C’era una volta Hannah Baker e le sue audiocassette in cui indicava 13 motivi che l’avrebbero spinta a togliersi la vita. Dopo una seconda stagione”giudiziaria”, volta a risolvere il suo caso, Tredici 3 su Netflix si apre con uno sconvolgente colpo di scena: la morte di Bryce Walker. La serie, basata sul romanzo omonimo di Jay Asher, ha cercato di evolversi nel corso di due stagioni non esattamente brillanti quanto il primo capitolo.
La rappresentazione grafica e l’approccio ad alcune tematiche (come la violenza sessuale, il suicidio, il bullismo) hanno reso Tredici un piccolo fenomeno del web tanto da guadagnarsi l’acclamazione della critica. Alla serie si deve il merito di essere riuscita ad aprire gli occhi a giovani e genitori su argomenti attuali, invogliarli a parlare tra di loro prima di affrontare in maniera drastica i problemi. Tredici 3 su Netflix, invece, cambia rotta e si spinge più in là. Da teen drama si trasforma in un murder mystery. Il giallo adolescenziale si sviluppa solo più avanti nella stagione, poiché la serie decide di tornare sugli ultimi atti in cui Tyler era stato fermato prima di compiere un massacro. La sparatoria nelle scuole, argomento di attualità, passa ben presto inosservata, per concentrarsi su un intreccio narrativo fatto di segreti e dichiarazioni inconfessabili.
Il filo conduttore è sempre la sottile linea che separa bene e male; non esistono persone buone, né totalmente cattive. Perciò la domanda che persiste per tutta la stagione è la seguente: Bryce Walker meritava di morire? Dopo aver ferito Hannah, Jessica e molti altri (anche se non tutti in ugual misura), c’era possibilità di redenzione? Forse anche i cattivi meritano una seconda occasione. Tredici 3 su Netflix cerca di rispondere a queste domande ma si perde in una narrazione lenta e contorta. Nel farlo, si trasforma in una macchina spietata costruita su una sceneggiatura ridondante, fatta di sotto trame che appesantiscono e distraggono lo spettatore dal fulcro del problema.
Come accaduto nelle passate stagioni, anche la terza stagione chiede al suo pubblico di chi realmente ci si può fidare. Perfino il più insospettabile dei personaggi, come il buon Clay Jensen, che prima con Hannah e ora con Ani, cerca di fare la cosa giusta per apparire l’eroe della situazione. Poi c’è Jessica, alla ricerca di conforto (fisico) per curare le sue ferite, tra coloro che avrebbero un motivo più che valido per uccidere Bryce.
In questo valzer di segreti e bugie, talvolta assillanti, si insinua una new entry nella storia, il cui scopo è quello di ribaltare ogni prospettiva sui nostri protagonisti. Ad Ani viene affidato il compito di narratrice, ruolo svolto in passato da Hannah Baker. La ragazza lega con Clay, con cui comincia a indagare sulla morte di Bryce tra i banchi di scuola. Un personaggio estraneo ai fatti, inizialmente introdotto per dare un sostegno emotivo ad alcuni dei protagonisti, ma che episodio dopo episodio si rivela più ambiguo del previsto.
Solo negli ultimi episodi, Tredici 3 sembra ritrovare anima e cuore che aveva abbandonato dopo la prima stagione. Clay, Jessica, Zac, Alex, Tyler e Justin sono cresciuti e hanno imparato dai loro errori. Hannah si è uccisa perché si sentiva sola e non è riuscita sopportare il peso del suo dolore. I suoi amici, però, hanno capito quanto sia importante stringere legami, soprattutto nel microcosmo orrifico rappresentato dalla Liberty High, dove tutti nascondono qualcosa. Una morale buonista, o realista (dipende dai punti di vista), che salva Tredici da una stagione non proprio ottimale. Dopo questo terzo atto, volto a mostrare l’altro lato dei protagonisti (avvolti più da ombre che da luci), c’è da chiedersi se Tredici 3 sia la storia di cui avevamo bisogno. Archiviato il capitolo Hannah Baker, c’era davvero la necessità di scavare a fondo nell’anima oscura di Bryce Walter?
Pur avendo abbandonato scene graficamente violente, Tredici 3 su Netflix continua a raccontare i drammi e le difficoltà di un gruppo di adolescenti di oggi e quanto sia dura separare la vita dentro e fuori le mura studentesche. Ognuno di noi ha vissuto gli anni del liceo in modi disparati; sia da ragazzi popolari che da emarginati, l’adolescenza è un periodo complicato, in bilico tra l’essere ancora bambini e la voglia di diventare grandi. E forse l’unico per uscirne è avere degli amici che ci aiutino a sopravvivere all’inferno scolastico.
Tredici 3 su Netflix ci lascia con la premessa di una quarta stagione che chiuderà definitivamente il cerchio, non senza un ultimo colpo di scena.
https://www.youtube.com/watch?v=s0UYNBRKPgY