto solo due (tre in realtà, ma solo perché c’è un duetto di mezzo) sono donne. Nessuna arrivata da Sanremo Giovani, il concorso che proprio ieri sera è giunto al verdetto finale, appunto.

Tanto per dare ancora un po’ di numeri, degli ottocentoquaranta iscritti sono stati in un primo momento selezionati sessantacinque nomi, di cui solo sei artiste donne. E da qui si è arrivati a venti. Ci sono stati, succede sempre, ritiri e esclusioni, e alla fine, dei venti finalisti, poi diventati i dieci in gara ieri sera, di donne ce n’erano solo quattro, Federica Abbate, Giulia Mutti, Shari e Simona Severini. La Abbate, lo sanno anche i sassi, è stata eliminata nella prima semifinale, nella seconda sono state eliminate Giulia Mutti e Simona Severini, quest’ultima contrapposta in scontro diretto a Shari, come a voler in tutti i casi scremare il numero di donne in gara. Ieri Shari è stata eliminata da un tizio che cantava una canzone sul bullismo. Cinque finalisti, tutti uomini.

Fin qui, uno potrebbe dire, niente di strano. Sono le canzoni oggetto del giudizio delle varie giurie, non gli interpreti. In realtà la faccenda è un po’ più complessa, perché noi le canzoni le abbiamo sentite, e facevano in buona parte oggettivamente cagare. Giorni fa avevo espresso il mio parere riguardo Simona Severini, che dopo la finale di ieri diventa ancora più radicale.

Uno, però, potrebbe appellarsi al gusto delle varie giurie, non fosse che arriva Amadeus e cerca di giustificarsi per una situazione oggettivamente imbarazzante, ancora una volta un Sanremo misogeno e sessista. E lo fa con queste parole: “Il numero di donne che ha presentato un brano è molto più basso rispetto a quello degli uomini. Questo denota che ultimamente ci sono meno donne”.

Niente donne in circolazione, quindi. Bene.

Solo che i nomi dei partecipanti a Sanremo Giovani, come a Area Sanremo, sono pubblici, e a guardarli viene un piccolo dubbio. Le donne iscritte sono oltre trecento, quindi più di un terzo. Considerando che esistono anche le band, e su dieci finalisti ce ne erano due, che sono poco meno di un altro terzo, direi che un’evidenza spicca chiaramente. Uomini, donne e band, tra i concorrenti iscritti, si equivalgono. Solo che poi in finale ci vanno cinque uomini, anche per le scelte arbitrarie di contrapporne due tra loro nelle semifinali, per dire, non bastasse l’aver fatto andare avanti gente che, lo dico da critico musicale, neanche in un pianobar di periferia, di quelli con le basi ancora dentro i floppy disc, dovrebbero trovare spazio.

Quindi Amadeus dice che non ci sono donne perché non ci sono donne in generale, non hanno partecipato, ma non è vero. E dire che, le due entità femminili che parteciperanno alle Nuove Proposte, Telca, da Sanremo Young, condotto non a caso da una donna, Antonella Clerici, che ieri ha provato a parlare di quote rosa, unica donna in una giuria televisiva di tutti uomini, e Gabriella Martinelli con Lula, da Area Sanremo, hanno presentato le sole due canzoni che esulino da temi che potrebbero serenamente essere cantati dai bambini dello zecchino d’oro, o per argomento o per svolgimento, la prima a parlare proprio di femminile e le seconde a parlare dell’Ilva.

Fare le guerre ai mulini a vento è snervante, non porta a nulla, sfianca e basta, ma io non ho problemi di forze, quindi anche quest’anno mi ritroverò a pungolare Amadeus e soci riguardo la loro misoginia. Non basterà certo dire che ci saranno dieci donne con lui sul palco, perché le donne saranno vallette, mentre i superospiti, almeno quelli fin qui annunciati, sono ovviamente tutti uomini, da Benigni a Fiorello. Del resto chi ha affiancato Amadeus fin qui, la commissione musicale, è composta solo da uomini, uomo è lui che è direttore artistico, come tutti i direttori artistici delle settanta edizioni del Festival, settanta volte uomo, uomini sono tutti i presidenti della case discografiche italiane, dalle major alle indipendenti, uomini tutti i membri del panel della FIMI. Uomini che avvantaggiano gli uomini, ma si dicono attenti al femminile. Roba da spararsi nei coglioni. Del resto, mica è colpa di Amadeus se le donne non esistono, parole sue, è colpa del destino, di una congiuntura astrale, del Pd o di un Dio cattivo e severo appreso andando a dottrina.

A Sanremo, state sereni, anche quest’anno le cantanti donne le porterò io, col Festivalino di Anatomia Femminile che andrà ancora una volta di scena da Attico Monina. Amadeus, attendo fervidamente che tu torni sui tuoi passi, che chieda scusa ammettendo un grave errore, perché almeno non ti si accusi di sessismo, ma solo di avere pessimi gusti musicali. Non costringermi a tirare fuori ancora una volta l’hashtag #LaFigaLaPortoIo, ti prego, sono un uomo vecchio e stanco che vorrebbe solo pensare alle imminenti feste di Natale, agli amici, ai parenti, e allo stoccafisso con patate e olive che, spero, mia suocera mi farà trovare.