Erano tante le domande in attesa del palmarès di Venezia 76. Se la presidente di giuria Lucrecia Martel avrebbe superato le sue riserve per il favorito J’Accuse di Polanski (per il regista, non il film). Se la Mostra avrebbe premiato la storia di un supercattivo da fumetto, il Joker con Joaquin Phoenix (lontanissimo però dai canonici film di supereroi). Se ci sarebbe stato un posto per i film firmati da donne, altra polemica, in un festival con sole due registe su 21 candidati, innescata dalle testate americane, sensibilissime al tema. E infine se l’Italia, grazie anche al giurato Paolo Virzì, avrebbe agguantato un premio maggiore, magari il Leone d’Oro al bellissimo Martin Eden.
Risultato? La giuria presieduta da Lucrecia Martel è riuscita a mettere al suo posto quasi tutti i tasselli, con decisioni non scontate e anche smorzando alcune polemiche. Il Leone d’Oro per il miglior film è andato a Joker, questo film a tratti straniante che parte da un fumetto e lo trasporta in un universo, quello di una New York anni Ottanta, che sa profondamente di cinema (quello di Martin Scorsese, Taxi Driver e Re Per Una Notte) e di realtà. Il regista Todd Phillips ha scelto una chiave che porta il comic movie, il genere che ha dominato il botteghino di questi ultimi vent’anni, in una direzione più adulta, seguendo una linea indicata dal Batman di Nolan e spingendola anche oltre.
E ha ragione il regista, proveniente dalla trilogia leggera di Una Notte da Leoni, che ringrazia tutte le persone che “mi hanno spinto a uscire dalla mia zona di comfort per prendere una decisione rischiosa. Ringrazio il mio leone dietro le quinte Bradley Cooper. E grazie a Joaquin Phoenix – salito sul palco insieme a Phillips – per il suo talento meraviglioso“.
Phoenix però non ha vinto il premio per il miglior attore, per il quale era dato favoritissmo. La Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile è andata meritatamente allo straordinario Luca Marinelli di Martin Eden. Così il cinema italiano trova un riconoscimento importante, che va a uno dei migliori attori di oggi, per un film di prosa e poesia con cui Pietro Marcello continua e precisa il suo originale discorso di regista.
E Luca Marinelli infiamma la platea. Prima sottolinea “l’emozione gigantesca. Mi sembra una cosa assurda. Ringrazio Pietro Marcello per la sua dedizione onesta e per avermi fatto scoprire gradualmente la sua anima, ne sono rimasto abbagliato. E ringrazio Napoli che si è donata corpo e immagine“. L’attore poi chiude ricordando Jack London, l’autore del romanzo che ha creato “questo meraviglioso marinaio in cerca della verità. Per questo voglio dedicare il premio a tutte le persone splendide che sono in mare a salvare persone che fuggono da situazioni terribili e che ci evitano figure pessime con noi stessi e con il mondo. Viva l’umanità e viva l’amore“.
Le parole di Marinelli rimbalzano in qualche modo su quelle pronunciate dalla Coppa Volpi femminile, la Ariane Ascaride di Gloria Mundi di Robert Guediguian, l’appartato regista marsigliese che radiografando il suo microcosmo cittadino parla in termini amari e disillusi della inaridita società contemporanea. La Ascaride a Venezia 76 ricorda di “essere la nipote di migranti italiani che hanno preso un giorno una nave per trovare fortuna, arrivando a Marsiglia, dove sono nata. Questo premio mi dà la possibiità di ritrovare le radici. Appartenere a più culture costituisce un’enorme ricchezza. Perciò questo è un premio che dedico a tutti quelli quelli che sono sul fondo del Mediterraneo per l’eternità”.
Si spengono le polemiche sull’affaire Polanski-Martel, perché J’Accuse ottiene il Leone d’Argento, il Gran Premio della Giuria, ritirato, ovviamente assente il regista, dalla moglie Emmanuel Seigner – sul palco anche il coproduttore Luca Barbareschi – che opta per un discorso sbrigativo e di circostanza, che evita qualunque nodo spinoso.
Due altri premi indirizzati ad assenti. Il primo è quello alla regia, assegnato a Roy Andersson per About Endlessness. E ci sembra una delle scelte più di retroguardia della giura, per un autore già insignito di un Leone d’oro qualche anno fa e chiuso in una cinefilia fuori del tempo, stilisticamente sempre uguale a sé stessa. Più significativo l’altro riconoscimento italiano, il Premio Speciale della Giuria a Franco Maresco, anche lui non presente al Lido, per La Mafia Non È Più Quello di Una Volta, che continua il discorso di profondo pessimismo sull’identità siciliania (e non solo) iniziato con Belluscone. Ha ritirato il premio il produttore Rean Mazzone, che comprensibilmente si è augurato che sarà possibile vedere il film al di là del circuito dei festival.
Resta la questione delle donne, negletta a questo Venezia 76. Ci si dovrà accontentare del riconoscimento minore del Premio Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore andato al Toby Wallace di Babyteeth della regista australiana Shannon Murphy.
Il Leone del Futuro di Venezia 76 che premia il miglior esordio tra tutti i film in selezione, è andato al film sudanese You Will Die At Twenty di Amjad Abu Alala, con un assegno di 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro, suddivisi in parti uguali tra regista e produttore.
E adesso tutti a godersi la coda conclusiva di Venezia 76 con il film di chiusura, fuori concorso, The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, un thriller tra mondo dell’arte e della malavita, con un mefistofelico Mick Jagger, sbarcato oggi al Lido, in una delle sue rare sortite cinematografiche. Buon cinema a tutti.
Concorso
Leone d’Oro per il miglior film: Joker di Todd Philips
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: J’Accuse di Roman Polanski
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Roy Andersson per About Endlessness
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Luca Marinelli per Martin Eden
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Ariane Ascaride per Gloria Mundi
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice: Toby Wallace per Babyteeth
Premio per la migliore sceneggiatura: Ji Yuan Tai Qi Hao per No. 7 Cherry Lane
Premio Speciale della Giuria: La Mafia Non È Più Quello di Una Volta di Franco Maresco
Sezione Orizzonti
Miglior film: Atlantis di Valentyn Vasyanovych
Migliore regia: Théo Court per Blanco en Blanco
Premio Speciale: Verdict di Raymund Ribay Gutierrez
Miglior interpretazione maschile: Sami Bouajila per Un Fils
Miglior interpretazione femminile: Marta Nieto per Madre
Miglior sceneggiatura: Jessica Palud, Philippe Lioret, Diastème per Revenir
Miglior cortometraggio: Darling di Saim Sadiq
Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
You Will Die At Twenty di Amjad Abu Alala
Venice Virtual Reality
Migliore opera VR: The Key di Céline Tricart
Migliore esperienza VR per contenuto interattivo: A Linha di Ricardo Laganaro
Migliore storia VR per contenuto lineare: Daughters Of Chibok di Joel Kachi Benson
Premio Venezia Classici
Miglior Film restaurato: Extase (Estasi) di Gustav Machatý
Miglior Documentario sul cinema: Babenco – Tell Me When I Die, di Bárbara Paz