Del ban Huawei non si parlava da giorni, giustamente, per merito di una certa apertura maturata dal governo USA e in pratica da Trump in luglio, proprio nei confronti dell’azienda cinese. Eppure, nelle ultime ore, è accaduto qualcosa che non può certo passare sotto silenzio, anche in riferimento al già precario equilibrio tra paese asiatico e americano appunto.
Come molti dei nostri lettori già sapranno, Trump ha deciso nuovamente di interrompere i colloqui commerciali con il segretario generale cinese Xi Jinping. Proprio questa rottura potrebbe avere delle conseguenze sul ban Huawei e dunque sui prodotti hi-tech dell’azienda? Cerchiamo di capirlo.
L’annuncio di Trump di ieri 1 agosto prevede una maggiorazione dei dazi sui prodotti cinesi pari al 10% con decorrenza dal 1 settembre. Il motivo della decisione è il seguente: la Cina non ha acquistato “grandi quantità” di prodotti agricoli dagli USA come promesso invece recentemente e tanto più non ha fermato la vendita di Fentanil negli Stati Uniti, ovvero di un oppiaceo sintetico.
La ritorsione di Trump ha a che fare pure con il ban Huawei? Dalla Casa Bianca fanno sapere che la situazione specifica di Huawei non è stata oggetto di discussione nei recenti negoziati ma il pericolo non va sottovalutato. Il rinnovato clima da guerra fredda commerciale non gioca a favore del produttore che potrebbe vedere messi in pericolo di nuovo gli accordi per la fornitura di apparecchiature da parte di aziende USA. Per quanto il brand cinese rincorra l’autonomia dai partner americani per ogni singola unità hardware necessaria per i suoi dispositivi, la “dipendenza” dal rivale non può ancora essere negata.
Anche l’ultima puntata relativa al ban Huawei lascia aperta la trama del racconto a più finali possibili. Nei prossimi giorni, magari proprio in questa prima parte di agosto, nuovi annunci e magari segnali di distensione potranno indicarci il futuro del brand Huawei.