La polemica sollevata anche qui su OM sul concerto del Primo Maggio senza donne sul palco – o quantomeno in un numero talmente minuscolo da risultare insignificante – dopo l’annuncio del cartellone del tradizionale evento di piazza San Giovanni è esplosa in conferenza stampa alla vigilia del Concertone. O meglio, ha fatto esplodere la conduttrice Ambra Angiolini, per il secondo anno consecutivo alla guida della maratona della Festa dei Lavoratori con Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale.
Spazientita, irritata, perfino arrabbiata, come si è definita lei stessa ai microfoni dei cronisti in conferenza stampa martedì 30 aprile, ha rispedito al mittente le critiche all’organizzazione del Concertone per la scarsissima presenza femminile sul palco, sollevate anche qui su OM da Grazia di Michele e la cui eco si è fatta più forte a poche ore dall’evento.
Possibile non rendersi conto del messaggio veicolato al pubblico con una line-up che non prevede alcuna artista donna tra i Big di quest’anno? Se è vero che in queste ultime edizioni si è cercato di adeguare la scaletta del Concertone allo spirito dei tempi, aprendo a nuovi generi musicali e nuove generazioni di artisti, dando una spolverata all’evento e mettendo da parte anche presenze tradizionali considerate ormai superate, dov’è finito questo intento quando si è trattato di comporre un cartellone risultato quasi di soli uomini? Un notevole passo indietro, dopo che la scorsa edizione aveva visto alternarsi Gianna Nannini, Carmen Consoli, Francesca Michielin ed altri nomi di punta del pop-rock italiano sul palco di San Giovanni.
La reazione di Ambra Angiolini in conferenza stampa è stata di netto rigetto di una polemica considerata insensata, perché a suo dire ragionare in termini di quote rosa sul palco non vuol dire essere femministi.
Ma secondo voi è davvero una polemica questa? Dobbiamo smetterla di fare finta di parlare di cose che non hanno senso. Da donna non mi sento offesa perché non ho contato quante sono le donne sul palco del Primo Maggio. Il Primo Maggio ha fatto una selezione non basata sul genere ma sulla musica ai primi posti nelle classifiche e le poche donne che c’erano in classifica non erano disponibili. Parliamo piuttosto della sicurezza sul lavoro, di quello che ancora non esiste in questo paese. Dobbiamo piantarla con le polemiche inutili: sfido qualsiasi donna intelligente a prendersela contando le donne al concerto. E mi prendo ogni responsabilità, anche del fatto che mi sto arrabbiano. È la fotografia di quello che succede prima. Allora parliamo delle case discografiche, di quello che succede a monte, come facciamo nel cinema. Se grazie al Primo Maggio abbiamo sollevato un problema, il prossimo anno cerchiamo di risolverlo.
Ma la replica di Ambra, per quanto giusta nell’invito a cercare a monte del sistema che governa il mercato discografico le radici di una difficoltà di affermazione della parità di genere, vuol dire ammettere che l’organizzazione del Primo Maggio non ha fatto nulla per cercare di contrastare quel problema dando maggiore risalto alle donne, come avrebbe potuto fare. Sono anni che dal palco del concerto del Primo Maggio – personalmente ho assistito agli ultimi due – si invocano più diritti per le donne sul lavoro, parità di salario e di accesso alle professioni, più tutele per le madri lavoratrici e tanti altri nobilissimi proclami. Ma proprio perché il Primo Maggio deve essere una festa unitaria del lavoro contro sfruttamento, discriminazioni e disparità di ogni tipo, come è stato possibile che non si sia messo in atto questo principio di parità (almeno anelata) anche nella costruzione dello spettacolo, badando invece solo a fotografare lo stato dell’arte delle classifiche come fosse il Festivalbar? Il Concertone è qualcosa di diverso da una mera kermesse musicale e non ha certo il compito di promuovere artisti già leader in classifica. Riconoscere che c’è un problema di presenze femminili sul mercato ed auspicarne la soluzione, ma agire in senso opposto a quanto predicato, non è quantomeno poco coerente? Nessuno pensa che vi sia stato un intento di boicottare scientemente le presenze femminili, ovviamente, ma il risultato di quella line-up così marcatamente maschile non ha fatto sorgere almeno il dubbio di aver sbagliato qualcosa?
La replica di Grazia di Michele, che aveva definito qui su OM il Concertone 2019 un’occasione sprecata per donne e giovani, va proprio in questo senso.
Cara Ambra, se c’è una cosa su cui le donne devono poter contare è la solidarietà femminile. Tu, oltre a non aver capito…
Pubblicato da Grazia Di Michele su Martedì 30 aprile 2019
Oggi il Concertone del Primo Maggio è in onda in diretta su Rai3 e su Rai Radio 2 dalle 15 a mezzanotte, ma la questione non si esaurirà con l’evento. E su una cosa la Angiolini ha ragione: se questo scivolone è servito a sollevare il problema, che almeno si inizi a pensare di risolverlo alla radice.
una donna cosi si deve dire la sua gia lanno prima era andato male il concerto con loro djue oggie las tessa cosa solo che ambra dopo la domenica in di mara in cui ha detto la sua sulle donne gia detto da freancdesco renga a sanremo qui ora had etto pure alla conferenza stampa che le donne sono poche si sa anche lodo ha detto pure delle cose non certo belle ciao