Il rapporto tra Lena Dunham e i social è stato spesso problematico – quando non apertamente controverso – ma non si può negare che la schiettezza con cui l’attrice, sceneggiatrice e produttrice condivide le battaglie per il proprio benessere servano a far luce su condizioni di oggettiva difficoltà. Al centro di tutto, questa volta, ci sono alcune foto scattate dai paparazzi in cui la si vede poggiarsi a un bastone.
Potrei scegliere di sentirmi in imbarazzo di fronte a queste fotografia. Voglio dire, probabilmente è questo che vorrebbe chi pubblica immagini del genere, ma la verità è che non lo sono. Potrei mentire e dire che si trattava di un costume di Halloween in anticipo […], ma la verità è semplicemente che questa è la mia vita nei momenti in cui sono più in difficoltà a causa di una patologia cronica. Soffrire della sindrome di Ehler-Danlos, per me, significa aver bisogno di più sostegno di quanto possano darmene i miei amici… quindi grazie, caro bastone! Per anni mi sono opposta all’idea di fare qualsiasi cosa potesse facilitarmi la vita da un punto di vista fisico; mi ripetevo che un bastone “avrebbe fatto strano”. In realtà è molto meno strano riuscire a fare le cose anziché restare a letto tutto il giorno. E, sì, potete crederci, ho addosso la camicia da notte. Stavo facendo due passi per arrivare alla mia auto e andare dal dottore, e volevo sentirmi più comoda possibile. Per dire, Bieber ha indossato le ciabatte di un hotel per tipo cinque anni, no? Quindi sì, posso indossare la mia camicia da notte alla moda per un paio d’ore. E poi un’ora dopo sfoggiare un look elegante per dedicarmi al lavoro che amo. Sono le due facce della medaglia per le donne con patologie croniche; ci dedichiamo anima e corpo ai nostri sogni, ai nostri obiettivi, alle nostre passioni (e alla moda) e viviamo più vite in un solo giorno. E ora parlatemi della vostra giornata!
La sindrome di Ehlers-Danlos include una serie di patologie rare caratterizzate da lassità dei legamenti, iperelasticità della cute e, più in generale, alterazioni del tessuto connettivo. Di recente hanno comunicato di soffrire della stessa patologia anche la cantante Sia e l’attrice Jameela Jamil, la Tahani di The Good Place. In questo momento la presa di posizione di Lena Dunham appare ancora più rilevante, perché rivendica il diritto a una vita lontana dai canoni di perfezione patinata imposta ai personaggi pubblici.
Il rapporto complicato fra Lena Dunham e molti utenti sui social è dovuto soprattutto ai contenuti del libro Non Sono Quel Tipo di Ragazza, pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2014. Eppure è proprio dalle confidenze fatte in quelle pagine che nasce l’abitudine dell’attrice di discutere con onestà e trasparenza dei capitoli più bui della sua vita. Negli ultimi anni le sue testimonianze hanno garantito un po’ di visibilità in più ai temi legati all’accettazione di sé nonostante l’aumento di peso o alla salute mentale. Cosa ancora più importante, hanno messo sotto i riflettori una malattia cronica tanto dolorosa e debilitante quanto incompresa e sottovalutata: l’endometriosi.
Nel 2018 Lena Dunham ha condiviso su Vogue le proprie riflessioni sul tema, rivelando di essersi sottoposta a un’isterectomia completa dopo anni di interventi chirurgici e indicibili sofferenze. La terapia per il pavimento pelvico, i massaggi, la terapia del dolore e l’agopuntura non sono stati sufficienti, ha ammesso, e dopo aver tentato tutte le strade percorribili dalla medicina tradizionale ha deciso di rinunciare al desiderio di avere un figlio e procedere con l’isterectomia.
Il talento di Lena Dunham potrà rimanere soggetto a qualsiasi dibattito, così come ogni considerazione sui suoi atteggiamenti e le sue dichiarazioni in merito a svariati fatti personali, ma il farsi veicolo di informazione sui risvolti umani di certe patologie è quanto mai utile e ben accetto. A dover essere contrastato non è soltanto l’ideale di una bellezza plastica e irraggiungibile, ma anche la pretesa di un benessere fisico e mentale inscalfibile. Il dolore cronico esiste ed è devastante, e ben venga che sia una donna chiacchierata come Lena Dunham a farlo presente una volta di più.
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