Approcciarsi ad un videogioco come Mortal Kombat 11 non è mai facile. Per tanti motivi diversi. Vuoi perché si tratta dell’ultima incarnazione di una saga di picchiaduro leggendaria, creata nel 1992 da John Tobias e Ed Boon, e per cui pare fisiologico un certo rispetto reverenziale. Vuoi perché, dall’uscita ad oggi, l’ultima produzione di NetherRealm Studios e Warner Bros. Games è stata più volte criticata per l’evidente sterzata verso il grinding più sfrenato, necessario a sbloccare tutti gli oggetti cosmetici con cui personalizzare i vari combattenti. Vuoi ancora perché il team di sviluppo guidato dallo stesso “papà” della saga ha messo sul piatto un episodio sontuoso e ricchissimo di contenuti, percorrendo la difficile strada che si pone a metà fra tradizione e innovazione. Con Mortal Kombat 11, gli stessi autori dietro ai due Injustice hanno voluto alzare il livello qualitativo a picchi mai toccati prima da un beat ‘em up ad incontri, ponendosi l’obiettivo di dare vita ad un nuovo punto di riferimento per il genere. Ci saranno riusciti? Scopritelo con me nella recensione più sanguinolenta dell’anno! Per capire se l’impegno profuso dalla software house di Chicago abbia dato i frutti sperati, mi sono allora lanciato, pad alla mano, nelle arene più temute del videoludo. Esplorando sulla mia fedele PlayStation 4 le tante modalità a disposizione, e soprattutto riabbracciando quegli stessi familiari volti conosciuti per la prima volta da bambino, da Sub-Zero a Scorpion, fino al malvagio despota Shao Kahn.
Mortal Kombat 11, viaggio nel tempo per la modalità Storia
Nonostante Mortal Kombat 11 proponga, come molti suoi illustri “colleghi”, un comparto multiplayer da affrontare sia in locale che online, è palese l’amore viscerale che lega gli sviluppatori alla modalità storia. Un po’ tutti i capitoli della saga ci hanno proposto una narrazione sì semplice ma assolutamente ben raccontata, e l’undicesimo non vuole essere da meno. E fa di più, elevando al quadrato le ambizioni nel racconto, contribuendo a rendere ancora più affascinante la già articolata mitologia della serie. Complessa quanto quella dei fumetti Marvel o DC Comics. NetherRealm Studios ha optato per un taglio gradevolmente cinematografico per raccontare la storia di Kronika, minaccia che Raiden e i suoi alleati sono chiamati ad affrontare nel gioco. La misteriosa donna è decisa a ripristinare l’equilibrio nel mondo, ora sotto la guida delle forze del bene. Capace di controllare le sabbie del tempo, Kronika chiede l’aiuto di malvagi vecchi e nuovi, e va così a radunare versioni passate e non morte di villain ancora in vita o ormai defunti. In dodici corposi capitoli, potremo allora percorrere una – lunga – strada alla scoperta dell’antologia di Mortal Kombat, e scoprire contemporaneamente come si sono evoluti i protagonisti in Mortal Kombat 11 dagli anni ’90 ad oggi. Il tutto arricchito da un vero e proprio corollario di filmati di intermezzo, tra i più curati e spettacolari mai visti in un videogame di questo tipo.
Sempre dedicandoci al gioco in single player, potremo affrontare le Torri del Tempo, che offrono una sfida decisamente impegnativa. Queste sono divise in Klassiche – l’ex modalità Arcade, per intenderci – e temporali, di difficoltà variabile e dotate di modificatori, con cui vincere le ricompense più golose. Non manca neppure un tutorial curatissimo in ogni dettaglio e la Kripta, una gigantesca mappa esplorabile in tre dimensioni e in terza persona, in cui vanno trovati la maggior parte dei collezionabili del gioco, da acquistare investendo diverse valute. L’idea è preziosa, lo ammetto, ma riuscire a mettere le mani su ogni oggetto è un’impresa titanica, che a lungo andare lascerà spazio alla frustrazione – per quanto siano state rilasciate un paio di patch per rendere il tutto più abbordabile. Pare che il publisher voglia quasi “costringere” i fan ad investire denaro reale nelle microtransazioni per evitare questo duro lavoro in-game.
Mortal Kombat 11, gameplay tra tradizione e novità
Anche Mortal Kombat 11, come il capitolo precedente, è un picchiaduro tecnico. Brutale e crudele contro chiunque lo affronti senza prima apprendere le basi, dedicandosi nel caso ad un unico personaggio. Il team di sviluppo americano ha messo ancora una volta l’accento sulla competitività, optando per un gameplay complesso e stratificato. Ma che una volta metabolizzato saprà regalarvi incredibili soddisfazioni, premiandovi ogni volta. Il sistema di combattimento si basa ancora una volta sulle combo, qui riviste e corrette per offrire un’esperienza di gioco più ragionata, portando i giocatori a dover non solo eseguire la giusta sequenza di attacchi ma anche quella più indicata per sconfiggere un dato avversario in una data posizione. Tra le novità più evidenti nelle meccaniche di Mortal Kombat 11 c’è la barra di energia composta da quattro tacche, a disposizione di ogni personaggio selezionabile. Come per il rivale Street Fighter, consumando le barre è possibile eseguire varianti potenziate delle mosse e bloccare la furia dei nostri avversari.
Un’altra aggiunta al gameplay di Mortal Kombat 11 che merita attenzione sono poi le Fatal Blow. Queste vanno a sostituire i vecchi X-Ray e possono essere attivate solo una volta nel round quando la nostra salute – o quella del nostro nemico – scende sotto il 30%. Scatenandole, su schermo assisterete ad una sequenza animata estremamente violenta e rosso sangue, proprio come impone la tradizione del brand. A speziare il tutto di tecnicismo, ci sono anche i cosiddetti Crushing Blows, vale a dire attacchi potenziati che, per essere scatenati, richiedono specifiche manovre diverse per ogni personaggio. Pare evidente, come se ce ne fosse ancora bisogno, che i ragazzacci di NetherRealm vogliono spingere gli appassionati ad apprendere al meglio mosse e abilità di ogni combattente, indirizzando il gioco verso un profilo altamente strategico e competitivo. Non mancano – per fortuna! – le grottesche Fatality e Brutality, che vi chiameranno a dare il colpo di grazia al vostro avversario nel peggiore dei modi possibili. Se al pacchetto aggiungete una componente grafica maestosa e una personalizzazione dei lottatori sontuosa, capirete allora che da giocare, in Mortal Kombat 11, c’è tantissimo. E davvero di gusto.
Mortal Kombat 11, il verdetto
Mortal Kombat ritorna dopo quattro anni di assenza, inondando i nostri schermi di una quantità incalcolabile di sangue e ultra-violenza. L’undicesimo capitolo della saga firmata da NetherRealm Studios e pubblicata da Warner Bros. Games è un concentrato di nuove meccaniche e di elementi classici, uniti magistralmente sotto il segno di una produzione al di sopra della media. Netcode e gameplay, del resto, paiono solidissimi, ed ogni singolo intervento ha contribuito a migliorare la formula rendendola più snella, senza perdere un solo centimetro in termini di profondità. Sembrerebbero esserci i presupposti per gridare al capolavoro, e invece purtroppo alcune scelte sembrano intaccare notevolmente parte dell’esperienza, in particolare quella collegata alla personalizzazione dei personaggi e all’endgame, per una longevità forse troppo artificiale.
Pro
- Story mode ben narrata
- Personalizzazione dei personaggi bilanciata
- Un roster di personaggi ben studiato
Contro
- Grindng troppo marcato e orientato alla fortuna
- Doppiaggio in italiano da rivedere
VOTO FINALE: 8,5/10
Mortal Kombat 11
Piattaforme: PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch
Data Uscita: Disponibile
Miglior Prezzo Amazon: 59,99€