Tra le migliori miniserie tv del 2019 che diverse emittenti e piattaforme hanno proposto agli amanti della serialità ci sono titoli che resteranno nella storia per i premi prestigiosi che hanno conquistato, altre che forse saranno ricordate meno, ma di sicuro ci sono titoli estremamente interessanti dal punto di vista del soggetto e della sua drammatizzazione, nonché di grande qualità dal punto di vista tecnico. E che dunque vale la pena inserire nella propria lista dei must watch.
Nell’era della peak tv, dei contenuti on demand e delle piattaforme streaming che si fanno la guerra tra loro a colpi di titoli roboanti, la fruizione da parte dello spettatore è divenuta sempre più personalizzata sulla base delle proprie esigenze in termini di tempi di visione, oltre che dei propri interessi. La grande proliferazione dell’offerta, d’altro canto, ha spinto il pubblico a sviluppare una certa capacità di selezione dei contenuti.
In questo senso il formato delle miniserie tv va incontro alle necessità di spettatori sempre più esigenti e con poco tempo da dedicare all’intrattenimento, perché una serie con pochi episodi cambia radicalmente il modo di approcciarsi alla visione: non richiede più la costanza di attenersi ad un appuntamento settimanale con la serie tv in onda sulla televisione generalista ad orari fissi e ha il pregio di concludersi in pochi episodi. Ormai è diventato sempre più difficile seguire serie composte da 15 o 20 o perfino 25 episodi a stagione, mentre una miniserie è composta da 8 o al massimo 10 episodi, con una trama spesso conclusiva che permetta di vivere un’esperienza di racconto non destinata ad essere reiterata potenzialmente per più e più stagioni.
Ecco qualche suggerimento sulle migliori miniserie tv del 2019, alcune delle quali hanno fatto incetta di premi agli ultimi Emmy Awards, gli Oscar della tv.
Chernobyl
Non si può non partire da Chernobyl, un meraviglioso esempio di narrativa di inchiesta trasposto in televisione tv: questa coproduzione HBO/Sky creata da Craig Mazin, che ha adattato il libro testimonianza Preghiera per Chernobyl di Svjatlana Aleksievič, ha ricostruito la dinamica del disastro della centrale nucleare del 1986 nell’allora Unione Sovietica con una scrittura pregevole, una regia cinematografica e un’interpretazione lodevole da parte del cast (gli eccezionali Jared Harris, Stellan Skarsgard ed Emily Watson). Senza dubbio l’evento televisivo di quest’anno.
Fleabag
L’esilarante, ma anche tagliente e riflessiva serie comedy di Phoebe Waller-Bridge ha conquistato sempre più spettatori negli ultimi anni passando da serie di nicchia a uno dei titoli più apprezzati non solo dalla critica ma anche da un pubblico giovane e meno giovane. Una serie che piace per la capacità di andare oltre i personaggi femminili stereotipati e le etichette che normalmente si attribuiscono un personaggio come la trentenne protagonista della trama, alle prese con i bivi che la vita ti mette davanti a quell’età. Una serie innovativa anche per la capacità di rompere la quarta parete e parlare direttamente allo spettatore.
Good Omens
Questa serie televisiva in sei parti arrivata su Amazon Prime Video quest’anno è basata sul romanzo omonimo di Terry Pratchett e Neil Gaiman. Una storia adatta a chi ama il fantasy ma non solo: i protagonisti sono il demone Crowley (l’ex Doctor Who David Tennant) e l’angelo Aziraphale (Michael Sheen) che dopo essersi abituati alla vita sulla Terra cercano di impedire l’arrivo dell’anticristo e con esso la battaglia finale tra Paradiso e Inferno.
When They See Us
La miniserie Netflix in quattro parti di Ava DuVernay, incentrata sul tristemente noto caso giudiziario dei cinque adolescenti di colore costretti a confessare uno stupro e un tentato omicidio di una donna bianca avvenuto a Central Park nel 1989, è una storia dolorosa che mostra plasticamente le iniquità e il malfunzionamento dal sistema giudiziario americano. Un caso di trent’anni fa per una questione, quella del razzismo delle forze dell’ordine e delle autorità della giustizia nei confronti delle persone di colore, ancora attualissimo ed irrisolto.
Unbelievable
La storia vera di un’adolescente violentata da uno stupratore seriale ma non creduta né dalla polizia né dalla sua famiglia è stata raccontata in questa miniserie tv che rappresenta in modo tristemente credibile quanto sia difficile per le donne vittime di abusi sostenere la propria verità di fronte al mondo ed evitare la cosiddetta vittimizzazione secondaria. La miniserie Netflix è stata promossa dalla stessa protagonista della vicenda, che l’ha vista nonostante il trauma di dover rivivere il proprio stupro.
Fosse/Verdon
Questa scintillante miniserie biografica, basata sul libro Fosse di Sam Wasson, racconta brillantemente la collaborazione creativa e il legame romantico tra il regista e coreografo Bob Fosse (Sam Rockwell) e la sua terza moglie, la ballerina star di Broadway Gwen Verdon (Michelle Williams) attraverso il matrimonio, il divorzio, la genitorialità e il lavoro non sempre gratificante, ma animato dal sacro fuoco dell’arte.
Killing Eve
Ha già tre stagioni all’attivo (la prossima in arrivo nel 2020) ma il suo formato da 10 episodi la rende annoverabile tra le miniserie: la caccia all’uomo – anzi, alla donna – tra la detective Eve e la serial killer Villanelle (Sandra Oh e Jodie Comer) è un dinamico thriller al femminile, venato di un’ironia nera molto tagliente e una sottile sensualità, ideato da Phoebe Waller-Bridge ed ereditato da Emerald Fennell, che ne è showrunner dalla seconda stagione.
Quicksand
Passata un po’ in sordina nel catalogo di Netflix quest’anno, Quicksand è la prima serie tv originale svedese della piattaforma, tratta dall’acclamato best-seller Sabbie mobili (Störst av allt) di Malin Persson Giolito. La storia di una strage da arma da fuoco in un liceo, apparentemente organizzata ed eseguita da una coppietta di innamorati, è il pretesto per raccontare un’adolescenza fatta di solitudine, alienazione, ribellione alle regole e incomunicabilità tra generazioni.
- Giolito, Malin Persson (Author)
Ramy
Questa deliziosa serie sul viaggio spirituale di Ramy Hassan, un egiziano-americano di prima generazione che vive nel New Jersey ed entra in una comunità musulmana cercando di conciliare le abitudini dei ventenni di oggi con le restrizioni imposte dal Corano, è un’interessante esplorazione dell’identità musulmana, per quanto spesso molto edulcorata, e del suo modo di manifestarsi nell’Occidente degli anni Duemila.
Conversazioni con un Killer: il caso Bundy
Chiudiamo con una docu-serie: mai come quest’anno, l’incredibile storia di Ted Bundy, il killer seriale che fece strage di cuori nell’America degli anni Settanta, è tornata di moda per via del il 30° anniversario dell’esecuzione della sua pena capitale. Al cinema è stato il film con protagonista Zac Efron nel ruolo di Bundy a ricostruire la storia dell’assassino di almeno 15 giovani donne negli Stati Uniti tra il 1974 e il 1978. La serie Netflix ne racconta la vicenda giudiziaria, con i successivi risvolti mediatici, con interviste, filmati d’archivio e le registrazioni audio fatte nel braccio della morte.
- Lily Collins, Zac Efron, Angela Sarafyan (Actors)