Il nuovo spot per Buondì Motta, “a prova di devianza artificiale” non piace. E non solo ai napoletani. Una pioggia di commenti negativi si è abbattuta sui social dell’azienda che ha provato a giustificarsi con qualche parola scritta su Facebook.
L’intenzione di Motta, che per la realizzazione dello spot pubblicitario si è affidata all’agenzia Connexia Milano non era di certo quello di deridere la musica neomelodica né le tradizioni napoletane quanto piuttosto quello di “strappare un sorriso”. “Non volevamo offendere i napoletani ma solo strappare un sorriso”, è il commento dell’azienda agli oltre 1200 commenti giunti su Facebook.
Il prodotto del gruppo Bauli viene investito così da una nuova polemica. Le pubblicità particolari – è già stato ampiamente dimostrato in passato – non piacciono al pubblico della TV generalista che, evidentemente, non gode dello stesso senso dell’umorismo del team che elabora i messaggi pubblicitari per Motta, boomerang continui per quanto riguarda i casi di Buondì. Gli spot “irriverenti”, chiamiamoli così, del prodotto che assicura di essere goloso e leggero, più volte sono stati oggetto di polemiche e il nuovo non fa eccezione.
Questa volta Buondì Motta presenta Enza, la “deficienza artificiale” che a colazione intima: “Ditemi come può una colazione essere golosa e leggera oppure Musica Napoli”. Risuona quindi un brano attribuito ad un cantante neomelodico che diverte la più piccola di casa ed esaspera la mamma. La donna copre Enza con un: “Ma basta”, nella speranza di farla smettere.
La colazione golosa e leggera a prova di deficienza artificiale non è stata apprezzata, però. Se il sorriso auspicato dai creativi e dalla stessa azienda forse si potrà intravedere sul volto di chi la musica neomelodica proprio non riesce a digerirla, cosa ne pensa invece chi segue e sostiene cantanti neomelodici?
Uno solo l’errore in questo caso: quello di aver sottovalutato il pubblico (vasto!!!) appassionato di musica neomelodica che sui social insorge esterrefatto.
a me lo spot piace moltissimo.
Coglione anche chi ha fatto questo articolo, scrivendo…
Uno solo l’errore in questo caso: quello di aver sottovalutato il pubblico (vasto!!!)