La misantropia di Appino e soci è ormai assodata e lo avevamo imparato con Andate Tutti Affan**lo, e anche se L’Amore È Una Dittatura ci aveva mostrato l’espressione più acido-romantica di uno dei più importanti nomi dell’indie italiano, Canta Che Ti Passa dei The Zen Circus è una nuova spinta distorta dell’odi et amo dell’inquieto Catullo, filtrata con l’odore di benzina di una vecchia utilitaria amplificata da una testata valvolare. Appino sa che siamo al mondo per amare e stare bene insieme, ma la penna scappa di nuovo: «Niente, non ce la faccio, mi dispiace. Oggi mi state tutti sul ca**o».
Su accordi in maggiore, percussioni imponenti e chitarre in muting, i The Zen Circus raccontano quanto sia bella l’inquietudine e quanto sia comune l’insuccesso, una delle più grandi paure dell’esistenza. Bella, l’inquietudine, quando questa è una persona che si vorrebbe baciare, una ragazza che annienta tutto il resto quando compare per strada. Canta Che Ti Passa dei The Zen Circus ospita La Rappresentante Di Lista nei cori e il suo significato è svelato dalla stessa band:
“Canta che ti passa” è una frase stupida. Che sia suonando, ballando, dipingendo o semplicemente vivendo non passa e non deve passare proprio niente. Tutto rimane e deve rimanere nel cuore, nel sangue e nella testa, per ricordarci quello che siamo: una bellissima inquietudine, per noi sinonimo di amore, vita ed imperfezione.
Un’imperfezione che Andrea Appino sa perfezionare con il suo timbro e le sue liriche appassionate, che portano con sé tutto il mondo delle persone insicure che rispondono alle altitudini che la bassa autostima ti fa vedere con rabbia e asprezza. Con la stessa arte dissacrante saliranno sul palco del Primo Maggio. Canta Che Ti Passa dei The Zen Circus è anche il titolo scelto per il tour estivo che partirà il 14 giugno da Milano.
TESTO
Entro dentro a un negozio
Vendono sogni nel cassetto
Chiedo al commesso
Mi guarda storto e dice provi questa maglietta
Non è la taglia è la vita che mi va stretta
Poi nella testa penso
Certo sono d’accordo
È per amare e riprodurci che siamo al mondo
Per stare bene tutti insieme, senza rancore
E lavorare su noi stessi per migliorare
Ma niente non ce la faccio
Mi dispiace oggi mi state tutti sul cazzo
E in realtà non siete voi, ma sono io
Non c’entra niente il destino, neanche Dio
E allora sveglia, sono le 8
Fuori piove a dirotto, alzo il cappuccio
Due sigarette mezze rotte dentro al giubbotto
Dei ragazzi sul viadotto, si fan le foto
E un motorino con le frange, quanti ricordi
Tipo mio padre con i baffi, i denti storti
La fantasia al potere, il dare avere
Ragioneria, steccare il fumo a ricreazione
Riapro gli occhi e allora corro
Senza pensare che non ho smesso di fumare
Ecco il fiatone
Qualcuno dice hai quarant’anni, non ti vergogni
Ed ha ragione, odio la mia generazione
Mamma cos’è successo
Oggi la più grande paura è l’insuccesso,
Io che un poco ne ho avuto, lo posso dire
Non cambia niente, ho sempre voglia di sparire
E di ridere da solo dentro a una stanza
La stessa dove non capivo la distanza
Tra un sogno che si avvera dentro questa realtà
Io che credevo stesse lì la felicità
Ma poi ti vedo passeggiare sul viale
Mi avvicino, e penso che ti vorrei baciare
Ho sempre detto che l’amore non è reale, ma poi mi viene da vomitare
Ahah ahahah ah
Canta che ti passa
Ahah ahahah ah
Questa bellissima inquietudine, sei te, sei te, sei te
Ahah ahahah ah
Canta che ti passa
Ahah ahahah ah
Sorella della solitudine
Canta che poi ti passa,
La verità è che non mi basta
Lo voglio tutto questo dolore
Che mi fa bene
Ahah ahahah ah
Canta che ti passa
Ahah ahahah ah
Questa bellissima inquietudine, sei te, sei te, sei te
Ahah ahahah ah
Canta che ti passa
Ahah ahahah ah
Sorella della solitudine di te, di me, di te, di noi