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Pose 2 su Netflix racconta l’amore a tutti i costi fra i tiri mancini del destino (recensione)

La seconda stagione amplia l'orizzonte della serie dal microcosmo della scena ballroom a una New York attratta dal glamour – ma non dalla sostanza – di una comunità LGBTQ decimata dall'AIDS

di Ambra Romanazzi
04/11/2019
INTERAZIONI: 31

INTERAZIONI: 31

Pray Tell e Blanca in Pose 2, su Netflix dal 30 ottobre

Immaginiamo di essere rimasti in silenzio per lungo tempo, di aver aspettato con pazienza il nostro turno solo per scoprire che non sarebbe arrivato. Immaginiamo di esserci abituati a fare a meno dell’attenzione altrui e di aver imparato a cercare la gioia nei volti, nelle carezze e nella vicinanza di poche anime affini. E immaginiamo infine che proprio da quel disinteresse, da quella disattenzione si sia fatta spazio una mano tesa, una spinta leggera verso una piattaforma finalmente aperta al dialogo, alla comprensione e all’ascolto. Somiglia un po’ a quello che è successo a Pose 2, il nuovo capitolo della serie FX – ora su Netflix – messa al mondo dall’incrollabile determinazione di Steven Canals dinanzi ai 150 no prima dell’unico, decisivo sì di Ryan Murphy e Brad Falchuk.

Immaginiamo, dicevamo, di avere finalmente il tempo e il modo di raccontarci davvero a un pubblico disposto ad ascoltarci, ad andare oltre i lustrini e il glamour di una facciata che ci rappresenta ma non può essere l’unico fattore a definire la nostra identità. Ciò che faremmo si avvicinerebbe molto a ciò che ha fatto Pose nella seconda stagione. Dissemineremmo cuore, sofferenza, resistenza e nozioni quanto più didattiche sulla nostra vita, il nostro difficile passato e l’altrettanto tragico presente in attesa del gong. Perché è questo che succede quando si ha tanto, troppo da dire e poco tempo per farlo.

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Attenzione, spoiler!

Il caos gioioso, esaltante, disperato ma irrimediabilmente ottimistico di Pose 2 sposta i personaggi dal microcosmo della scena ballroom a una New York e a un mondo poco inclini ad accoglierli. L’obiettivo, però, non è fare del più ampio cast di interpreti transgender mai visto in una serie tv un’unica entità vittima del moralismo altrui. Al contrario, tutto ciò che accade nella seconda stagione è un tentativo di descrivere il protagonismo e la forza di reazione di una comunità da sempre messa ai margini. Gli eventi si svolgono nel 1990, un anno di devastante virulenza dell’epidemia di AIDS. La visita di Pray Tell (Billy Porter) e Blanca (Mj Rodriguez) al cimitero improvvisato di Hart Island apre la stagione con la consapevolezza di una piccola, grande fetta di mondo decimata nell’indifferenza generale. La tristezza e il rimpianto di questo momento si ricollegano a ogni morte, a ogni abbandono, sono un tributo a tutte le anime perdute e bilanciano i toni vivaci e assertivi delle performance canore e danzanti con le notti trascorse fra le luci delle ballroom.

Come già nella prima stagione, Pose 2 è un sogno diventato realtà di gioia esuberante e spudorata. I personaggi si reinventano giorno dopo giorno trovando nuove scintille di espressione creativa nelle dive del passato, nei personaggi del cinema e del teatro, fra le tendenze in evoluzione della musica e della moda. I toni speranzosi delle fiabe più belle avvolgono di possibilità il futuro dei protagonisti, dal salone di Blanca alla carriera da modella di Angel (Indya Moore) a quella da ballerino di Damon (Ryan Jamaal Swain). Il pericolo, tuttavia, continua ad aleggiare su di loro sotto forma di imprenditori dalle tendenze mafiose, estranei bigotti e sospetti, comuni cittadini affascinati dalla facciata del voguing ma inorriditi dalla sostanza di chi vi dà corpo.

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C’è poi la costante altalena emotiva fra la tristezza e il rimpianto per chiunque meritasse un destino diverso e l’inspiegabile speranza al fondo di certe tragedie. In Pose 2 c’è troppo cuore perché la vulnerabilità della comunità LGBTQ di colore possa emergere in tutta la sua brutale inevitabilità. L’obiettivo, in fondo, è rischiarare il buio con la luce della speranza, della possibilità, con una gentilezza che salvi dalla crudeltà senza appello del mondo reale di quegli anni. Poco importa, in questo senso, che Pose si affanni a spiegare troppo, a essere troppo didattica, persino benevolente nei confronti di famiglie lontane, amici e amanti dai cuori spezzati, in momenti di puro dolore come un funerale o gli ultimi istanti di una vita martoriata sulla Terra.

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Family will always push you through. #PoseFX

A post shared by Pose FX (@poseonfx) on Aug 25, 2019 at 10:01am PDT

Nonostante i chiari rimandi agli episodi passati e le mani tese al futuro, Pose 2 sfoggia una palese autonomia. Il finale, in particolare, regala a ciascun personaggio un barlume di speranza, la possibilità di continuare a lottare con una forza rinnovata e nutrita da una comunione d’anime. I ragazzi crescono e spiccano il volo e le figure genitoriali della serie – Blanca e Pray Tell – si rialzano dopo l’ennesima, rovinosa caduta, pronte ad accogliere e cullare una nuova generazione di giovani dai cuori spezzati. E cos’è, questa, se non la più onesta rappresentazione delle dinamiche familiari di ogni tempo? Si cresce, si conquista autonomia, si sgomita per trovare il proprio posto nel mondo. Chi resta tira il fiato per un secondo, assapora la nostalgia e l’orgoglio e torna a dedicarsi a ciò che è destinata a fare: offrire amore incondizionato, sempre.

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L’insuperabile nucleo dolceamaro dei temi alla base di Pose 2 si solidifica nelle prove di un cast quanto mai protagonista del successo della serie. Indya Moore è inaspettatamente in ombra, mentre Billy Porter – già vincitore di un Emmy all’edizione 2019 dei premi della tv – si riprende la scena con una performance che racchiude una vita di sofferenza e alienazione. Mj Rodriguez giganteggia invece con una prova d’amore che è un testamento alla serie e al suo tema più potente: l’amore in tutta la sua forza rivoluzionaria ed eterna. La capacità di amare qualcuno per ciò che è, al di là della biologia, del sangue, della vicinanza fisica. La capacità di accettare la profondità di quei legami che spezzano e ricostruiscono e forse si allontanano, ma non senza aver lasciato nel cuore un segno indelebile del proprio passaggio.

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There's no love like that of a Mother. #PoseFX

A post shared by Pose FX (@poseonfx) on Aug 11, 2019 at 2:30pm PDT

Pose 2 è disponibile in streaming su Netflix dal 30 ottobre. La serie è già stata rinnovata per una terza stagione, che debutterà su FX verso la metà del 2020.

Tags: Fxnetflixryan murphy

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