Sui social gira questo video strepitoso. È un filmato amatoriale girato durante una partita del campionato dilettanti della Basilicata. Nel video, e so che raccontare un video non sarà mai divertente come vederselo, c’è un difensore di una squadra con la maglia gialla che rinvia verso il centrocampo il pallone, respingendo l’attacco di un avversario con la maglia rossa. La palla prende una strana traiettoria, che avvantaggia un compagno di squadra del difensore, che prima supera un centrocampista poi si incammina a lunghe falcate verso l’area opposta. Qui un altro rimpallo fortunato gli fa superare in agilità il portiere, lanciandolo verso la porta vuota. A questo punto il tizio con la maglia gialla si esalta, e invece che appoggiarla in rete di piatto fa partire una bordata di collo. Risultato, la palla colpisce incredibilmente la traversa, lo ripeto, il tizio è da solo davanti alla porta vuota. A questo punto, incassata la figura di merda, il tizio stacca e colpisce la palla di testa. Il portiere avversario sempre alle sue spalle. Qui arriva la seconda figura di merda, e so che nel dirlo rovino il finale, ma chi se ne frega, mica è un romanzo giallo, il tizio con la maglia gialla stacca di testa e spara la palla sopra la traversa, fuori. Il video prosegue col tipo che si butta a terra, sconsolato, e il portiere avversario che cerca di rincuorarlo, senza ovviamente riuscirci. Il fatto, poi, che il video sia diventato virale, e che una partita tra dilettanti del campionato lucano abbia fatto il giro del web non credo abbia reso la vita del tizio con la maglia gialla semplicissima. Perché in genere funziona così, se fai una figura di merda preferisci che la cosa non sia plateale, cerchi di circoscrivere il numero di persone che ne siano entrate a conoscenza.
Per dire, ricordo un noto cantante che fu gossippato anni fa mentre, fresco di fidanzamento con una vedette televisiva, se ne stava a limonare con la sua ex, lasciata appunto per la suddetta vedette. In epoca pre-internet, cioè prima che chiunque sapesse tutto in tempo reale, pensò bene di farsi il giro delle edicole della sua città per cercare almeno di limitare i danni, impedendo ai suoi concittadini, lui nato in provincia, di prenderlo poi bellamente per il culo ogniqualvolta che ce ne fosse stata occasione.
Veniamo a noi.
Alla fine MN non andrà al Festival di Sanremo come ufficio stampa. Non andrà nonostante, nel rispondere ai dubbi mossi da Pinuccio di Striscia la Notizia e partiti da una mia dichiarazione e un mio articolo, MN avesse diramato un comunicato stampa in cui, negando il coinvolgimento diretto di Marcello Giannotti, loro ex dipendente e attuale Direttore della Comunicazione della RAI, avessero confermato di star già lavorando in RAI sul Festival. Strano il destino, canterebbe Giorgia. Fin qui, quindi, per dirla col protagonista del film L’Odio, del regista Matthieu Kassovitz, tutto bene.
Tutto bene. Si fa per dire. Perché il fatto che MN non vada al Festival di Sanremo come ufficio stampa ha creato un certo imbarazzo in RAI, e a occhio non solo lì.
Se n’è parlato, a lungo, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Ma soprattutto se n’è parlato in Commissione di Vigilanza RAI, dove diversi componenti di suddetta Commissione hanno chiesto ragione a Salini di questa situazione. E dove l’AD Salini, negando in qualche modo il coinvolgimento già ammesso da MN nel proprio comunicato, ha anche tirato in ballo la professionalità dello stesso Giannotti e di MN stessa, fatto da nessuno minimamente messo in discussione.
Il fatto è che, vedi tu a fare telefonate in Rai quante ne vengono fuori, sembrerebbe che l’accordo sia saltato perché, una volta capito che di patata bollente si trattava, il contratto sia finito non più nell’impresentabile tavolo di Giannotti, ma in quello della direttrice di Rai 1 Teresa De Santis, la quale, ci hanno sempre detto al telefono, e non è una citazione del nuovo bellissimo singolo di Cesare Cremonini, si è ben guardata di firmarlo. Perché va bene trovarsi a gestire situazioni spiacevoli, vedi l’anno scorso che, sempre gentilmente offerta da me e Pinuccio, si è trovata appena insediata la bega di Baglioni/Salzano, ma Due di Due è e rimane un romanzo di Andrea De Carlo, non un buon precetto per chi vuole fare il direttore di rete. Quindi, ti saluto MN, sarà per un’altra volta. Tanto, come hanno specificato nel loro ormai stracitato comunicato, Sanremo avrebbe inciso per meno dell’1% del loro fatturato, nessuno si è fatto male in questo contesto.
Poi, è chiaro, tutto questo non fosse trapelato oggi sarebbero loro a seguire il Festival, anche perché, questa sempre la voce che gira, l’aver addossato ad Amadeus il ciccio, vedi il passaggio del comunicato in cui si dice che è lo staff del direttore artistico ad aver scelto loro, sembra non sia stato graditissimo proprio a Amadeus e al suo staff, cornuti e mazziati. Perché la voce che tutti gli addetti ai lavori sapevano, ah, grandi i miei colleghi che di colpo escono dai tombini dopo aver tenuto il loro solito pavido silenzio, è che Amadeus avesse indicato come ufficio stampa Daniele Mignardi e la sua PromoPress Agency, ma che lo stesso Giannotti abbia tergiversato tirando in ballo un presunto problema coi bandi, salvo poi non lanciare bandi per il coinvolgimento di MN. E quando Amadeus avrebbe provato a far valere il suo diritto di scelta, come da contratto, gli sarebbe stato risposto che non era un diritto di scelta, il suo, ma di approvazione, facendo riferimento a quella serie di clausole già mostrato dallo stesso Pinuccio l’anno scorso in cui si parla di “scelta e/o approvazione” di diverse voci. È di Mignardi, quindi, che il fedele Sabino, compagno di mille avventure di Pinuccio, parlava nella sua visione lisergica nel servizio di ieri sera, mica di un amico immaginario come quello con cui giocavamo da bambini. Una seconda scelta, quella di Mn, che però sarebbe in realtà una prima scelta mascherata.
Pacco, contropacco, e contropaccotto.
Oh, vatti a fidare di chi sta dall’altro capo del telefono in Rai, eh.
Sia come sia, quella che era una segnalazione di strane coincidenze è diventato un vero e proprio caso politico, di quelli che fanno tremare il Palazzo. Per cui di colpo anche tutto il balletto delle nomine, che era previsto per questa settimana, è saltato. Al punto che la stessa posizione dello stesso Salini non è più così solida, sempre che lo sia mai stata.
Ora per Sanremo, tanto per parlare di fatti effimeri, si parla di “bando a chiamata”, cioè di un bando in cui è la Rai a decidere chi coinvolgere, si suppone alcune agenzie di comunicazione ma a questo punto non MN. Anche perché con una lettera diramata da ADN Kronos, risulta che la Rai abbia proprio annullato il coinvolgimento di MN, che la Rai chiama “la richiesta formalizzata nei confronti di MN”, evidentemente già in atto. Alla faccia di quanto dichiarato da Salini in Commissione di Vigilanza Rai. Il che, per altro, mette sul tavolo un altro bel problemino. Perché lo stesso Salini, infatti, durante la Commissione di Vigilanza, per giustificare il coinvolgimento di MN e di Giannotti con la Rai e con Sanremo ha detto che sono stati presi dal mercato, e ha poi aggiunto, “esattamente come me”. Se dovesse saltare l’accordo per questioni di conflitti di interesse, ha aggiunto, parola più parola meno, dovrei saltare anche io.
Dovrebbe saltare anche lui. Ecco, l’ha detto Salini, teniamone conto.
A dire il vero sembra che ne stiano tenendo conto in parecchi, perché ai partiti che già avevano esternato per mezzo di loro rappresentanti il proprio disappunto su questa faccenda, da Italia Viva di Anzaldi, alla Lega di Capitanio, passando per Forza Italia con Gasparri e LEU con Fratojanni, si sarebbe ora aggiunto anche allo stesso PD, che avrebbe chiesto appunto la testa proprio di Salini, dopo che Gasparri aveva chiesto la testa di Giannotti.
Fossimo in un film sarebbe la scena finale di Desperado di Robert Rodriguez, con il palazzo in fiamme e Banderas che se ne esce portando con sé la custioda rigida della chitarra. Solo che Banderas siamo io e Pinuccio, pensa te.
Stavolta non si parla di giocatori del campionato dilettanti della Basilicata, ma dell’AD della Rai e del Direttore della Comunicazione della medesima azienda.
Soli davanti alla porta, tiro di collo pieno sulla traversa, e stacco di testa con la palla che schizza sugli spalti.
Insomma, siamo a novembre, a circa due mesi e qualche giorno dall’inizio del Festival, e ci sembra già tutto molto divertente e avvincente. Per dire, se davvero la Lorella Boccia di cui si parla sarà una delle vallette, in compagnia della Mniana Diletta Leotta, lei che è sposata con Niccolò Presta, figlio di Lucio Presta, manager di Amadeus, mi sa che ci saranno altri conflitti di interessi di cui occuparci.
Nell’incertezza quest’anno io e Pinuccio abbiamo preso casa insieme in riviera, per i giorni del Festival, così ci portiamo avanti. Visto mai che a furia di saltare teste non chiedano a noi due di condurre il prossimo Festival.