A quindici anni dalla fine della serie tv e a quasi dieci dal secondo film per il grande schermo, Sarah Jessica Parker tornerebbe volentieri ad indossare le Manolo Blahnik di Carrie Bradshow per un ulteriore seguito di Sex And The City.
L’attrice, che in questi anni è stata protagonista di numerose altre commedie per il cinema e di recente della serie tv Divorce arrivata alla sua terza ed ultima stagione, pensa che ci sia ancora spazio per le storie delle quattro amiche newyorchesi alle prese con avventure sessuali, sfide professionali e un’amicizia che funge da rete di protezione nei loro momenti difficili. Non più trentenni né quarantenni, ma ormai alla soglia dei cinquanta, le protagoniste di Sex And The City, secondo la Parker, potrebbero avere ancora molto da dire soprattutto alla luce dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno dato nuovo slancio e consapevolezza alla causa femminista in tutto il mondo.
Intervistata da Vanity Fair sul suo successo da attrice, produttrice e imprenditrice nel settore della moda, la Parker ha auspicato un ritorno dei personaggi di Sex And The City per un film o altri episodi della serie, perché ci sarebbero ancora storie interessanti da raccontare nelle vite da mogli, madri e professioniste di Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte, soprattutto in relazione ai radicali cambiamenti nel costume e nel dibattito pubblico sul ruolo delle donne intervenuti in questi ultimi anni. In particolare da quando si è affermato nel mondo il movimento #MeToo nato sull’onda del caso Weinstein, diventato una più generale rivendicazione dei diritti delle donne in termini di parità di accesso al lavoro, di trattamento, di libertà dagli stilemi arcaici e spesso delittuosi del maschilismo imperante (nel mondo dello spettacolo come in tutte le altre professioni) che spesso si traduce in abusi manifesti.
La Parker, che ha raccontato di recente di aver subito molestie su un set da parte di una grande star del cinema, rilancia l’idea di una Sex And The City contemporanea che prenda spunto dal movimento MeToo ed interpreti lo spirito del tempo, probabilmente meno votata a fare tendenza e più interessata ad interpretare nuovo modelli femminili di emancipazione e libertà.
Mi piacerebbe, perché i tempi sono cambiati e vorrei vedere i personaggi confrontarsi con i social media e con il MeToo. Anch’io mi sono trovata in grande disagio, una volta, con un attore famoso su un set, al punto che ho dovuto far intervenire il mio agente. Ma, allora, non si parlava, si cercava di proteggersi come si poteva e di lavorare. Per questo con la mia casa di produzione mi dedico a progetti, come Divorce, dove il team è quasi tutto al femminile, come i temi che trattiamo.
Un femminismo, quello dell’attrice, che si è tradotto dunque in progetti concreti creati e gestiti da donne. E che in una nuova versione di Sex And The City troverebbe sicuramente una chiave pop per ampliare la discussione sul tema.
Di un potenziale terzo film ispirato alla serie si è parlato molto in questi anni dopo gli incassi record dei primi due, nonostante la critica abbia stroncato – a ragion veduta – la trasposizione sul grande schermo. Ma a frenare il progetto, tra le altre cose, ci sarebbero le frizioni tra le dive del cast, che ad oggi stando alle parole di Kim Cattral (la Samantha della serie) sembrano difficilmente superabili.