La faccenda relativa al virus WhatsApp veicolato attraverso le chiamate dell’applicxazione di messaggistica è stata senz’altro l’assoluta protagonista di questa settimana: come abbiamo avuto modo di raccontare, il pericolo reale è riconducibile ad uno spywerwe sviluppato da una società israeliana con l’obiettivo di entrare nei device di poveri malcapitati e semmai rubare preziosi dati sensibili. Ad oggi, la stessa WhatsApp non ha fatto sapere quanto il malware si sia diffuso e dunque sono in molti a chiedersi se il proprio telefono sia stato o meno interessato dal pericolo. Per quanto non esiste una risposta definitiva a questa domanda, non pochi potrebbero essere i segnali da prendere in considerazione in caso di device hackerato (come sottolineato anche da HWupgrade).
Occhio alla batteria, non è uno scherzo o meglio alla velocità con la quale la sua percentuale si abbassa. Nel caso in cui si sia stati infettati dal virus WhatsApp o da qualsiasi altro malware, proprio il valore di carica residua può dare delle informazioni interessanti. Se si sta continuando ad utilizzare il proprio telefono come al solito, dunque senza aumentare le ore di schermo acceso per qualsivoglia motivo, un calo vertiginoso del valore in questione è del tutto anomalo. Anche se il telefono “letteralmente” scalda e dunque sembra perennemente sotto sforzo e stress, la cosa potrebbe essere riconducibile ad un reale pericolo.
Altro segnale utile, in ottica smascheramento del possibile virus WhatsApp: sia iOS 12 e ora anche Android 9 Pie mettono a disposizione degli utenti una funzione universalmente identificata come “benessere digitale”. Quest’ultima oltre a fornirci il tempo di utilizzo del telefono per limitarne la dipendenza ci dettaglia la tipologia di app che hanno lavorato maggiormente in un range di tempo stabilito. Se consultando i relativi report, l’utente si ritroverà in lista app mai utilizzate o comunque attive solo di rado, allora anche questo potrebbe voler dire che qualcuno lavora da remoto sul nostro dispositivo.
Per finire, un terzo step banale ma pure fondamentale che potrebbe mettere la pulce nell’orecchio: non è detto che sia così, ma la minaccia potrebbe pure aver comportato l’installazione di qualche nuova app sul device o comunque a qualche elemento anomalo mai notato in precedenza. Attenzione dunque e a tenere sott’occhio il proprio telefono, notando tutte le differenze con la recente esperienza, In calce a questo approfondimento, è giusto ricordare che l’unico modo per preservarsi dal virus WhatsApp resta quella di aggiornare il proprio telefono all’ultima versione dell’applicazione di messaggistica, disponibile su Google Play e su iTunes.