Il destino software e non solo del Huawei Mate 30 si deciderà nella prossima estate e non in autunno, quando è previsto l’effettivo lancio dello smartphone. Il ban USA ai danni di Huawei ha contribuito a minare le certezze di natura software appunto per la prossima serie top di gamma (prendendo in considerazione anche i modelli Mate 30 Pro e Mate 30 Lite naturalmente). Con quale sistema operativo arriveranno le ammiraglie, con Android o con il nuovo OS del produttore che pure scalda i motori in Cina e anche in Europa? Le risposte a queste domande sono abbastanza fondamentali anche per capire quale potrebbe essere il successo commerciale del nuovo hardware.
Le cose stanno esattamente in questo modo. attualmente il vero e proprio ban USA nei confronti di Huawei è stato posticipato fino ad agosto ma gli effetti delle limitazioni si sono fatti già sentire. Basti pensare, ad esempio, ad un dispositivo come l’Honr 20 che, pur essendo stato lanciato, vede bloccate le vendite globalmente per la mancanza di apposita certificazione e di certo per la questione software che non renderebbe possibile far girare sui device proprio Android. Nello stesso clima di incertezza si troveranno probabilmente tutte le prossime uscite hardware e la più attesa di tutte è senz’altro quella del Huawei Mate 30.
In poche parole il Huawei Mate 30 insieme al Huawei Mate 30 Pro si candida ad essere il vero e proprio spartiacque dell’esperienza software del produttore con la prima vera e propria introduzione del sistema operativo proprietario. La stessa serie invece potrebbe segnare, tutto sommato, il ritorno alla normalità con i servizi Google tutti garantiti, dal primo all’ultimo senza distinzioni e pure in tutto il mondo.
Già in agosto, in caso di proroga o no del ban del governo Trump, sapremo con certezza se il prossimo Huawei Mate 30 giungerà con a bordo Android o al contrario, con il sistema operativo proprietario. In questo secondo caso, ecco che non tutti i fan del brand (anche quelli della prima ora e comunque più accaniti) potrebbero sposare ad occhi chiusi la nuova esperienza software, magari per il timore di qualche bug di troppo e comunque di un progetto ancora acerbo. Tre mesi soltanto e lo scopriremo.