Ritorna attuale il discorso relativo ai prezzi di interazione dall’Italia verso i Paesi UE, oggetto di ulteriore discussione negli ultimi tempi fino alla nuova ridefinizione del 15 maggio, che ha visto ancor di più ridotti i costi in nome di un mercato unico digitale che non prevede barriere e confini. Le tariffe sono state stabilite al Regolamento UE 2018/1971, e coinvolgono tutti gli operatori nazionali, come riportato da ‘mondomobileweb.it‘.
Per adattarsi a quanto disposto dall’Unione Europea (le chiamate effettuate dall’Italia verso un Paese UE non possono superare il prezzo di 0.19 cent/minuto, IVA esclusa, con il costo degli SMS fissato a 0.06 euro ciascuno, cui bisognerà poi aggiungere l’IVA), TIM ha ritoccato le proprie tariffe, arrivando alle seguenti cifre: 0.2318 euro/minuto, senza scatto alla risposta, e 0.0723 per ogni SMS inviato (questi i costi delle interazioni con i Paesi UE previsti dal gestore blu). Passiamo poi ad analizzare le decisioni prese da Vodafone ed Iliad, che sembrano coincidere: 0.23 euro/minuto per le chiamate effettuate (manca anche qui lo scatto alla risposta, anche se la tariffazione viene calcolata sulla base di scatti anticipati di 60 secondi) e 0.07 euro per ogni SMS inviato. Per quanto riguarda Wind e 3 Italia? Il costo per ogni chiamata effettuata dall’Italia verso i Paesi UE è pari a 0.2318 euro/minuto e di 0.0732 euro/SMS inviato.
Precisiamo che, almeno per il momento, non rientrano nella cerchia dei Paesi UE per cui valgono i massimali appena menzionati l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia, sebbene si stia lavorando per rimuovere queste eccezioni. Lo scopo perseguito dal nuovo Codice delle Telecomunicazioni dell’UE è quello di salvaguardare la giusta tutela dei consumatori, attraverso una serie di proposte precise, che coinvolgono anche aspetti diversi da quelli sopra trattati. I contratti telefonici, per esempio, dovranno poter essere adeguatamente comparati. Gli utenti dovranno anche poter esercitare più diritti nel caso in cui si proceda al recesso del contratto. È richiesta una maggiore agevolezza nel passaggio da un operatore all’altro, con disposizione dei giusti risarcimenti in caso di ritardi immotivati.
Come avreste notato anche voi, l’abbattimento delle tariffe di roaming europeo (che ricordiamo essere entrato in vigore nel giugno 2017) non è stato che il primo passaggio di un quadro più completo di manovre volto alla tutela dei cittadini contro i prezzi esorbitanti dapprima applicati nel momento in cui si interagiva da e verso il proprio Paese. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, quando ormai le rimodulazioni da parte dei maggiori provider la fanno da padrona (questo il nostro ultimo resoconto generale), apprendere queste notizie non può fare che bene all’umore degli utenti (la consolazione per alcuni sarà magra non presentandosi tutti giorni occasioni per risparmiare in virtù di questi ribassi, ma non potevamo esimerci dal parlarne in termini positivi, trattandosi comunque di un provvedimento che agisce a pieno vantaggio dei consumatori). Speriamo che si arrivi a soluzioni felici anche per quanto riguarda il solo territorio nazionale, e che gli operatori possano presto decidersi a smetterla di rimodulare un giorno sì e l’altro pure, mantenendo stabili le proprie offerte almeno per un certo periodo di tempo.