Qualsiasi storia ha bisogno di un cattivo. Non perché sia costretta a basarsi su una trita dicotomia fra bene e male, ma perché una certa opposizione è fondamentale per lo svolgersi dell’intreccio. Chiaro, parlare di cattivo significa generalizzare; molto più spesso usiamo questa parola per riferirci a un personaggio problematico, crudele, senza scrupoli, egoista. A volte semplicemente per indicare l’antagonista del nostro eroe.
Ad ogni modo, anche la televisione è piena di questi multiformi personaggi e quasi nessuno di essi mantiene inalterato nel tempo il proprio modo di essere. Elencarli tutti sarebbe stato impossibile, quindi abbiamo deciso di limitarci a menzionare cinque cattivi delle serie tv che si sono redenti. E a cui noi, ovviamente, non abbiamo potuto che affezionarci.
Jaime Lannister (Game of Thrones)
Abbiamo sicuramente visto cattivi peggiori nella storia della serialità, ma ripetiamolo: in questo ideale contenitore abbiamo rovesciato chiunque non abbia una… fedina penale immacolata. E Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau) non ha un passato limpidissimo.
Il suo esordio in Game of Thrones ha ritratto un uomo freddo e calcolatore, capace di spingere un bambino giù da una torre e cospirare alle spalle del re assieme alla regina. Insomma, la storia dell’incesto non è stata neppure in cima alla lista dei suoi problemi.
Col passare delle stagioni, però, Jaime ha avuto modo di evolversi in uno dei personaggi più complessi della serie. È stato fatto prigioniero, torturato, ha perso la mano. È stato allontanato dalla donna che amava e con ogni allontanamento si sono smussate un pizzico d’arroganza e di supponenza.
La breve relazione con Brienne di Tarth, l’intesa sempre viva con Tyrion, il ritorno conclusivo a un amore inevitabile non lo hanno certo santificato, ma hanno reso concreta, degna di umana pietà la decenza del Jaime Lannister delle ultime stagioni.
Il Mastino (Game of Thrones)
Sandor Clegane (Rory McCann) avrebbe potuto essere uno tra i più grossi cattivi delle serie tv, se negli anni non avesse mostrato un certo senso di compassione verso il prossimo. Chiariamoci, il Mastino è stato tutt’altro che un tenerone. Al principio non era che un lacchè dei reali, la guardia del corpo di un capriccioso Joffrey. Quando poi i capricci sono diventati crudeltà pura, il Mastino ha agito da cuscinetto tra lo stesso Joffrey e le sue vittime.
Non dimentichiamo neppure il suo ruolo nei confronti delle sorelle Stark. Sansa, innanzitutto, anche lei oggetto delle ire di Joffrey e difesa proprio dal Mastino in più occasioni. Poco importa che la ragazza abbia poi rifiutato il suo invito di fuggire insieme verso il Nord.
E poi Arya, verso la quale ha sviluppato un senso di protezione paterna. Anche in questo caso, conta poco che la ragazzina avesse in mente di ucciderlo: i due sono stati a loro modo una coppia tenera e profondamente legata. Lo abbiamo visto fin nell’ultimo episodio, quando il Mastino ha raccomandato ad Arya di desistere dal piano di uccidere Cersei e allontanarsi per scampare a una morte certa.
Valencia Perez (Crazy Ex-Girlfriend)
Cambiamo registro, adesso, perché i cattivi delle serie tv sono anche e soprattutto donne. Prendiamo Valencia (Gabrielle Ruiz), ad esempio, il perfetto caso di antagonista inquadrata nel ruolo di cattivo per le vicinanza dello spettatore all’eroina, Rebecca.
In Crazy Ex-Girlfriend, infatti, Valencia è descritta come una persona stupida, vuota e superficiale, crudele verso le altre ragazze perché incapace di rapportarvisi. È bella, ma di una bellezza scomoda perché il confronto con qualsiasi donna normale evidenzia i difetti e le insicurezze di queste ultime. Insomma, Valencia è il nemico. Peccato che nella fase iniziale della serie la vera cattiva sia invece Rebecca, che facendosi scudo con la sua normalità tenta di rubare il fidanzato a Valencia.
https://youtu.be/NakB5kY1Amc
Con il passare del tempo Valencia si prende però la sua rivincita. Crazy Ex-Girlfriend non ha mai voluto ritrarla come un personaggio cattivo, ha semplicemente utilizzato i giudizi sommari che si tendono a dare di persone come lei per fare della satira sociale sottile ed efficace.
Ce ne accorgiamo quando lascia il fidanzato Josh e finalmente fiorisce. Rebecca arriva a trovare in lei un’amica fidata, forte e compassionevole, che riesce a raccogliere il coraggio necessario per lanciarsi in nuovi progetti e realizzarsi a livello personale e professionale.
Jessa Johansson (Girls)
Lo abbiamo detto all’inizio: i cattivi delle serie tv non sono come le nemesi dei supereroi, creature oscure e malvagie destinate alla sconfitta, ma esseri umani complesi e multisfaccettati per i quali è possibile provare empatia. Jessa (Jemima Kirke) di Girls ne è un caso da manuale.
Nel microcosmo di ventenni immature, viziate ed egoiste inquadrato dalla serie di Lena Dunham è difficile scegliere la ragazza più detestabile. Fra tutte, Jessa spicca solo per il più elevato potenziale distruttivo rispetto a sé stessa e agli altri.
Quando la incontriamo per la prima volta è uno spirito libero disinibito e incurante, un’hippie che fa della vita ciò che le pare. Prende ciò che vuole, usa ciò che vuole, si diverte come vuole e non si ferma neppure per un attimo a considerare le implicazioni profonde delle proprie azioni, i sentimenti delle persone coinvolte, le opinioni di chi le sta accanto.
Per lei il tracollo è sempre dietro l’angolo e la colpisce con la massima durezza proprio quando è più vulnerabile. L’unica relazione nella quale abbia davvero dato tutta sé stessa, quella con Adam – l’ex della sua migliore amica Hannah – è anche quella che distrugge il suo già precario equilibrio nel momento in cui lui la lascia per tornare da Hannah.
Soltanto alla fine del suo percorso Jessa impara a prendere le misure della sua psiche, fragile ma non distrutta, e a redimersi mostrando di essere solo imperfetta e fallibile, non cattiva.
Renata Klein (Big Little Lies)
Un po’ come Valencia in Crazy Ex-Girlfriend, anche Renata (Laura Dern)è una cattiva designata in Big Little Lies. A un’analisi oggettiva non potrebbe che apparire una donna di successo, determinata a proteggere la figlia da quella che le sembra una grave minaccia. E in effetti è così, ma per fini narrativi Renata diventa veicolo d’odio e risentimento tra le protagoniste.
Lo notiamo nelle meschine macchinazioni che si susseguono nel corso della stagione, dove i figli diventano inconsapevoli strumenti di trasmissione delle vendette reciproche e dei colpi bassi delle madri. Oppure durante il litigio tra Renata e Jane.
Le successive scuse di Jane sono state la chiave dell’evoluzione di Renata; o meglio, di ciò che noi abbiamo percepito come tale. Perché ancora una volta il punto di vista da cui sono stati presentati gli eventi ha allontanato da lei la nostra empatia, e solo il nuovo equilibrio ci ha dato modo di osservarla per quello che è: una donna dura, certo, gelida talvolta, ma anche profondamente umana e di certo non così cattiva come credevamo all’inizio.