Michele Scarponi, classe ’79, ciclista già a otto anni, professionista dal 2002, l’anno della sua prima vittoria di tappa nella Settimana Ciclistica Lombarda, ha ottenuto una carriera di successi fino ad arrivare al Tour de France del 2014 e al Giro d’Italia 2016. Il campione è stato investito durante un allenamento da un furgone in strada, a Filottrano in provincia di Ancona e ha perso la vita. A due anni dalla scomparsa di Michele Scarponi nasce il docufilm “Gambe”.
Il docufilm tratta il tema della violenza stradale mettendo al centro la persona: l’utente fragile, i bambini, i pedoni e i ciclisti. “Gambe” racconta come può diventare la strada anche per i più deboli. E’ un docufilm girato nella speranza che dal dolore della perdita scaturisca un progetto di mobilità a misura di bicicletta.
Il film è stato fortemente voluto dalla famiglia del campione che ha dato vita alla Fondazione Michele Scarponi ONLUS. La Fondazione lavora creando e finanziando progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro.
In esclusiva per OM, ecco l’intervista a Marco Scarponi, fratello di Michele e cofondatore della Fondazione.
Grazie per aver voluto condividere con OM la storia della fondazione e della genesi del docufilm “Gambe”. Innanzitutto di chi sono queste gambe?
Sono le gambe di una mobilità nuova e attiva. Sono le gambe di Michele ovviamente, quelle che ho sempre visto pedalare. Tutta la mia famiglia è cresciuta attraverso quelle gambe. Poi sono quelle di un ciclista professionista e quelle di chi vuole vivere la strada in maniera diversa. Sopra ogni cosa, sono le gambe di chi non può andare più in bici e sto pensando alle vittime della violenza stradale.
E la strada di chi è?
Di tutti a partire dai più deboli. Parlo dei pedoni, dei ciclisti e degli altri utenti. Non esistono solo gli automobilisti. Se costruiamo una strada attorno al più debole, parliamo di una strada più sicura per tutti. Se invece pensiamo alla strada come attraversata solo dalle auto, otterremo solo pericoli, per gli stessi automobilisti e per tutti gli altri.
Qualcosa sta cambiando o siamo ancora alla preistoria?
Ho imparato a conoscere un’Italia che dal basso vuol provare a cambiare le cose, che ha a cuore il tema della mobilità. Esistono esperienze positive in tutto il paese, anche al sud ho conosciuto realtà importanti come in Puglia o il lavoro che fa Luca Simeone a Napoli e le belle realtà campane. Poi è chiaro che c’è tanto da fare, che c’è un significativo ritardo sul tema a partire dalla sicurezza stradale. Ora però conta solo la volontà di recuperare e soprattutto contano le scelte politiche che questa voglia di cambiare comporta.
Non è facile parlare di sicurezza stradale
Dobbiamo rendere più desiderabile la bici in strada per le nuove generazioni, penso ai bambini. Non è facile oggi cogliere l’attenzione dei più piccoli parlando di sicurezza stradale. “Gambe” è il nostro modo per parlarne. E’ un docufilm, ma è anche il megafono di mio nonno e della nostra famiglia. Sono le gambe di chi vuole cambiare la strada, una strada senza vittime.
Dobbiamo costruire la strada intorno al più debole, perché la strada è un bene comune. La politica ne deve prendere atto.
E proprio in tema di sicurezza stradale dei ciclisti e pedoni, i dati pubblicati congiuntamente da ISTAT e Automobile Club d’Italia, parlano chiaro. Nel 2017 i pedoni vittime della violenza stradale sono stati 600, i motociclisti 735 e i ciclisti 254.
Sempre secondo il rapporto ISTAT-ACI del 2018 invece, le vittime di violenza stradale sono state in modo particolare: 609 (+1,5%) pedoni, 685 vittime tra i motociclisti (-6,8%) e 219 tra i ciclisti (-13,8%). Nel complesso, gli utenti vulnerabili rappresentano circa il 50% dei decessi (1.621 su 3.325).
Tutto ciò non fa che confermare l’attenzione della Fondazione Michele Scarponi per una strada costruita attorno ai più deboli.
Il docufilm “Gambe” sarà proiettato Il prossimo 29 Ottobre a Napoli a Città della Scienza durante la tre giorni per la scuola – Hub 2019.
“Gambe” è un atto di denuncia sulla pericolosità delle strade, sempre di dominio delle auto, dove si continua a morire. Il film è un racconto che passa anche attraverso delle testimonianze, come quella di Davide Cassani c.t. della Nazionale di ciclismo, che il 29 Ottobre sarà presente a Città della Scienza insieme a Marco Scarponi.
Città della Scienza, come racconta ai microfoni di OM Luca Simeone, project manager del museo scientifico napoletano che ospita la mostra internazionale Bike_it, è particolarmente attenta a sostenere la promozione della cultura della mobilità sostenibile.
Napoli infatti è l’unica tappa italiana della mostra interattiva che racconta le innovazioni che hanno caratterizzato la storia della bicicletta. Bike_IT sarà a Città della Scienza fino ad Aprile 2020