Proviamo a fare una piccola previsione: per i Modà sta arrivando il momento dei bagni di sangue.
Motivo per cui, stando a quel che succede a buona parte dei loro colleghi, e soprattutto dei loro colleghi che con loro condividono l’agenzia, potrebbero serenamente cambiare il nome in Moda. Così, senza accento.
Perché venerdì, allo scoccare della mezzanotte, quindi tecnicamente alla mezzanotte tra giovedì e venerdì, uscirà il loro nuovo singolo. Non esattamente attesissimo, per sfatare un mito o una routine che di solito accompagna questi lanci. Il primo dopo qualche tempo, diciamo dall’uscita del loro ultimo album. Ultimo fin qui. E anche ultimo uscito per la Baraonda, la casa discografica legata a colui che a lungo è stato il loro manager, editore e discografico, nonché il titolare della radio che più li ha spinti, Lorenzo Suraci e la sua Rtl 102,5.
La storia dei Modà o Moda che dir si voglia la conoscete tutti. La band ha fatto la gavetta vera, lì nell’hinterland milanese. Senza essere molto cagati dal grande pubblico, per altro. Poi sono arrivati i primi avvistamenti discografici, da parte di Pippo Landro. Cui sono seguiti quelli da parte della Carosello. Ma il botto è arrivato con l’unione di forze tra i tre principali network radiofonici, Rtl 102,5, appunto, Rds e Radio Italia. Network uniti sotto il marchio Ultrasuoni, casa discografica che li ha letteralmente imposti nel mercato. Un vero successo, quindi, naturale quanto indotto. Un successo cui è seguita una rottura con due terzi della squadra, nota è la lettera di Kekko, il leader della band, nonché autore di tutte le canzoni, che poco prima di tenere il primo concerto a San Siro, concerto organizzato da Friends and Partners e non esattamente un sold out secondo i crismi del “i biglietti li abbiamo venduti tutti”, ha letto ai giornalisti. Una lettera aperta dedicata a Suraci, appunto, nella quale però spandeva merda come raramente si era sentito nei confronti di Montefusco e Volanti, rispettivamente alla guida di Rds e Radio Italia. Un modo per non farsi passare in quei network a vita, direi. Tanto quanto per sottolineare un legame duraturo su cui costruire il futuro, quello con Rtl 102,5. Peccato che di lì a poco anche con Suraci le cose non hanno girato bene. Perché Kekko nel mentre, cioè nei sette anni dall’inizio del sodalizio, ha acquisito un suo ruolo nel music business, e perché, quindi, ha iniziato a avere delle aspettative che, evidentemente, non erano le medesime del suo ex manager. Perché i due si sfanculano, più o meno, e Suraci diventa ex manager, tanto quanto Baraonda diventa l’ex casa discografica di.
Il che porta a un facile teorema matematico. Se dai network radiofonici togli quelli con cui Kekko si è mandato a cagare, quindi Rds, Radio Italia e Rtl 102,5, e togli pure quello che non lo passerebbe mai, neanche sotto minaccia di una pistola, vedi a radio del gruppo Deejay e Capital, beh, non è che resti molto altro, giusto quelle del gruppo Mediaset. Del resto, una volta rotto con Suraci, le voci che hanno iniziato a girare, insistentemente, sono che Kekko si sia legato sempre più con Salzano, che oltre a essere il promoter della band è diventato, dicono coloro che sono vicini ai ragazzi, anche manager nonché discografico. Non da solo, però. Prima c’è infatti stato l’accordo editoriale di Kekko con la Warner Chappel, per altro già da tempo incaricata di gestire le edizioni Baraonda. Come dire, resta tutto in casa, a parte quel piccolo dettaglio che nello specifico l’unico a non guadagnarci è proprio Suraci. Poi è arrivato l’accordo con Paolo Salvaderi di radio Mediaset, che ha scelto 105 come media partner dell’imminente tour, ovviamente targato Friends and Partners. Biglietti fuori con l’uscita del primo singolo, a prezzi non esattamente modici. È noto, infatti, che il pubblico dei Modà o Moda che dir si voglia non siano esattamente quei radical chic che stanno in centro e votano Pd, parlo di Milano, e vedere prevendite a settanta euro, lo confesso, mi ha lasciato spiazzato. In passato i biglietti uscivano a quindici euro, più che popolari. Ora settanta, quindi. Con a spingere non una radio così capillare come Rtl 102,5, una radio capace davvero di affezionare l’ascoltatore a un progetto, visto che a dirigerla è un uomo solo al comando, ma una radio neutra come 105, per di più assai distante come mood dalla poetica di Kekko e dal sound della band. Nel mentre un mezzo accordo anche con la Sony, discografico. Del resto che Salzano abbia una sorta di joint venture con la casa discografica presieduta da Andrea Rosi è cosa nota, già in passato ci sono stati album usciti a doppio marchio, si pensi all’ultimo Morandi.
Quindi, ricapitoliamo: singolo nuovo, singolo che esce dopo un’infornata di singoli senza precedenti, con circa ottanta brani a spartirsi gli esigui spazi nelle radio. Un partner certo, 105, e almeno quattro network contro, chi più chi meno.
Un tour imminente, con prezzi alti, e quindi destinato a naufragare, come ultimamente capita spesso a quelli targati FeP.
Niente di particolarmente promettente. Soprattutto perché, qui forse sta il vero cuore della questione, che fra qualche giorno uscirà il nuovo dei Modà o Moda che dir si voglia, al momento, sembra non fregare un cazzo a nessuno. Non se ne parla, come in passato, a memoria d’uomo, solo a Biagio Antonacci con il suo ultimo lavoro, quello conosciuto tra gli addetti ai lavori col nome in codice “L’album del cavallo che affoga dal culo”. Ecco, i Modà o Moda che dir si voglia sembrano essersi incamminati a grandi falcate verso la fine del cavallo appena citato. Senza neanche spingere chi scrive a trovare un animale abbastanza interessante da diventarne incarnazione.
In questi casi si dice “spiace dirlo”, ma onestamente che i Modà o Moda che dir si voglia stiano in procinto di affondare come un cavallo che affoga dal buco del culo non è per me fonte né di dispiacere né di dolore. Neanche di particolare piacere, non sono uno dei titolari di network che Kekko ha sfanculato a San Siro, né sono Suraci, che ha sfanculato in maniera assai più esplicita andando a finire con Salzano da Salvaderi.
Io sono qui che racconto, come sempre, pacatamente e serenamente.
Oppure si può scegliere di fare click su “chiudi” e cercarsi critiche più “rassicuranti”, non mi risulta che nessuno stia imponendo niente a nessuno.
Avete presente “I panda” negli anni settanta? No? Bene è la stessa fine che faranno questi… Musichetta del cazzo
Monina è quello che si faceva le foto con Suraci e Salzano? Quello che ha smesso di parlare male di RTtl e Bianca Atzei quando lo hanno chiamato su Rtl? E sottoscrivo quanto postato sopra da funkadelico
Monina sta alla critica musicale come Sgarbi sta alla critica d’arte. Due “professionisti” senza talento che sfruttano l’offesa e l’aggressività per farsi pubblicità, per attrarre attenzione. Monona in particolare con i suoi “articoli” e titoli ad effetto cerca solo dei click per fare traffico visto che i contenuti sono privi di logica mentre abbondano offese gratuite. Per altro mi chiedo perché scrivere “articoli” diretti ad un pubblico ristretto di addetti ai lavori non pensando che gli stessi vengono pubblicati su una testata giornalistica diretta ad un più ampio pubblico.
Per non parlare di quando Monina scrive raccontando aneddoti e storie della sua infanzia, migliaia di parole a cui nessuno è interessato. Siamo al livello più basso dell’informazione, alla sottocultura, alla deriva del giornalismo musicale. E lo dico pur detestando il tipo di musica che fanno i Modà, ma da qui a all’insulto c’è solo spazio Monina
Monina sta alla critica musicale come Sgarbi sta alla critica d’arte. Due “professionisti” senza talento che sfruttano l’offesa e l’aggressività per farsi pubblicità, per attrarre attenzione. Monona in particolare con i suoi “articoli” e titoli ad effetto cerca solo dei click per fare traffico visto che i contenuti sono privi di logica mentre abbondano offese gratuite. Per altro mi chiedo perché scrivere “articoli” diretti ad un pubblico ristretto di addetti ai lavori non pensando che gli stessi vengono pubblicati su una testata giornalistica diretta ad un più ampio pubblico.
Per non parlare di quando Monina scrive raccontando aneddoti e storie della sua infanzia, migliaia di parole a cui nessuno è interessato. Siamo al livello più basso dell’informazione, alla sottocultura, alla deriva del giornalismo musicale. E lo dico pur detestando il tipo di musica che fanno i Modà, ma da qui a all’insulto c’è solo lo spazio (inutile) di Monina
Bello e molto esaustivo l’articolo.
Spero di vederli annà pè straccu.
Lasciate perdere.
Bellissimo articolo.Spero facciano la fine di Ligabue.Sti coglioni dei Modà!
Ma già il genere musicale e televisivo in italia è arrivata a livelli bassi… con trap… bimbiminkia ecc ecc…. ci mancava anche da chi scrive articoli… modà grande gruppo e cantantante con grande voce come pochi…. si percepisce che lo “scrittore”…. e dire scrittore forse e dire troppo….abbia antipatia per il gruppo …ma meglio si tenga i suoi pensieri per lui… e auguri il meglio per chiunque sia … non prevedere della negatività …. veramente deludente l’articolo… sembra scritto da un ragazzino
Buonasera
Il fatto che il signor Molina abbia affermato che non è un giornalista già mi solleva, in quanto salva almeno una categoria , sulla scia di ciò, sarebbe gradevole se volesse spogliarsi anche dal titolo di critico musicale
Mi chiedo se è mai possibile che un professionista usi certi mezzucci e certi vocaboli ,del tutto irrispettosi per chi legge,al fine di acquisire un po di notorietà …
La critica come tale ben venga quando dettata da educazione,verità e conoscenza ,linee queste che non sono state certo di guida al professionista quantomeno in questo articolo.
La cosa ancora più sgradevole è che la dove alcuni fan hanno esposto i loro pareri il signor Monina non ha saputo far altro che ribattere con offese e discriminazioni sia nei confronti della band che dei fan definendloli “di merda” “analfabeti”ecc ecc.non avvalorando affatto il suo articolo (magari ribattendo con argomenti inerenti tale pubblicazione)bensì sottolineando, chiaramente, che tale articolo non era altro che un suo sfogo personale, dettato da gusti esclusivamente personali e non obbiettivi,o,sanamente critici .,non rendendo così un buon servizio ne a chi lo ha letto ne a chi lo ha commissionato
Per altro pessimo biglietto da visita per chi usufruisce dei suoi servizi
Mi auguro che questo genere di professionista sia in via di estinzione.
“Non è mettendo in cattiva luce gli altri che si acquisisce splendore!” Salute e pace ….
Il linguaggio sarà anche colorito ma non è che dica fesserie, eh. Gusti musicali a parte, direi che l’ego di Silvestre ha fatto tutto da solo. Magari la canzone è bella (spoiler alert: no) e i network ex amici non la sfanculeranno.
Ma infatti nessuno condanna il suo pensiero, ma questo odio e volgarità se la poteva risparmiare.
Questo è uno che vuole far parlare di se, e non gli importa se bene o male.
Nell’articolo ha scritto poche verità e molte fesserie per rendere tutto più veritiero, il tutto condito con volgarità e rancore.
Io non capisco come si possa pubblicare un articolo del genere di una volgarità unica. Siamo liberi di esprimere la nostra opinione, ma in primis ci deve essere il rispetto.
Ma sono convinta che lei usa questo vocabolario,perché se no nessuno reggerebbe i suoi articoli da quattro soldi.
Il suo è un chiaro incitamento all’odio, ma si ricordi che l’odio porta solo altro odio.
Mi dispiace che una persona della sua età sia così piena di rancore,non deve essere facile convivere con esso.
La saluto augurandole una vita con un po’ più di amore.
Concordo. Non mi piacciono i Modà e le loro canzoni tutte uguali sul maschio alfa che vuole conquistare la sua donna, e la conquista, e la fa sua, e la perde, e la conquista di nuovo, ma un articolo del genere mi sembra solo un modo per esprimere odio gratuito. Se si è convinti delle proprie tesi si può provare a convincere gli altri anche con garbo e rispetto.