Dopo il successo de Il Traditore, arriva una serie tv su Tommaso Buscetta, dal titolo Don Masino, prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi per Mediaset.
La serie in otto episodi è in lavorazione da ormai sei anni, ma è stata annunciata solo ora, dopo la finalizzazione di una partnership tra Mediaset e Netflix per la produzione e diffusione di film e serie tv in tutto il mondo.
La lunga genesi di Don Masino e il budget imponente di 15 milioni di dollari sono rivelatori della consistenza del progetto: come spiega in esclusiva Variety, da sei anni Valsecchi lavora alla realizzazione della storia di Buscetta con partner internazionali e punta a venderla ai grandi streamer globali come Netflix e Amazon.
Il regista Marco Bellocchio lo ha battuto sul tempo con Il Traditore, il film biografico interpretato da Pierfrancesco Favino candidato all’Oscar 2020 nella sezione Miglior Film Straniero. Valsecchi non sembra essere preoccupato dal fatto che la storia di Buscetta sia già stata raccontata da un film di grande risonanza internazionale come quello di Bellocchio: “Questa è la conferma che Buscetta è un personaggio potente” ha spiegato il produttore parlando a Variety e specificando che il progetto della serie tv non ha nulla a che fare col film.
La serie, infatti, sarà “completamente diversa” perché la sua trama inizierà negli anni ’50, quando Buscetta iniziò a farsi strada tra le fila di Cosa Nostra, e coprirà “l’arco narrativo completo della sua storia sotto molteplici sfaccettature“. L’idea di fondo della serie è quella di descrivere questo controverso personaggio a partire dal dilemma che ha caratterizzato la sua vita: la difficoltà di rinnegare la sua attività di mafioso e la necessità di vendicarsi del capo dei capi Totò Riina, esponente del rango più violento della mafia corleonese che ha annientato la maggior parte della sua famiglia. Il focus centrale della trama sarà ovviamente dedicato al 1984, anno in cui Buscetta decise di collaborare con i pubblici ministeri italiani e poi con quelli americani per scardinare il clan dei Corleonesi al culmine di una guerra di mafia in cui perse diversi familiari. Il suo fu il primo tradimento del patto omertoso all’interno di Cosa Nostra, non propriamente un pentimento ma un accordo di collaborazione con la giustizia che lo costrinse a vivere sotto protezione con la sua famiglia per decenni, fino alla morte per cancro avvenuta in Florida nel 2000.
La serie tv su Tommaso Buscetta, il cui cast è ancora in via di definizione così come la scelta del regista, è scritta da Graziano Diana, Claudio Fava (già autore per Mediaset de Il Clan dei Camorristi), Monica Zappelli e lo stesso Valsecchi, in collaborazione con altri sceneggiatori. Le riprese dovrebbero iniziare a maggio 2020, tra la Sicilia, Milano, il Brasile, il Messico e New York.
Come altre serie in arrivo su Mediaset – ad esempio Made in Italy – il modello di distribuzione di Don Masino sarà la diffusione in streaming globale prima della messa in onda in chiaro su Canale5. La partnership di Mediaset con Netflix per coprodurre sette film italiani e l’accordo con Amazon Prime Video che ha acquisito i diritti di Made in Italy, vanno proprio in questa direzione.