“Si tratta di un premio collettivo che appartiene a tutti quelli che ci hanno lavorato e al pubblico che lo ha supportato”. Esordisce così Cremonini ai nostri microfoni commentando il Premio del Sindacato nazionale dei Giornalisti cinematografici italiani
Timido e un po’ imbarazzato come dichiara lui stesso, Alessio Cremonini interviene senza nascondere l’emozione per il riconoscimento del Premio per il film dell’anno ai Nastri d’Argento 2019. Più volte “Sulla mia pelle” è stato definito un film di cui il paese aveva bisogno e il premio appena ottenuto ribadisce il pensiero: “un film necessario, emozionante e coraggioso”, è la motivazione del Sngci che ha assegnato il premio.
“E’ un film sul dolore, sulla sofferenza fisica e mentale di un concittadino morto in carcere. Non un film sulla battaglia, meritoria che portano avanti Ilaria Cucchi e la sua famiglia, ma un film in grado di mostrare quello che nessuno ha potuto far vedere: Stefano”. Dichiara Cremonini ad OM.
“Sulla mia pelle” è un film di grande valore culturale e sociale, che proprio per tale ragione non è nuovo a riconoscimenti importanti dati anche i risultati degli scorsi David di Donatello; in quella occasione Alessio Cremonini aveva ricevuto il riconoscimento come miglior regista esordiente mentre ad Alessandro Borghi, interprete magnifico e perfetto nei panni di Stefano, era andato il premio come miglior attore protagonista.
“Sulla mia pelle” racconta l’ultima drammatica settimana in vita del giovane Stefano Cucchi, che troverà la morte durante il periodo di custodia in carcere nell’ottobre 2009. Non c’è nessun pietismo nei cento minuti che compongono la pellicola: nessuna scena di violenza (quest’ultima viene lasciata immaginare dietro una porta che si chiude e dalla quale Stefano non tornerà mai più com’era prima), nessuna immagine che richiami ad una lacrima facile, ma un film estremamente potente per il suo realismo.
Incantevole la prova d’attore di Alessandro Borghi a proposito del quale il regista dichiara: “Non poteva esserci un attore più adatto ad interpretare un ruolo del genere. Certo oggi è facile dirlo, ma ci abbiamo sempre creduto”.
“Alessandro – continua Cremonini- oltre ad essere un grandissimo attore, è una persona molto delicata e riservata, che è risuscita a trasmettere il senso del dolore e della sofferenza che apparteneva a Stefano, senza ricorrere ad urla o a scene esasperate. L’obiettivo era quello di realizzare un film che non fosse urlato”.
Sono passati dieci anni dalla morte di Stefano.
La battaglia della famiglia Cucchi intanto continua, e proprio nei mesi scorsi c’è stata una svolta decisiva: il carabiniere superteste Francesco Tedesco dopo anni di silenzio ha ricostruito le fasi dell’arresto e del pestaggio di Cucchi in aula davanti alla Corte d’Assise. Al termine della deposizione, Tedesco si è avvicinato ad Ilaria per dirle che gli dispiace.
Non possiamo sapere quanta attenzione mediatica e giudiziaria abbia ottenuto il successo della proiezione del film “Sulla mia pelle”. Sappiamo di certo che il film del regista Alessio Cremonini ha scosso le coscienze di migliaia di italiani. E’ un film tanto potente da riuscirci e il Premio ai Nastri d’Argento 2019 rappresenta l’ennesima conferma di questa forza.