Dell’amore si dicono, scrivono e cantano spesso parole grandiose, ma è in quelle apparentemente più insignificanti – e talvolta persino non dette – che Modern Love su Prime Video trova la sua delicata dolcezza. La nuova serie antologica di Amazon – disponibile in streaming dal 18 ottobre – riprende otto storie dall’omonima rubrica del New York Times e le adatta per il piccolo schermo affidandosi alla scrittura di John Carney e alle interpretazioni di un cast quanto mai all’altezza.
Attenzione, spoiler!
Forse non lo avrebbe neppure voluto, ma già nell’episodio introduttivo Modern Love chiarisce il vero punto forte della sua narrazione: l’amore non romantico. When the Doorman Is Your Main Man è il canto leggero del sentimento inesprimibile che lega la giovane e vagamente spaesata Maggie (Cristin Milioti) a un uomo più anziano, Guzmin (Laurentiu Possa), figlio di un mondo diverso e lontano. È un tipo d’amore che lascia a secco le parole, neppure prova a definirsi, ma resiste con pazienza al succedersi di relazioni fallite, debolezze, arrivi inattesi e sconvolgenti. Sfida i dubbi e l’abitudine, abbatte le distanze ed esalta la tenerezza di un legame così puro e vero da rendere irrilevante la genealogia, il sangue, la storia, le sterili caselle da spuntare per chiamarsi famiglia.
L’amore moderno di una famiglia contemporanea svela tutto il cuore di Modern Love anche in Hers Was a World of One. La vita inquadrata e perfettamente borghese di Tobin (Andrew Scott) e Andy (Brandon Kyle Goodman) si scontra con gli ideali – talvolta solo teoricamente – anticonformisti di Karla (Olivia Cooke), la giovane senzatetto che affiderà loro la figlia neonata. Dalla tumultuosa convivenza fra i tre emergono figure nuove, più umane e fragili, finalmente capaci di guardarsi dentro e riconoscere la forza dirompente dei propri sentimenti. Quello di Scott, in particolare, è un viaggio delicato e commovente fra le ombre di una convinzione all’apprenza incrollabile. Il desiderio di non avere figli si sgretola dinanzi all’energia di una giovane donna lontana dalle convenzioni borghesi. Il parto segna così il passaggio a una vita nuova e a un amore nuovo, quello per una figlia inattesa, nell’altrettanto inaspettata scoperta di come la vita possa rovesciare qualsiasi certezza acquisita.
Modern Love su Prime Video colpisce nel segno anche con So He Looked Like Dad. It Was Just Dinner, Right?, diretto da Emmy Rossum. A intenerire è ancora una volta l’inafferrabile natura di un sentimento non romantico, e in particolare la fame emozionale della giovane Maddy (Julia Garner). L’assenza della figura paterna, sepolta nella vita quotidiana con scelte discutibili dal potenziale disastroso, riemerge dolorosamente nel contatto con il più anziano e gentile collega Peter (Shea Whigham). Ha trent’anni più di lei, è bello di una bellezza gentile e rassicurante, ha persino il giusto odore, è… suo padre. Le rispettive aspettative degenerano molto presto nel fraintendimento, ma nella natura fondamentalmente bonaria di Peter trovano l’unico sbocco possibile per la giovane Maddy. Le poche, semplici parole del loro ultimo incontro hanno la forza di una benedizione paterna, di un balsamo che sanando le ferite d’infanzia accompagna finalmente la ragazza alla soglia dell’età adulta.
Il romanticismo di Modern Love non risuona alle stesse frequenze. La potenza emotiva di episodi come When Cupid is a Prying Journalist; At the Hospital, an Interlude of Clarity e The Race Grows Sweeter Near Its Final Lap si disperde nel sospetto che alcune situazioni siano troppo perfette per poter essere tratte dalla vita reale. La stucchevole convinzione per cui certi amori siano destinati a esistere e a farsi vivere – Joshua (Dev Patel) ed Emma (Caitlin McGee) – superando qualsiasi tradimento, la lontananza e lo scorrere del tempo, potrebbe aver ispirato qualsiasi rom-com senza grosse pretese. E altrettanto prevedibile è la disgiunzione astrale per cui due amanti ritrovati – Julie (Catherine Keener) e Michael (Andy Garcia) – facciano infine scelte di vita opposte, finendo per abbandonare quelle speranze tanto a lungo cullate.
Se trenta minuti sono sufficienti per esplorare complessità romantiche più o meno prossime a una risoluzione, lo stesso non può dirsi per gli intricati meccanismi della salute mentale. Take Me as I Am, Whoever I Am incastra il disturbo bipolare di Lexi (Anne Hathaawy) fra un numero da musical e i tentativi falliti di condurre una vita relazionale normale. L’accostamento fra gli alti e bassi delle sue giornate e le incomprensioni scatenate dal riserbo sulla sua condizione sono forse semplicistici e sbrigativi. Il messaggio implicito, però, resta: la vita riserva momenti difficili e condividerli aiuta a star meglio e infine superarli.
Lo stesso può dirsi di Rallying to Keep the Game Alive, uno sguardo impietoso alla vita privilegiata e terribilmente imperfetta di una coppia di mezza età composta da Sarah (Tina Fey) e Dennis (John Slattery). In questo episodio più che mai Modern Love percorre la strada più semplice, quella della soluzione a tutti i costi. Le incomprensioni, le decisioni sbagliate e le differenze caratteriali che allontano i due per anni e anni resistono ai deboli attacchi di una terapista, ma si sciolgono al concludersi dell’ennesima cena silenziosa. Anche in questo caso trarne una morale resta semplice: lo spazio che i demoni oscurano nella mente si riduce inesorabilmente se vi si punta contro una luce. Le divergenze più insanabili indirizzano a chiari percorsi di guarigione, se condotte lungo la via delle parole.
Modern Love, in conclusione, chiede molto ma restituisce altrettanto. Dimenticare per almeno trenta minuti alla volta il proprio bagaglio di cinismo, disillusione e amarezza può non essere sempre così semplice. Ciò che si ottiene in cambio, però, è il ricordo della potenza di quei sentimenti semplici e puri cui è sempre possibile ambire.
Modern Love è disponibile in streaming su Prime Video. Per abbonarsi alla piattaforma di streaming di Amazon o sfruttare il periodo di prova gratuito basta cliccare qui.