Lucio Battisti arriva su Spotify e finalmente nessuno verrà più ingannato da quel profilo fake che raccoglie semplicemente le cover dei suoi brani. La novità è stata riportata dal Corriere Della Sera, che nella giornata di martedì ha scoperto una comunicazione tra la SIAE e Gaetano Maria Giovanni Presti, avvocato e docente dell’Università Cattolica.
Per comprendere meglio la vicenda è necessario fare qualche passo indietro. I diritti sui 12 album di Lucio Battisti sono custoditi dalla società Edizioni Musicali Acqua Azzurra di cui la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca Battisti detengono la maggioranza del capitale, seguiti da Mogol e dalla casa discografica Universal Ricordi.
Circa un anno fa scoppiò la querelle giudiziaria sulle quote di Mogol e della famiglia Battisti, situazione che portò Mogol a ottenere un risarcimento di 2,6 milioni. Lo stesso Tribunale di Milano al quale le parti interessate si erano rivolte, infine, aveva nominato proprio l’avvocato Gaetano Presti per liquidare la società nella misura che riteneva necessaria.
Così Presti, nella giornata di martedì, ha comunicato alla SIAE l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web. Di tale comunicazione sono stati messi al corrente anche i famigliari di Lucio Battisti e Mogol, e la famiglia ha sempre manifestato una ferma opposizione per la distribuzione della musica del cantautore al di fuori del supporto fisico.
Lucio Battisti arriva su Spotify? Oramai non si esclude, perché l’intero pianeta discografico si sta uniformando ai nuovi metodi di fruizione del pubblico più giovane, tant’è che lo streaming musicale genera circa la metà dei ricavi del mercato discografico. Il pubblico attende e, per il momento, si accontenta delle versioni piratate dei brani di Lucio Battisti presenti su YouTube o della raccolta di cover raggiungibili sul profilo “Lucio Battisti”, un account falso che non ha nulla a che vedere con il vero cantautore.