Avete presente HarmonyOS, il sistema operativo proprietario di casa Huawei? Ne abbiamo tanto sentito parlare all’indomani del ban USA che lo scorso maggio colpì proprio il produttore cinese. Come riportato da ‘huaweiadvisor.com‘, ci sarebbe la possibilità di vedere gli smartphone dell’OEM in modalità dual-boot, anche per quanto riguarda i modelli già presenti sul mercato. Era il 9 agosto quando HarmonyOS venne ufficialmente presentato, compatibile con personal computer, speaker intelligenti, smart TV, indossabili, smartphone e tecnologie di infotainment.
L’OS proprietario supporta diverse tipologie di applicazioni, interfacciandosi con gli standard HTML 5, Linux e Android. La decisione sarà stata presa in seguito alla decisione da parte di Google, che non permetterà altre modifiche ad EMUI 10. Da lì il passo verso il dual-boot è stato breve, essendo tale possibilità già in fase di test. Questo significa che anche gli smartphone già immessi sul mercato, attraverso un apposito aggiornamento software, potranno offrire ai loro possessori l’opportunità di scegliere tra due sistemi operativi diversi, vale a dire HarmonyOS e Android (quest’ultimo al netto delle applicazioni e dei servizi di Google).
Non è ancora emerso l’elenco degli smartphone su cui Huawei starebbe lavorando per portare avanti la funzionalità dual-boot, che immaginiamo coinvolgerà i nuovi Huawei Mate 30, e probabilmente anche i precedenti P30, estendendosi poi a tutti gli altri dispositivi che verranno (a meno che il ban USA non decada come per incanto, cosa a cui crediamo ben poco). A voi piace l’idea di un sistema dual-boot sugli smartphone Huawei che dia libera scelta all’utente circa il sistema operativo da utilizzare? Le opzioni sono due: HarmonyOS, la soluzione proprietaria di casa Huawei (che immaginiamo evolverà in tempi brevi), ed Android, sebbene senza le integrazioni tipiche di Big G, quelle che hanno fatto la storia degli smartphone di ultima generazione.
Ottimo usare un sistema diverso dallo ormai android con Google che ne ha fatto un monopolio con le sue app di cui molte non servono a nulla