Nell’era dei revival, dei reboot e dei sequel di storiche serie degli anni Novanta, Michelle Williams di Dawson’s Creek guarda con affetto alla serie che l’ha resa celebre nel mondo, ma senza nostalgia per quel prodotto la cui realizzazione sembrava più frutto di una catena di montaggio che di un lavoro artistico.
L’attrice oggi 38enne ha definito la serie “formidabile” e l’ha paragonata ad una grande palestra, ma ne ha anche parlato come di una sorta di “lavoro in fabbrica“, in un’intervista con Patricia Clarkson per Variety.
La Williams ha interpretato l’audace e problematica Jen Lindley in Dawson’s Creek per sei stagioni dal 1998 al 2003, anni nei quali ha imparato molto su come funziona un set ma non ha potuto fare esercizio di creatività, visto che si è ritrovata perlopiù a recitare copioni senza avere nemmeno il tempo di approfondirne lo studio.
Per fare Dawson’s Creek per sei anni e mezzo, sebbene sia stata un’esperienza di apprendimento incredibile, abbiamo fatto 22 episodi all’anno, e ricevevamo degli script all’ultimo momento e avevamo zero input. Era un po’ come un lavoro in fabbrica.
“Era formidabile, sì“, ha detto Michelle Williams di Dawson’s Creek, ma di sicuro ha somigliato per lei più ad un lavoro impiegatizio che ad un’occasione di esplorare ed esprimere il proprio talento. Per questo è diventata riluttante rispetto alle proposte televisive negli anni successivi.
Dopo tanto cinema, però, è tornata alla serialità con la miniserie FX Fosse/Verdon, in cui interpreta l’attrice e ballerina Gwen Verdon.
Non credo di aver fatto televisione da allora a causa della paura di una perdita di input. Ma tutti dicevano ormai da tempo che ‘la televisione è diversa ora.’ E ho verificato che è vero e che era un mondo a cui dovevo aprirmi.
Nonostante la sua opinione su quell’esperienza, la Williams ha partecipato lo scorso anno alla reunion del cast per Entertainment Weekly in occasione dei vent’anni dal debutto della serie.