Il Title Update 3 di The Division 2 è stato reso disponibile nel corso degli ultimi giorni, e con esso tante le feature che hanno preso posto tra quelle disponibili all’interno del gioco. Ubisoft non ha voluto lasciare nulla al caso in vista dell’esordio del raid a lungo atteso dalla community, Operation Dark Hours, e ovviamente elevate erano le aspettative della fanbase, che da ormai una manciata di mesi si preparavano adeguatamente (sotto il profilo dell’armamentario del proprio alter ego digitale) per affrontare al meglio delle proprie possibilità la sfida proposta dagli sviluppatori.
Una delle cose che ha però spiazzato considerevolmente l’utenza di The Division 2 è stata senza ombra di dubbio l’assenza del matchmaking relazionato al raid in questione. Non una casualità, stando a quanto riportato da Segmentnext, ma una precisa scelta di Ubisoft e Massive Entertainment che hanno voluto prediligere il contatto reale a quello totalmente casuale del matchmaking.
Per affrontare al meglio la sfida di Operation Dark Hours imprescindibile sarà la comunicazione su ogni singolo aspetto del combattimento, e l’implementazione del matchmaking avrebbe dato vita a squadre eccessivamente orientate su singoli elementi messi in squadra per caso o che, nella peggiore delle ipotesi, non parla la stessa lingua o una lingua comune (l’inglese, ndr).
Ovviamente non si tratta di una decisione incisa nella pietra, con il team che continua a discutere internamente in merito alla faccenda: non è detto che il prossimo futuro non possa vedere un cambio di fronte, con un aggiornamento ad hoc che potrebbe rendere disponibile la funzione in men che non si dica. Le richieste della community sembrano essere abbastanza chiare, e l’esordio del prossimo raid potrebbe quindi vedere l’implementazione del matchmaking in The Division 2.
È un decisione legittima quella presa da Massive Entertainment e Ubisoft, oppure si è trattato di un errore di strategia? Diteci la vostra nei commenti!