Tra gli italiani protagonisti del monumentale documentario della durata di 24 ore dal titolo 24H Europe – The next generation, prodotto da ARTE e presentato a Milano con una proiezione-evento sabato 4 maggio, c’è Mirco Montefinese, giovane operaio della FCA di Melfi che ha accettato di raccontare la sua vita di lavoratore e studente del Meridione d’Italia.
Il progetto, nato da una coproduzione internazionale della piattaforma culturale ARTE che ha visto coinvolte Francia, Germania ed altri Paesi Europei, rappresenta un unicum nel suo genere: 24 ore di riprese non-stop in contemporanea in 26 diversi Stati dell’Unione, per raccontare le vite di 60 giovani di diversa estrazione sociale e culturale, allo scopo di fotografare la nuova generazione di cittadini europei e raccontarne speranze e difficoltà.
Mirco, 26 anni, è uno dei quattro protagonisti italiani del documentario diretto da Vassili Silovic: durante una tipica giornata di lavoro alla Fiat di Melfi, ha mostrato alle telecamere come assembla le Jeep prodotte da FCA nello stabilimento potentino, un lavoro duro con turni impegnativi, che gli permette di aiutare economicamente la sua famiglia. Mirco però non nasconde il desiderio di voler tornare a studiare all’università una volta che potrà permettersi di lasciare il lavoro in fabbrica.
Lo abbiamo intervistato durante la giornata di presentazione italiana del documentario 24H Europe – The Next Generation a Milano, in scena tra proiezioni e dibattiti sull’Europa di oggi e del futuro al Palazzo del Cinema Anteo, per farci raccontare come ha vissuto questa esperienza e da che punto di vista guarda oggi all’Unione Europea.
Come sei approdato a questa esperienza del documentario 24h Europe, cosa ti ha spinto a partecipare?
M: Sono venuto a conoscenza di questa opportunità tramite una mia amica, che mi ha chiesto se volessi raccontare la mia esperienza di vita e mi è sembrato interessante: poco dopo mi hanno comunicato che sono stato scelto ci siamo organizzati per le riprese.
Come hai vissuto il fatto che una telecamera ti riprendesse nel tuo quotidiano per 24 ore?
Il primo impatto è strano per chi non è abituato, soprattutto è stato strano per gli altri lavoratori di Melfi che al cambio turno, alle 5 e mezzo del mattino, hanno visto queste camere puntate su di me, era una novità per loro. Ma non ho avuto problemi, devo ringraziare il regista e la troupe che mi hanno messo subito a mio agio.
Nel documentario spieghi di aver rinunciato agli studi per lavorare ma in realtà hai continuato a fare dei master, sei un lavoratore-studente: quali sono stati i sacrifici maggiori che hai dovuto affrontare pur di continuare la tua formazione?
Per fortuna con le lezioni online sono stato facilitato, la tecnologia mi ha aiutato. Per un master che ho conseguito a Torino invece mi sono dovuto spostare da Melfi. Per il resto il tempo è sempre poco tra lavoro, studio e vita privata: io viaggio quattro ore al giorno per lavoro.
Tornando alla fabbrica, come descriveresti la classe operaia di oggi, quella che vedi intorno a te a Melfi? Pensi sia molto diversa da quella dei nostri genitori?
Credo ci sia stata una perdita dei valori di un tempo, il rispetto dell’essere umano dovrebbe essere fondamentale: le grandi aziende, pur con uno stipendio superiore alla norma, sono comunque orientate più alla produttività e al profitto che a migliorare il processo di lavoro e le condizioni dei lavoratori che lo rendono possibile. Lo scopo è risparmiare sui tempi in nome della produttività.
Questo documentario è una fotografia dei giovani europei. Cosa rappresenta per te l’Europa? La senti come un’opportunità, un ostacolo o è un’idea talmente aleatoria da non avere un impatto sulla tua vita?
Oggi non vedo l’Europa come un’unione di popoli, ma solo come un’unione monetaria che non aiuta a fornire opportunità economiche ad un giovane del Sud che, come me, vorrebbe avere libertà di cambiare lavoro, spostarsi, avere opportunità diverse di crescita, la libertà di cambiare lavoro e di avere altre prospettive. Oggi sembra che gli Stati abbiano bisogno l’uno dell’altro solo per questioni finanziarie: i trattati costitutivi avrebbero dovuto privilegiare i diritti delle popolazioni e non delle élite che le governano.
E la Basilicata invece? Saresti pronto a lasciarla?
Per ora resto a casa per aiutare la mia famiglia e mi piacerebbe anche aiutare la mia Regione, ma c’è bisogno di persone che vogliano ribaltare una realtà di degrado fatta di morti per tumore, inquinamento ed ecomafie. Oltre la Fiat, nella mia regione non c’è altro. Gli errori e gli sprechi del passato hanno impedito uno sviluppo di questa Regione rispetto ad altre del nostro Paese e dovrebbero insegnarci qualcosa.
👥60 protagonisti, 24 paesi, 1 continente🕕24 ore, dalle 6 del 4/5 alle 6 del 5/5📽️1 proiezione evento, al Cinema Anteo di Milano ➡️ 24H Europe, la proiezione evento sulla gioventù europea📺"24 H Europe – The Next Generation" è in arrivo! 🔜 https://so.arte/24HEurope
Pubblicato da ARTE in italiano su Mercoledì 24 aprile 2019
24H Europe sarà trasmesso dalle 6 del mattino del 4 maggio alle 6 del mattino del 5 maggio sul canale franco-tedesco ARTE, disponibile gratuitamente online anche sottotitolato in italiano su ARTE Italia per i due mesi successivi.