L’idea attribuita a Netflix è quantomeno bizzarra e decisamente discutibile, per abbondare con gli eufemismi, e sta facendo arrabbiare molti showrunner, sceneggiatori e produttori di serie tv e film: la piattaforma starebbe sperimentando una nuova funzionalità su Android per permettere agli utenti di fruire dei contenuti del catalogo in più o meno tempo, con una velocità modificata, aumentando o riducendo il ritmo della riproduzione.
Lo scopo del test sarebbe quello di aggiungere una funzionalità che permette allo spettatore di decidere a quale velocità vuole fruire di film e serie tv sulla piattaforma. Secondo quanto riportano Bloomerg ed altre testate, rappresentanti della società hanno confermato che i test rientrano nella continua “ricerca di nuovi modi per aiutare i nostri membri a utilizzare la piattaforma“: al momento l’opzione è solo un esperimento – che prevede la possibilità di ridurre o aumentare la velocità di riproduzione nella visione da smartphone – e non è detto che diventi una vera e propria funzionalità per tutti i device in futuro.
Ma la sola idea ha fatto – comprensibilmente – balzare dalla sedia molti artisti e creatori di format audiovisivi, che siano film o serie tv, tutti uniti nel contestare l’idea che un’opera della creatività e dell’ingegno possa essere riprodotta a velocità aumentata o ridotta come se questo non intaccasse la sua stessa natura di opera d’arte.
Tra i tanti che, con molte cautele, hanno alzato la voce per dirsi nettamente contrari a questa ipotesi di fruizione estremamente personalizzata c’è Aaron Paul, protagonista di Breaking Bad e del film sequel El Camino appena rilasciato proprio su Netflix. L’attore e produttore, già amareggiato per la scelta della società di non rinnovare Bojack Horseman oltre la sesta stagione, ha voluto manifestare tutto il suo sdegno di fronte alle notizie circolate sulla stampa specializzata statunitense in merito al presunto test sulla velocità di riproduzione che Netflix starebbe sperimentando su Android.
Paul ha twittato due messaggi in cui la premessa lusinghiera (“Amo Netflix e la amerò sempre“) è accompagnata da un netto rifiuto di credere che l’opzione per modificare la velocità di riproduzione sia anche solo lontanamente possibile: “In nessun modo Netflix proseguirà con questo. Ciò significherebbe che stanno completamente prendendo il controllo dell’arte di tutti gli altri e la stanno distruggendo. Netflix è molto meglio di così. Ho ragione Netflix? (…) Questo semplicemente non può essere vero. E basta. In nessun modo distruggeranno l’arte che hanno sulla loro piattaforma. Chiaro e semplice“.
Come Paul, anche Judd Apatow (Girls), Brad Bird (Gli incredibili) e Sean Baker (The Florida Project) hanno bocciato senza appello l’idea di una nuova opzione che incida sulla velocità a cui riprodurre film e serie sulla piattaforma. Baker l’ha definita senza mezzi termini “una totale mancanza di rispetto per l’arte e gli artisti“, mentre Apatow ha sottolineato che “non è così che funziona“, annunciando una ribellione dei produttori a tutela delle loro opere: “I distributori non hanno il potere di cambiare il modo in cui viene presentato il contenuto. Ciò implica una violazione della fiducia e non sarà tollerato dalle persone che lo forniscono“. In polemica con Netflix anche Bird, che ha descritto il test come “un’altra spettacolare cattiva idea e un altro modo per sminuire la già straziante esperienza cinematografica“.
C’è da scommettere che se davvero questa funzionalità verrà presa seriamente in considerazione da Netflix, la protesta dei creatori di contenuti non renderà le cose facili alla piattaforma, che d’altronde senza i suoi contenuti non sopravvivrebbe. Chi la spunterà?