Il crossplay su PS4 è sempre stato un argomento alquanto spinoso da affrontare. Sin dall’introduzione sulle altre piattaforme, Sony si è sempre dimostrata parecchio restia ad aprire le proprie frontiere per permettere a utenti in possesso di console diverse di confrontarsi senza bisogno per forza di cose di munirsi di una console specifica. La forza del marchio è innegabile, con anni e anni di “dominanza” sul mercato che hanno permesso al colosso nipponico di formare una community sterminata, complice anche il grande lavoro operato per rinforzare la lineup sotto il profilo delle esclusive. Chiaro che non c’era quindi alcuna necessità di aprirsi e condividere la succitata community “gratuitamente” con i propri competitors.
Qualcosa però è cambiato, con le recenti indiscrezioni che vogliono Sony pronta ad abbattere le barriere e a consentire il crossplay su PS4. Una notizia a lungo attesa sì da numerosi videogiocatori in possesso della console ammiraglia del producer, ma anche e soprattutto dagli sviluppatori, che da questo momento potranno lavorare senza paletti allo sviluppo di feature ad hoc all’interno dei propri titoli.
Ma perchè questo cambio di rotta tanto drastico da parte dei vertici della compagnia in materia di crossplay su PS4? La spiegazione è molto semplice e arriva da Jim Ryan, presidente e CEO di Sony Interactive Entertainment: bisogna limitare al massimo il rischio di malumori da parte della community, vista l’imminenza della nuova generazione videoludica. Insomma, con PS5 alle porte meglio rischiare il meno possibile e accontentare quella larga fetta d’utenti che chiedevano a gran voce questa specifica feature da ormai mesi e mesi.
Diversi i titoli che già negli ultimi tempi, nella fase beta, hanno avuto anche disponibilità di crossplay su PS4. Tra i vari non possiamo non citare Fortnite, Rocket League e Smite, con l’imminente Call of Duty Modern Warfare che è pronto a unirsi alla lista.
Già a inizio anno cominciarono a circolare voci sull’apertura delle frontiere videoludiche, con i vertici Sony che all’epoca annunciarono la messa a disposizione degli strumenti ad hoc per lavorare garantita a tutti gli sviluppatori. Voci che furono smentite da diversi studi di sviluppo, che evidenziarono un cambiamento che stentava a decollare: che sia questa la volta buona?