Renato Zero racconta gli esordi e ricorda i primi passi compiuti in Rai agli inizi di carriera. Una, dieci, cento mille vite quelle trascorse da Renato Zero che si appresta a rilasciare la sua prossima prova su lunga distanza, in programma per il 4 ottobre e con Mai Più Da Soli già rilasciato come primo singolo.
Il cantautore romano ha quindi ricordato quando si è trovato in Rai per i primi provini, nei quali ha toccato con mano la diffidenza di coloro che non compresero il suo essere diverso.
“Quando chiamavano, ti piazzavano in una stanza con davanti un vetro, un po’ come nei commissariati. Indagavano sulla tua natura, la tua esistenza, i vari perché e percome e ogni volta l’esito finale era: ‘Lei è fuori dalle righe’ o ‘troppo ambiguo’, ‘a tratti disgustoso’.”
Nella lunga intervista resa a Il Fatto Quotidiano, Renato Zero ha poi parlato di quella ambiguità sulla quale ha giocato un’intera carriera e che l’ha reso unico nel panorama musicale italiano. In particolare, si sofferma sulla curiosa fobia di Adriano Panatta, che prese paura di fronte al costume di Triangolo.
“Adriano allora aveva paura pure delle lucertole; comunque ho tre sorelle e quando ai tempi si dovevano fidanzare, prima portavano i pretendenti a casa, e se resistevano a me, allora andavano bene”
Non sono mancati gli aneddoti che riguardano il mestiere del padre poliziotto e delle lunghe notti trascorse in commissariato tra gli sguardi indiscreti dei militari, oltre a un episodio nel quale ricorda Mia Martini e una telefonata nel cuore della notte per raccontarle degli effetti della droga, seppur mai provata, che lo fecero finire in ospedale.
I prossimi passi sono quelli che lo condurranno verso il rilascio di Zero Il Folle, nuovo album di inediti che sarà pubblicato il 4 ottobre e per il quale è previsto un lungo tour a cominciare dal 1° novembre al Palazzo dello Sport di Roma.